2025-03-04
«Conflitto d’interessi con Cartier». Fdi interroga la Triennale su Boeri
L’archistar, presidente della Fondazione, ha ristrutturato la boutique milanese del brand.Interdetto per un anno dai concorsi e dai contratti con la pubblica amministrazione (indagine per turbativa d’asta e falso), a processo per il progetto Bosconavigli (indagine per lottizzazione abusiva e abuso edilizio), per il presidente della Triennale Stefano Boeri è in arrivo una nuova richiesta di chiarimenti (su un potenziale conflitto di interessi) da parte di Fratelli d’Italia. A presentarla è stato il consigliere comunale Enrico Marcora che ieri ha scritto di nuovo all’organismo di vigilanza della Fondazione di viale Alemagna per avere spiegazioni sui rapporti tra l’ente pubblico e la Fondazione Cartier. Nello specifico, si chiedono delucidazioni sugli accordi tra lo stesso marchio francese di lusso e l’archistar del Bosco Verticale. La lettera è stata inviata all’organismo che ha già avviato nei giorni scorsi una pratica per capire se ci sono state violazioni del codice etico da parte del presidente sul caso Beic. Come noto, il consiglio di amministrazione del museo ha già espresso la scorsa settimana solidarietà a Boeri, che ha ribadito come il suo incarico di presidente sia differente da quello personale di architetto e professore (nonché presidente di una commissione aggiudicatrice), ruoli che gli sono costati l’indagine turbativa d’asta e falso nell’affidamento di un appalto (tramite concorso pubblico) da 8,6 milioni di euro per il progetto della Beic (Biblioteca europea di informazione e cultura). Nell’ultima missiva, però, Marcora solleva un nuovo potenziale conflitto di interesse. Nel settembre del 2019, infatti, la Triennale e la «Fondazione Cartier pour l’art contemporain» di Parigi hanno firmato un accordo di partenariato della durata di 8 anni. In base a questo accordo, il museo milanese avrebbe messo a disposizione uno spazio di 1.300 mq per mostre organizzate in collaborazione con la fondazione parigina. Tre anni dopo, nel febbraio del 2022, i giornali milanesi hanno riportato che Cartier aveva deciso di rinnovare la sua boutique storica in via Montenapoleone, angolo via del Gesù. A parlarne era stato l’amministratore delegato Cyrille Vigneron, durante un talk con Boeri. Del resto, il nuovo spazio chiamato La Residence, «flessibile e versatile, dal cuore green» come si poteva leggere sui giornali, è stato progettato proprio da Boeri, che è anche presidente della Triennale, la quale offre altri spazi alla Fondazione Cartier. «Ci è stato chiesto di immaginare un appartamento milanese confortevole, accessibile, privo di supponenza - e tuttavia rappresentativo dello stile e della tradizione Cartier - in un piccolo spazio all’ultimo piano, con un piccolo terrazzo tra i tetti di Milano», spiegava all’epoca Boeri. Non bisogna dimenticare che la Triennale di Milano è un «ente di diritto privato in controllo pubblico», sottoposta alla vigilanza del ministero della Cultura e al controllo gestionale della Corte dei Conti. In questo senso la Fondazione si deve adeguare alle regole sulla trasparenza, pubblicità e diffusione di informazioni che la riguardano. Per questo motivo, Marcora chiede all’organismo di vigilanza se «la relazione professionale fra l’architetto Boeri e Cartier, partner di Triennale, sia stata portata da Boeri a conoscenza degli organi della Fondazione (Cda e collegio sindacale) per ogni più opportuna valutazione». Ma il consigliere di Fratelli d’Italia chiede soprattutto se «il Consiglio di amministrazione e il Collegio dei Sindaci hanno valutato appieno l’evidente conflitto di interesse tra l’incarico professionale per la Cartier e la funzione di presidente della Fondazione Triennale che aveva in precedenza concesso gli spazi alla Cartier». In città ci si domanda se fosse davvero necessario nominare un architetto come presidente di una storica istituzione come la Triennale, proprio per evitare casi come questo.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)