2024-02-20
Conferma: clandestini nel cantiere crollato
Il procuratore di Firenze: «C’erano irregolari». Il sindaco Dario Nardella: «Così la situazione è più grave». Polizia nella sede dell’azienda che realizzò la trave caduta. Il precedente degli incidenti di Genova, dove la stessa ditta appaltatrice costruiva un’altra Esselunga.Nel cantiere fiorentino dei subappalti che venerdì scorso si è trasformato in una scena del crimine si spaccavano la schiena operai immigrati irregolari. Lo ha certificato ieri mattina il procuratore di Firenze Filippo Spiezia: «Risulta, da prime verifiche compiute, che per alcuni dipendenti vi fosse una condizione di irregolarità circa la loro presenza sul territorio nazionale. Questo accertamento è limitato a un dato di mera corrispondenza tra la posizione di queste persone e il rispetto delle norme in materia di ingresso in Italia. Diverso è il discorso di completamento delle verifiche per quanto riguarda le posizioni contrattuali». Clandestini per le autorità di pubblica sicurezza, fantasmi per gli uffici territoriali del lavoro. È questo il retroscena che si sta imponendo nell’inchiesta e che gli inquirenti stanno cercando di ricostruire. Nel crollo, mentre le imprese tiravano su un nuovo supermercato Esselunga, hanno perso la vita quattro operai, un italiano, compiutamente identificato, Luigi Coclite, deceduto al momento dell’arrivo dei primi soccorsi, e tre stranieri, Mohamed Toukabri, tunisino, Mohamed El Farhane e Taoufik Haidar, marocchini, mentre un quinto, Bouzekri Rachimi, anche lui marocchino, risulta ancora disperso. Le ricerche, fanno sapere le autorità, «sono rese difficili dal particolare stato dei luoghi, nei quali sussistono condizioni di perdurante insicurezza». Al momento non sarebbe stata definita con precisione neppure l’area in cui cercare. E ci sono anche tre romeni feriti. Gli inquirenti si trovano inoltre davanti a notevoli difficoltà nell’abbinare i nomi dei deceduti alle salme. In Procura il fascicolo è ancora a carico di ignoti ma contiene già le ipotesi di reato: omicidio plurimo aggravato dall’inosservanza delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro e disastro per crollo colposo. E dopo le rivelazioni del procuratore è facile immaginare che qualche altro reato, legato alle violazioni sull’immigrazione, vada ad aggiungersi all’elenco. Da una prima ricostruzione della dinamica dell’incidente «è risultato che nella parte di cantiere interessata dal crollo erano presenti otto operai che lavoravano per tre diverse imprese», ha aggiunto Spiezia. Il magistrato ha anche precisato che il cantiere presentava «delle criticità» emerse durante il sopralluogo. E che gli inquirenti hanno «assicurato le principali fonti di prova». Dall’Asl, invece, fanno sapere che sono in corso attività istruttorie con la finalità «di fornire alla magistratura elementi utili alla ricostruzione dell’accaduto e delle responsabilità nella catena dei lavori». Ma da una precedente verifica, condotta il 12 gennaio scorso, non erano emersi rilievi. «Le attività», ha spiegato Renzo Berti, direttore del dipartimento prevenzione dell’Asl Toscana Centro, «riguardano le regolarità contrattuali e le verifiche sulla sicurezza». Due delle vittime, stando ai primi accertamenti, non sarebbero risultate in regola con il permesso di soggiorno e i sindacati hanno subito denunciato che alcuni dei lavoratori non sarebbero stati contrattualizzati come edili ma come metalmeccanici. Nel frattempo sono stati anche individuati i consulenti tecnici che dovranno occuparsi della qualità del materiale utilizzato e delle verifiche sulle modalità delle operazioni di costruzione. Per ora si sa che al momento del crollo alcuni operai stavano gettando il cemento per rendere strutturale il solaio. I tecnici dovranno stabilire se si sia verificato un cedimento del dente che fissava la trave e le cause che hanno portato al crollo. Ieri la polizia postale si è presentata nella sede di Atri (Teramo) della Rdb Prefabbricati, l’azienda che ha costruito l'imponente trave crollata nel cantiere, per sequestrare documentazione informatica relativa al subappalto e per verificare i contratti di lavoro del personale. In particolare si starebbe cercando di stabilire se coloro che hanno confezionato la grande infrastruttura (tra cui lavoratori extracomunitari) sono assunti direttamente da Rdb oppure da un’altra società. In questo caso si tratterebbe di un ulteriore subappalto dopo quello della stessa Rdb (in totale sarebbero una sessantina, tra le quali compaiono anche delle ditte individuali riferibili a cittadini stranieri, le società impegnate con la capofila Aep, Attività edilizie pavesi, alla quale Esselunga ha commissionato i lavori). Questa attività investigativa si sarebbe resa necessaria perché a chi indaga è stato riferito che, di fatto, non esisterebbe un elenco preciso dei lavoratori impegnati nel cantiere. Il sindaco dem di Firenze Dario Nardella ha subito bollato le dichiarazioni del procuratore Spiezia come «molto forti». E dopo aver scoperto che «il tema della sicurezza si intreccia con quello della gestione corretta dell'immigrazione», ha ammesso: «Credo che la presenza di alcuni operai irregolari aggiunga ulteriore gravità a una situazione già molto seria». Criticità simili a quelle di Firenze sarebbero emerse anche a Genova: troppe imprese in subappalto, ridotte comunicazioni tra le stesse e lavori eseguiti troppo in fretta. I rilievi contenuti in una relazione appena consegnata in Procura a Genova dagli ispettori dell'Asl per l'incidente, con un ferito travolto da un cancello di ferro, avvenuto nell’aprile 2023 nel cantiere per la costruzione della Esselunga nel quartiere di San Benigno. Tre mesi prima, invece, era crollata la struttura provvisoria per la costruzione di una rampa del parcheggio con tre operai coinvolti ma medicati sul posto. In entrambi i casi la ditta appaltatrice era la Aep.