2025-01-17
Mamma Renzi, condanna da 110.000 €. Non saldò la ristrutturazione di casa
Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli (Imagoeconomica)
Italia viva fa un’interrogazione sulle eventuali risorse pubbliche utilizzate per la nuova abitazione della Meloni. Ma intanto scoppia la grana dei lavori non pagati dalla Bovoli per l’immobile dato al figlio.Era sua l’auto con cui Matteo Renzi è andato a prestare giuramento da premier al Quirinale. Ed è sempre lui ad aver ristrutturato la villa di Pontassieve del fu Rottamatore (19 mesi di lavori capillari pagati poco più che a prezzo di costo). È stato pure il fundraiser in capo ai tempi della corsa alla poltrona di sindaco di Matteo e il direttore della macchina della propaganda di Renzi, quando il leader di Iv era presidente della Provincia di Firenze. Stiamo parlando dell’imprenditore Andrea Bacci, che ai tempi del renzismo ha ricoperto diversi incarichi pubblici. Ieri i giornali hanno dato conto dell’interrogazione del senatore di Italia viva, Francesco Bonifazi, sulle spese legate alla nuova casa di Giorgia Meloni, con cui si chiedeva «se per i lavori della casa del presidente del Consiglio sia stato impiegato denaro pubblico». Il parlamentare ha domandato pure informazioni su detrazioni e bonus di cui abbia eventualmente usufruito il premier. Di fronte alla curiosità di Bonifazi, storico amico di Renzi, Bacci si è fatto una sonora risata: «A parte che la Meloni non mi sembra il tipo da fare certe cose, ma perché Matteo va a cercare gli scheletri negli armadi degli altri, quando i suoi genitori non mi hanno mai pagato la ristrutturazione della loro casa e alla mamma è stata pure pignorata parte della pensione?».La storia è vera, lo «spoileriamo» subito. E riguarda i lavori effettuati nella villa sulle colline di Rignano sull’Arno dove vivono Laura Bovoli e Tiziano Renzi, un’ampia magione che nel 2012 i figli, compreso Matteo, hanno acquistato dai genitori, accollandosi anche l’ipoteca e accendendo un mutuo da 1,3 milioni di euro. Una compravendita che sarebbe stata gestita da Bacci, come ci aveva rivelato lui stesso qualche anno fa: «Gliela feci io l’operazione della villa perché Tiziano mi disse che era in difficoltà economiche». Due anni prima l’immobile era stato finemente ristrutturato. I lavori vennero eseguiti dalla Coam srl, la vecchia impresa edile di Bacci.Negli anni successivi la società è andata in crisi e ha portato i libri in tribunale. È stata presentata un’istanza di concordato preventivo con parte dei creditori, accordo che, nel novembre del 2017, ha ricevuto il via libera dai giudici, la cosiddetta omologa. A questo punto sono stati nominati un giudice per sovrintendere alle operazioni, un commissario giudiziale e un liquidatore con il compito di esigere i crediti della società.Tra questi ve n’era uno da 67.000 euro nei confronti della Bovoli per quei lavori «effettuati a regola d’arte tra gennaio e ottobre del 2010». L’importo ammontava, da contratto, a 149.300 euro più Iva (quasi 56.000 per i materiali e 67.000 euro per la mano d’opera). Di questi, la Bovoli aveva provveduto a pagarne solo 75.000.Per questo il liquidatore giudiziale del concordato, Francesco Tatini, ragioniere di Rignano sull’Arno, assistito dall’avvocato Gianfranco Piccioli e su autorizzazione del giudice delegato Cristian Soscia, ha fatto causa per riscuotere il credito.Un’altra toga, Daniela Bonacchi, ha incaricato un perito di verificare la situazione, anche perché la mamma di Renzi sosteneva di aver pagato il dovuto e a riprova di ciò aveva ricordato di aver affidato alla Coam, nel 2015, anche la ristrutturazione di un altro immobile, un incarico che, a giudizio della mamma del fu Rottamatore, «mai la parte attrice avrebbe accettato