
Greta Garbo non lo metteva, le femministe lo bruciavano. Per Ada Merini scatenava l'inferno, Marlene Dietrich lo definiva un artificio. Oggi è un oggetto sempre più tecnologico, che può diagnosticare il cancro, prevenire l'infarto e scongiurare perfino l'Apocalisse.Se negli anni Settanta i reggiseni venivano bruciati in piazza in nome della parità dei diritti, oggi più che mai sono un simbolo di femminilità da mettere in bella mostra. Sfilano sulle passerelle di New York, Parigi e Milano e sono sempre più protagonisti anche in tv: pure Sarah Jessica Parker ne sfoggia uno, sotto a un pigiama di seta, in uno spot. Non tutte le donne, però, amano questo indumento intimo. Alcune lo giudicano scomodo. Come Christina Shell, la cameriera canadese licenziata perché non indossava il reggipetto, indumento imposto dal dress code del golf club per il quale lavorava.True & Co è la maison di lingerie che promette di trovare il reggiseno perfetto per qualsiasi taglia e forma in pochi minuti. Sul sito online si risponde a un questionario di quattro domande, poi un algoritmo elabora le risposte e le confronta con i dati di 5 milioni di donne già presenti sul database, per restituire non solo la giusta taglia e il modello più adatto, ma anche quello della marca che si preferisce.«Il reggiseno deve sostenere qualcosa che per colpa di un calcolo errato è più pesante del dovuto, e perciò ha bisogno di un'armatura supplementare, un po' come il balcone di un edificio costruito con imperizia, che si deve puntellare con pilastri e sostegni perché non crolli. In altre parole: il reggiseno rivela l'aspetto tecnico del corpo femminile» (Milan Kundera, L'immortalità, 1990). Slacciare un reggiseno con due mani brucia 8 calorie. Usandone una sola si sale a 12, farlo con la bocca 87.«I reggiseni sono una viltà naturale delle donne, mettono in evidenza le grazie dell'Apocalisse. Essi servono, fatti a balconcino o a coppette, per sollevare qualche cosa che volgarmente cadrebbe. Il reggiseno è scherzoso e ammiccante e lascia prevedere lo scioglimento del tutto. I suoi legacci sono impropri, messi lì apposta per scatenare l'inferno» (Alda Merini, La vita facile, 1996). Il 10% delle italiane indossa la quarta di reggiseno, il 68% porta la seconda: è in Italia che si vende la maggior quantità di push up. Il 57% delle britanniche porta la quarta. La regina Elisabetta II la quinta.Le antiche romane, per contenere le loro grandezze indecorose, facevano grande uso di fasce dette taeniae, che fermavano poi con una cintura da indossare sopra la tunica, alla base del seno. Le cortigiane, invece, usavano lo strophium, una sciarpa trasparente definita da Marziale «una trappola cui nessun uomo può sfuggire, esca che riaccende di continuo l'amorosa fiamma».«Le mammelle che piacciono più che l'altre sono le picciole, tonde, sode e simili a due rotondi e belli pomi. Vogliono alcuni che elle non siano troppo attaccate, né troppo picciole» (così un trattato di cosmetica del Cinquecento). Madame Tallien, protagonista assoluta della vita mondana nella Parigi della fine del Settecento, si presentò al ballo dell'Opéra indossando una tunica di seta smanicata «priva di qualunque indumento intimo». In un'altra occasione si mostrò invece col seno coperto da una reticella di diamanti.Tra i reggiseni più costosi al mondo, quello ricoperto da 1.300 pietre preziose tra cui rubini e diamanti. Prezzo: 15 milioni di dollari. I reggiseni più antichi che esistano, trovati nel castello Lengberg, in Tirolo, risalgono al 1440-1485. Solo nel 1907, però, la rivista Vogue cominciò a pubblicare foto e disegni dei primi reggiseni con il nome francese brassière che americani e inglesi hanno abbreviato in bra. In francese il reggiseno si chiama soutien-gorge. Il primo brevetto fu depositato il 12 febbraio 1914 dalla newyorkese Mary Phelps Jacob con il nome di «Caresse Crosby». Discendente di Robert Fulton, inventore delle navi a vapore, Mary prese due fazzoletti di seta legati da una striscia di seta rosa e li fissò dietro la schiena con una sottile cordicella. I fazzoletti schiacciavano il seno facendolo sembrar piccolo come voleva la moda. Mary cedette il brevetto alla Warner Brothers Corset Company per 1.500 dollari, l'equivalente di 25.600 euro di oggi.Nel 1933 il regime che voleva la donna prosperosa come si addice a una vera nutrice, impose di: «Bandire dalle case fasciste i giornali di moda francesi, esaltatori della donna bastone» (dal Giornale della dama). Negli anni Cinquanta spopolano le super maggiorate. Il balconcino dalle coppe imbottite è l'unico a sostenere i seni forti e a dare volume ai più deboli.