2024-09-20
Confimi sfida Landini: il salario minimo lo mette nei contratti
Paolo Agnelli è fondatore e presidente di Confimi Industria (Imagoeconomica)
Nell’accordo firmato con la Confsal non si scende sotto i 9 euro all’ora. E sarà possibile lavorare quattro giorni a settimana. Chi fa da sé fa per tre. Anzi, fa per 650.000 lavoratori dell’industria manifatturiera e dell’impresa privata che ora hanno un contratto collettivo nazionale - il primo in Italia - che introduce il salario minimo tabellare fissato a 9 euro l’ora per chi finora era al di sotto di tale soglia. Il contratto intersettoriale sottoscritto da Confimi Industria e Confsal è intersettoriale perché coinvolge numerosi comparti produttivi, tra cui tessile, chimico, plastico, gomma, alimentare e legno-arredo. E prevede anche la possibilità per le aziende con più di cento collaboratori di inserire un rappresentante dei lavoratori nel cda, così da rafforzare la partecipazione attiva dei dipendenti nelle decisioni, e la settimana lavorativa di quattro giorni. Sarà, infatti, possibile distribuire l’orario di lavoro settimanale, fissato a 36 ore, su 4 giorni lavorativi, mantenendo il salario invariato.«In pratica», spiega Paolo Agnelli, presidente di Confimi Industria, «si lavora 36 ore nella settimana, pagate quaranta dall’azienda. La distribuzione delle 36 ore nella settimana lo si fa azienda per azienda, accordo per accordo, questo fa parte della trattativa. Una cosa penso più comune è fare 9 ore al giorno per 4 giorni, poi sei libero per fare le tue cose, il venerdì il sabato e la domenica sei libero per vivere la tua vita», aggiunge. Sottolineando che «dopo tanti mal di pancia, ci sarà un avvicinamento di molte categorie al nostro contratto, perché è un contratto di classe europea, cioè avanzato». E poi lancia una stoccata al leader della Cgil, Maurizio Landini: «Siamo stati attaccati per questo contratto, c’è chi lo ha definito un contratto pirata e allora io dico che è Landini il pirata, non noi. Noi non abbiamo firmato il contratto multiservizi a 3-4 euro l’ora, noi firmiamo il nostro contratto multimanifatturiero con salario minimo tabellare a 9 euro l’ora. Fin dalla nostra fondazione dodici anni fa il nostro obiettivo era riformare i rapporti sindacali. E uno dei modi a cui abbiamo pensato fin dal principio era quello di unificare un certo numero di contratti manifatturieri. Ci siamo riusciti, abbiamo impiegato purtroppo dodici anni, perché il mondo del sindacato è un mondo molto difficile. E lo abbiamo fatto con Confsal, un interlocutore che era interessato al nostro progetto, progetto naturalmente che non era interessante per altri sindacati», sottolinea Agnelli. Una delle novità dal punto di vista normativo e giuridico è anche il preavviso attivo, che si applica nei casi di restrizione delle posizioni lavorative per cui si dovrebbe andare incontro alla risoluzione del rapporto di lavoro per motivi economici. In quel caso l’imprenditore pone in essere una condotta proattiva, cioè segnala all’ente bilaterale la posizione di questo lavoratore in uscita affinché possa trovare una ricollocazione prima che diventi disoccupato.Il nuovo contratto intersettoriale - siglato dalle parti lo scorso 21 marzo - può rappresentare un aiuto per le associazioni, le aziende e anche i consulenti del lavoro che devono fare magari buste paga diverse con diversi contratti. Con un risparmio anche nel costo della gestione di 17 contratti contro uno. Il Ccnl esclude dalla contrattazione i settori della meccanica e dell’edilizia che Confimi Industria sottoscrive con altre associazioni sindacali. Riguarda 45.000 imprese, 650.000 lavoratori, 85 miliardi di fatturato aggregato e oltre 50 sedi operative in Italia. «Questo contratto è la prova che per avere dei risultati è necessario un metodo basato sul confronto e sul dialogo costruttivo tra le parti, le quali si riconoscono nell’intento di coniugare le esigenze delle imprese con la tutela e il benessere del lavoratori, dando vita ad un nuovo modello contrattuale basato sulla qualità dei contenuti e la chiarezza espositiva», commenta il segretario generale di Confsal, Angelo Raffaele Margiotta. E un commento è arrivato ieri anche dal ministro del Lavoro, Elvira Calderone: «Ho letto il contratto. Trovo fondamentale valorizzare il percorso formativo come previsto da questo nuovo modello contrattuale. Positivo il riferimento alla partecipazione dei lavoratori nei cda aziendali. Guardo con molta attenzione e favore a tutto ciò che, nell'ambito delle parti sociali, possa diventare uno strumento di semplificazione e di provocazione per le evoluzioni del ruolo che devono esercitare coloro che rappresentano le istanze datoriali e sindacali».
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