senza prima pretendere l’ipotetico saldo pregresso». Di fronte a tale obiezione, ci preme ricordare che all’epoca Renzi era il presidente del Consiglio e Bacci un suo stretto collaboratore, più o meno ufficiale. Così vicino che qualcuno pensò persino di candidarlo alla presidenza di Telecom Sparkle. Nella sentenza di primo grado si legge come si sia incancrenita la situazione tra Bacci, Tiziano e Laura: «Alla luce degli ottimi rapporti, le parti avevano concordato, a saldo e stralcio di tutti i lavori effettuati, un importo - ridotto - di 67.000 euro oltre Iva (quale corrispettivo scontato, rispetto alla contabilità complessiva delle opere); ciononostante, la signora Bovoli non aveva provveduto al pagamento del dovuto e, pertanto, in virtù della posta attiva portata nella contabilità a bilancio e della procedura di concordato preventivo richiesta, la Coam si era trovata costretta ad emettere (alla committente) la fattura numero 22, del 16 maggio 2017, poi contestata dalla parte convenuta».Di fronte al mancato saldo, la Coam ha chiesto la condanna al pagamento della somma, aggiornata da interessi e rivalutazione monetaria. La madre si è opposta e, così, si è svolto il processo. «La particolare confidenzialità tra le parti», all’epoca dei fatti, ha portato il giudice a ritenere non rilevante per la propria decisione la «contabilizzazione lacunosa» o «la scarna descrizione delle lavorazioni effettuate», anche perché il perito ha accertato, seppur ridotto, l’effettività del debito. Un esame puntiglioso, quello dell’esperto, che ha portato a cancellare dal conto anche due piccole voci che non sarebbero state realizzate; una da 226 euro (non sarebbe stato demolito l’intonaco dei soffitti) e un’altra da 342 (l’opera sarebbe stata portata a termine direttamente dall’idraulico).Alla fine, per il tribunale, la Coam «vanta un diritto al compenso pari a 54.638,06 euro oltre Iva di legge» e per questo, il 6 ottobre del 2023, ha condannato la Bovoli al pagamento di quanto dovuto che, con spese legali, parcella del perito, rivalutazione e interessi è lievitato a circa 110.000 euro.La sentenza è stata appellata, ma non sono molte le probabilità che venga ribaltata.Dopo la decisione il liquidatore, con il titolo esecutivo in mano, ha azionato i pignoramenti mobiliari e immobiliari ed è iniziata la ricerca, attraverso gli ufficiali giudiziari, della somma da riscuotere. Ma i conti correnti rintracciati sono risultati senza liquidità. L’unico rapporto bancario con in pancia qualcosa è quello su cui viene versata la pensione della Bovoli, assegno che, però, è aggredibile solo in piccola parte. Non ha portato risultati neanche la caccia agli immobili, visto che quelli di famiglia sono stati tutti intestati ai figli.La scelta di essere nullatenenti non si può escludere sia stata presa anche in considerazione dei diversi processi in cui Laura e Tiziano sono coinvolti. Ricordiamo che, dopo varie sentenze favorevoli, nel 2024, i due genitori sono stati condannati a 3 anni e 2 mesi in primo grado per false fatturazioni, ma i pm hanno fatto appello per l’assoluzione dall’accusa di bancarotta.«Chissà se Renzi metterà sui social la notizia della condanna della mamma. Fa le feste e dice che le paga con i risarcimenti dei giornalisti querelati. Dovrebbe raccontare anche le cause che perdono, lui e i suoi parenti», è il commento sarcastico di Bacci. Che non ha gradito neppure la doppia festa di compleanno di Matteo: «A teatro ha organizzato quella di popolo, con la pappa al pomodoro, e poi ha portato i 250 amici più ricchi al Principe di Piemonte di Viareggio. Adesso voglio proprio vedere come la spiega la storia della ristrutturazione della casa non pagata».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.