2024-07-09
Via ai segnali di fumo con i conservatori. Primo banco di prova il voto per Ursula
Ursula von der Leyen (Ansa)
Il gruppo appena formato, che ha eletto Bardella capo, potrebbe allargarsi ai polacchi. Ma il rapporto con Ecr resterà costruttivo. Una giornata importantissima, l’ha definita il leader leghista e vicepremier Matteo Salvini. È quella che ha portato, ieri, alla costituzione del gruppo dei Patrioti per l’Europa, fortemente sponsorizzato dal leader ungherese Viktor Orbán e impostosi immediatamente come terza forza del neonato Europarlamento, alle spalle dei popolari e dei socialisti. Patrioti potrà infatti contare su 84 deputati, scavalcando così l’Ecr di Giorgia Meloni e salendo sul podio in extremis, grazie alla scelta del leader del partito spagnolo Vox, Santiago Abascal, di lasciare i conservatori. Ma il dato politico più rilevante, oltre a quello pur importante aritmetico, è che Orbán potrà contare per la sua battaglia di opposizione al blocco di potere europeo sull’apporto di Marine Le Pen. La riunione costitutiva del gruppo, infatti, era stata rinviata a oggi proprio per attendere l’esito del secondo turno del voto francese, dal quale sarebbero dipese (e dipenderanno nei prossimi giorni) molte scelte. È verosimile che un Rassemblement national insediato al governo transalpino avrebbe fatto delle riflessioni più ponderato su dove collocarsi nell’emiciclo di Strasburgo, ponendosi il problema – che si sta ponendo in questi giorni Giorgia Meloni – di come porsi rispetto alla trattativa per la composizione della Commissione. Il mancato raggiungimento della maggioranza a Parigi ha fornito invece a Le Pen una spinta maggiore per incalzare Bruxelles sui temi più cari alla destra, e non è un caso che presidente del gruppo è stato eletto Jordan Bardella, frontman della destra francese nella campagna elettorale che si è appena conclusa. La adesioni ai patrioti sono state numerose e omogenee dal punto di vista geografico: oltre ai citati Rn, Fidesz e Vox (e ovviamente alla Lega), ci sono i cechi di Ano 2011, gli austriaci di Fpö, gli olandesi di Pvv, i belgi di Vlaams Belang, i portoghesi di Chega, e un esponente del partito danese di Dansk Folkeparti. Inoltre, stando a quanto ha affermato l’eurodeputato lepenista Jean-Paul Garraud, «l’impressione» è che anche i polacchi del Pis (o alcuni di loro), che la scorsa settimana hanno aderito a Ecr, possano tornare sui propri passi e andare coi Patrioti. «Il gruppo», ha detto, «potrebbe ulteriormente registrare nuovi ingressi». Al di là della competizione tra i vari gruppi e la legittima soddisfazione per il peso specifico raggiunto, più di una voce ha sottolineato che il rapporto con Ecr sarà costruttivo. Sempre Garraud, infatti, ha risposto a chi gli chiedeva come potranno evolversi le relazioni tra Marine Le Pen e Giorgia Meloni che «ci sono delle considerazioni nazionali da fare in ciascuno dei due Paesi». «Il gruppo», ha proseguito, «non è un monoblocco ma ci sono sfumature in vari ambiti perché facciamo parte di un gruppo sovranista, rispettiamo le sovranità di ciascuno Stato ma questo non significa che i ponti sono tagliati, le cose evolvono ed evolvono nel buon senso». Per Abascal, che respinge energicamente le accuse di «tradimento» nei confronti del nostro premier, «Vox condividerà il gruppo con la Lega ma il suo alleato politico in Italia è Fratelli d'Italia». Il capo delegazione leghista a Bruxelles Paolo Borchia si è augurato, non a caso che «il gruppo dei Patrioti per l'Europa, che ha numeri importanti, riesca, attraverso la collaborazione con altri gruppi che condividono la stessa visione, ad essere incisivo per i prossimi cinque anni», mentre da Budapest Zoltan Kovacs, portavoce del governo ungherese, ha parlato di una «forza decisiva nel plasmare il futuro dell’Europa». «Uniamo le forze» ha aggiunto, «e combattiamo insieme per un futuro migliore». Naturalmente, il processo costitutivo del gruppo è stato seguito con grande partecipazione ed entusiasmo da Salvini, che nelle settimane scorse aveva caldeggiato la saldatura tra Id e il nuovo soggetto annunciato da Orbán: «Il terzo gruppo dell’Europarlamento», ha affermato il leader leghista, «nasce per contrastare ogni inciucio coi socialisti, coi filoislamici, filocinesi, gli estremisti del green deal e delle auto elettriche ad ogni costo, per difendere il lavoro, la famiglia, il futuro dei nostri giovani e la sicurezza dei cittadini italiane ed europee». «È finalmente l’occasione», ha concluso, «per cambiare quest’Europa come hanno chiesto milioni di cittadini con il loro voto». Salvini ha anche fatto gli auguri di buon lavoro a Roberto Vanacci, eletto vice del presidente Bardella assieme ad altri cinque deputati. Dal Consiglio nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, che continua a pressare Meloni per il via libera a Ursula von der Leyen, ha commentato in modo prevedibilmente freddo: «Che vuol dire Patrioti? Anche io sono patriota, ma sono anche europeista, è la mia civiltà e identità». «Proprio perché sono un patriota italiano», ha concluso, «sono anche un patriota europeo». La settimana prossima, il vero banco di prova per tutti, con la sessione plenaria dell’Europarlamento chamata a dare la fiducia alla nomina di Von der Leyen.
Jose Mourinho (Getty Images)