2022-04-15
Con la crisi torna in campo EastMed. «L’Italia sarebbe un hub energetico»
Paolo Formentini (imagoeconomica)
Paolo Formentini (Lega): «Ampio sostegno in Aula. Il governo s’impegni a realizzare l’opera».Tornano le ipotesi di realizzazione del gasdotto Eastmed. A battersi per il coinvolgimento dell’Italia nell’infrastruttura da 1.900 chilometri che porterebbe energia passando da Israele, Cipro, Grecia verso il nostro Paese è il deputato della Lega Paolo Formentini. Il gasdotto è oggetto di un lungo tira e molla dal 2011. A fargli concorrenza e a decretarne lo stop è stato di fatto l’interesse verso Nord Stream 2, infrastruttura energetica ritenuta più interessante per le necessità europee. Ora, però, la guerra in Ucraina ha spinto i Paesi coinvolti a ripensarci. Il vicepresidente della terza commissione Affari Esteri e comunitari Formentini il 6 aprile scorso, durante un question time alla Camera, ha ribadito l’importanza di questo progetto invitando l’esecutivo a riprendere i colloqui con gli altri Paesi coinvolti. «L'attacco militare russo all’Ucraina ha posto in termini nuovi e drammatici la necessità di ricalibrare le scelte in materia di approvvigionamenti energetici che ha portato l’Italia a dipendere per oltre il 40% del suo fabbisogno di gas dalle forniture di metano provenienti dalla Federazione Russa», aveva detto la settimana scorsa, «anche se l’acquisto di gas russo non è ancora soggetto a sanzioni, esiste il concreto pericolo che del metano fornito dalla Federazione Russa si debba fare a meno in tutto o in parte nel prossimo futuro. L'EastMed aveva perso attrattiva durante la pandemia, quando il prezzo del metano era sensibilmente sceso ed era stato infine definanziato dagli Stati Uniti», sottolineava Formentini, «nelle nuove circostanze generate dal conflitto russo-ucraino, tuttavia, EastMed potrebbe aver recuperato la sua ragion d’essere». Per questo, il deputato leghista si domandava «se il governo non giudichi opportuno attivare le opportune interlocuzioni con i Paesi del progetto EastMed per tentare di rilanciarlo, associandovi l’Italia, in modo tale da assicurare al nostro Paese quella sicurezza degli approvvigionamenti che è recentemente stata posta in dubbio».Proprio in quella sede il governo aveva risposto positivamente dimostrandosi possibilista su Eastmed. «Al netto delle criticità di carattere politico ed economico, il progetto si porrebbe in linea con la nostra strategia di diversificazione delle rotte del gas, con la nostra azione di rafforzamento verso i Paesi già fornitori, come Algeria e Libia, e con l’idea di fare dell’Italia un vero hub europeo dell’energia, valorizzando il bacino mediterraneo e, in particolare, la sua sponda meridionale», aveva risposto il governo. «Con Eastmed noi possiamo collegare una serie di democrazie nostre alleate come quella israeliana, cipriota e greca», spiega Formentini alla Verità. «Dagli Stati Uniti sul tema ci sono state dichiarazioni contrastanti, ma Israele è uno stato molto interessato all’opera e se l’Italia batte un colpo e dimostra di crederci la possibilità c’è ancora». Come spiega Formentini, la posizione del Parlamento sulla realizzazione di Eastmed sarebbe compatta. «Io personalmente ho sentito tutti i diversi gruppi politici sul tema in un clima molto disteso, tanto che Movimento 5 Stelle, Pd e Forza Italia sono intervenuti a sostenere il progetto. Quindi, c’è un ampio consenso sul tema», spiega Formentini. «È un segnale nuovo, la prima volta in cui in un giro d’Aula si regista questo interesse sull’infrastruttura». «Giovedì prossimo», aggiunge Formentini, «è stata depositata una risoluzione sul tema. A me non basta che ci sia un interesse del governo, voglio un mandato del Parlamento all’esecutivo nel quale ci sarà una discussione congiunta in cui si avvia l’impegno del governo a realizzare l’opera».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)