2021-09-30
Concedetevi pure qualche vizio Però fatelo con stile
Winston Churchill (Wikipedia)
Manuale per tornare a godersi la vita sociale senza perdere le buone maniere. Nemmeno davanti a whisky e sigaretta Siamo quasi alla fine dell’incontro tra invitato e invitante: il servizio dei liquori. Quest’ultimi devono essere rigorosamente serviti in salotto, in uno studio, in una biblioteca e mai in sala da pranzo, dando così la possibilità di cambiare sia posto che vicini, ma anche argomenti (il che non guasta); la padrona di casa infatti avrà allestito diversi angoli più intimi e più d’atmosfera per facilitare una conversazione che non è più generica, ma va dritta allo scopo o affronta temi più spigolosi, più importanti o più personali. Vi sarà capitato di sentir dire in politica come in questioni d’affari: facciamo un caminetto, hanno fatto un caminetto. Ecco il significato sta proprio nel «dopo cena» o se preferite nel servizio dei liquori. L’Accademia della Crusca nel suo vocabolario indica i caminetti come i conciliaboli intimi e riservati che fanno i vari potenti per accordarsi, soprattutto in politica. Una foto emblematica di uno storico caminetto è quella che ritrae Ronald Reagan allora presidente degli Usa e Michail Gorbačëv allora potentissimo capo dell’Urss comunista che il 20 novembre del 1985 inaugurano la stagione del disgelo [...]. Ma dal passato emergono foto ancor più decisive: sono quelle dal banchetto di Yalta, quando a tavola Iosif Stalin (Urss), Franklin Delano Roosevelt (Usa) e Winston Churchill (Gran Bretagna), si fanno ritrarre a pranzo finito seduti su tre poltrone uguali e distinte a discutere del nuovo assetto mondiale dopo la sconfitta del Terzo Reich e del criminale Adolf Hitler. [...] La verità è che il caminetto era il cuore della casa e stringersi attorno al focolare per fare chiacchiere e patti dà il senso di una complice intimità. Nei circoli dell’aristocrazia o nei salotti dei palazzi nobiliari il caminetto dominava i luoghi - quasi sempre appartati e raccolti - dove ci si dava appuntamento per conciliaboli e intese. I caminetti evolveranno poi in fumoir, nelle sale da gioco ed è lì che arrivano sigari e liquori. Questo è ciò che accade anche nelle nostre case quando, terminato il pranzo, ci accomodiamo in salotto per fare chiacchiere professionali, per stringere accordi, per discutere di lavoro con la pacatezza che aver colto l’occasione di un buon menù induce sempre tra gli astanti. [...]È proprio con la degustazione dei liquori che i commensali possono avvicinarsi a un ospite in particolare e cercare di intraprendere una conversazione più privata per poter arrivare al dunque. Il galateo prevede proprio in questo punto della serata la possibilità di concludere affari, di fare richieste, di proporre progetti. Ci potranno essere una musica di accompagnamento senza risultare troppo invadente (meglio senza testo cantato), le luci indirette tramite delle abat-jour (i faretti a questo punto sarebbero quasi sconvenienti) e - vale la pena ricordarlo - il servizio va fatto rigorosamente dopo il caffè! Sarà quindi stato allestito un carrello o ci sarà un angolo con distillati e digestivi se è per un dopopranzo, oppure superalcolici cominciando dalle nostre inarrivabili grappe e poi cognac, whisky, rum e liquori dolci se è un dopo cena; non mancheranno inoltre i bicchieri adatti: un tumbler basso per il whisky da bere con soda o secco, un napoleon per l’armagnac o il brandy, lo snifter da rum, i bicchierini per i passiti, per il limoncello o il mirto, i piccoli bicchieri a tulipano aperto per la grappa. Ghiaccio con relativo secchiello e pinza, fette di limone o arancia, spremute di frutta, bibite gassate, cioccolatini, caramelle, confetti, gelatine di frutta faranno da cornice ai liquori. Sappiamo bene però che negli ultimi anni si è sempre più diffusa la moda di preparare nel dopo pasto anche delle tisane. Quest’ultime saranno digestive o concilianti il sonno e sicuramente verranno servite dalla padrona di casa, tazza per tazza, chiedendo prima la quantità di zucchero o di miele necessaria; meglio ancora - e più raffinato - sarebbe aver predisposto un tipo di tisana o infuso già sperimentato, fatto preparare precedentemente con particolari e selezionatissime essenze da un erborista (quindi non in sacchettini industriali), proponendolo così come un «sapore» esclusivo della casa. In assenza di mug alte (sono le tazze da tisana), potremo optare per l’utilizzo di tazze da tè, naturalmente linde e pinte come pulitissimi saranno i bicchieri per i vari liquori che non avranno aloni o tracce di gocce di acqua, non odoreranno di dispensa e soprattutto non saranno mai colorati: sapete ormai bene che i bicchieri non trasparenti nel galateo sono banditi! Per servire i liquori potete usare anche bicchieri scolpiti, per i distillati è bene che la trasparenza sia massima: si devono apprezzare nella loro complessità esattamente come i vini. E il materiale sarà di preferenza (staremmo per dire esclusivamente) cristallo! Di certo dobbiamo tener presente che dopo una cena il tasso alcolico potrebbe essere già al limite, evitiamo quindi di bere ulteriormente se lo abbiamo già raggiunto. [...]Contrariamente a quanto si possa pensare, il galateo prevede che vengano allestiti anche degli angoli per fumatori in un altro salotto o in uno studio (per non costringere gli altri astanti a subire il fumo passivo), con tanto di posacenere pulitissimi e accendini, angoli che non devono per forza essere in un terrazzo a meno 10 gradi o di fronte alla finestra. Ad esempio se vi fosse capitato di ospitare un gigante della storia come Churchill, il britannico vi avrebbe chiesto che fossero disponibili tre cose: Champagne Pol Roger a una temperatura tra i 6 e gli 8 gradi, scotch whisky possibilmente di torbiera e single malt o in alternativa un Gin Plymouth, e un enorme portacenere perché i sigari Sir Churchill li avrebbe portati da casa e sarebbero stati esclusivamente Romeo y Julieta. Ne comprava circa 4.000 all’anno e ne fumava una media di dieci al giorno, tant’è che nel campo dei sigari esiste il formato Churchill: i puros devono essere 18 centimetri di lunghezza e appena sotto i 5 di diametro! Sarebbe stato impossibile impedire a Sir Winston di fumare e infatti nessuno ci è mai riuscito! Anche perché lui con gli avanzi ci faceva tabacco da pipa che fumava di solito la mattina mentre il sigaro compariva dalla colazione in poi. Il padrone di casa - che si informerà di eventuali fumatori prima del dessert - potrà anche provvedere a far trovare dei sigari, magari abbinati a un ottimo whisky, o ancora a un rum o a una grappa stravecchia (meglio se di uve moscato) e a del cioccolato artigianale di qualità, rigorosamente fondente e con un tasso di cacao non inferiore al 70%. Al contempo però i fumatori avranno delle esplicite accortezze, tali da non infastidire gli astanti con le sigarette (soprattutto assentandosi continuamente tra una portata e l’altra ma aspettando eventualmente la fine del dessert), sia quelle classiche che quelle elettroniche che stanno prendendo piede in sostituzione delle più nocive «bionde». Attenzione: non è lecito «svapare» (orrida gergalità entrata purtroppo nell’uso comune) o svaporare girando per casa. [...] Ecco quindi che non si fumerà mai a tavola, in stanze non allestite, in presenza di bambini o anziani o donne incinte (neanche all’aperto), in macchina di altre persone o nella propria in presenza di altri viaggiatori; non si spegneranno mai i mozziconi su piatti o piattini o tazzine del caffè abbandonate, non si imporrà questo nostro vizio ogni due minuti. Da specificare anche che quando incontriamo qualcuno per strada, è bene spegnere subito la sigaretta nel posacenere portatile (e non buttare il mozzicone per terra!); se siamo in compagnia e capiamo che la situazione non è favorevole a una sigaretta, non proviamo nemmeno a chiedere di fumare! In realtà oltreché di «attentato» alla salute, il gesto di fumare è comunque indice di maleducazione in diverse situazioni, anche con la sigaretta elettronica; evitiamo di farlo durante le cerimonie, a teatro o in quei pochi luoghi pubblici nei quali ancora è consentito, nei funerali, nei siti di culto cristiano e non, nelle scuole ma soprattutto a tavola: buttare fumo negli occhi è volgare! Chi fuma non deve essere insultato o redarguito continuamente, ma al contempo egli deve accettare l’idea che fumare fa male [...]! Terminiamo il capitolo con un’ultima pillola: di solito una serata si dovrebbe concludere tra le undici e mezzanotte e sarebbe buona educazione che gli invitati decidessero (magari preventivamente) di andarsene tutti insieme; come già detto gli ospiti verranno salutati prima dell’uscio di casa e non fuori, per non arrecare disturbo agli altri inquilini o ai vicini, ma ricordiamoci sempre di attendere qualche minuto prima di chiudere loro la porta alle spalle! Infine gli ospiti che saranno fuori dalla porta di casa, non fumeranno l’ultima sigaretta di congedo: già in strada non si dovrebbe fumare mai, a maggior ragione in un’ora tarda che obbliga il padrone di casa a restare sull’uscio fino alla fine della «fumata».