«Reggiseni. Essenziali, dall'adolescenza alla morte. Molte mamme esitano, davanti alle loro dodicenni, quasi che l'acquisto di un reggiseno equivalesse l'emancipazione. In realtà, equivale la garanzia di uno sviluppo armonioso. Portateli sempre, ed abbiatene molti, di tipo diverso: quello che userete più spesso abbia spalline larghe ed eventualmente foderate di vellutino, per evitare di incidere la carne; quello che metterete la sera sia, sempre, senza spalline, per adattarsi a qualunque tipo di scollatura, a qualunque trasparenza; quelli che sceglierete durante la gravidanza abbiano l'approvazione del medico, e vi sorreggano ininterrottamente, anche la notte, e siano perfettamente lavabili perché dovrete ungervi molto la pelle in modo da evitarvi le smagliature» (dal Dizionario di Irene Brin).«Negli anni Sessanta, come ogni brava femminista in erba, ho bruciato il mio reggiseno, ma adesso che siamo negli anni Novanta ho capito che la Playtex mi «sosteneva» decisamente meglio di qualsiasi uomo abbia conosciuto» (Susan Sweetzer in Le donne vengono da Venere, gli uomini dall'Inferno di Amanda Newman, 1999). Negli anni Novanta spopolano i push-up della Wonderbra. Nei primi mesi dal lancio se ne vendeva uno ogni 15 secondi. Oggi She's mine, un modello cinese, si gonfia e si sgonfia a seconda delle occasioni premendo un bottoncino. «In America succede una cosa strana. Un uomo si volta (oppure fischia, se ha l'abitudine di farlo) ammirando quello che è chiaramente un artificio. È una cosa molto commovente, che prova quanto siano idealisti gli uomini» (Marlene Dietrich, nel Dizionario di buone maniere, 1962). «Non metto mai il reggiseno. Sono stata io la vera liberazione della donna» (Greta Garbo).Il reggiseno bionico, creato dal Centro di eccellenza per la scienza degli elettromateriali dell'Università di Wollongong, è dotato di sensori che seguono i movimenti dei seni: se sollecitati dal movimento, il tessuto in nylon si contrae per dare più sostegno, a riposo torna alla struttura normale, più morbida e comoda.La baronessa Elsa von Freytag-Loringhoven, amica di artisti dadaisti, se ne andava a spasso per Greenwich Village con due lattine di pomodoro a mo' di reggiseno. Elena Bodnar, ricercatrice del Trauma risk management research institute di Chicago, nel 2009 vinse il premio (Ig)nobel con un reggiseno che si sfila per trasformarsi in due mascherine antigas. Durante la cerimonia protessero il viso di Wolfgang Ketterle e Paul Krugman, rispettivamente premio Nobel per la fisica nel 2001 e per l'economia nel 2008.Nel 2004 la Triumph s'inventa l'Anti smoking bra, un reggiseno con capsule di gelsomino e lavanda che si attivano non appena si accende una sigaretta, rendendo il sapore del fumo sgradevole. Tra i reggiseni intelligenti: quello che monitora battito cardiaco e respirazione, con l'obiettivo di tenere a bada i picchi di stress; quello che può diagnosticare il rischio di cancro al seno grazie a 200 biosensori che lo mappano di continuo e monitorano parametri come i cambiamenti di temperatura, la dimensione e il peso; quello che cambia colore al momento dell'ovulazione; quello che controlla il dispendio calorico; quello antiaggressione capace di dare l'allarme via radio; quello che scongiura un'eventuale Apocalisse indicando la caduta di oggetti pericolosi dal cielo (si chiama Armaggedon); quello con pannello solare per ricaricare il cellulare; quello che s'infila nel microonde per combattere il freddo.Marilyn Monroe, nel film Quando la moglie è in vacanza, racconta di «tenere gli intimi in frigorifero». Portava una quarta. «Ho il seno piccolo ma non me lo rifarei: è troppo comodo andare senza reggiseno» (Chiara Ferragni).
Nadia Battocletti (Ansa)
I campionati d’atletica a Tokyo si aprono col secondo posto dell’azzurra nei 10.000. Jacobs va in semifinale nei 100 metri, bronzo nel lancio del peso per Fabbri.
Ansa
Partita assurda allo Stadium: nerazzurri sotto per due volte, poi in vantaggio 2-3 a un quarto d’ora dalla fine. Ma la squadra di Chivu non riesce a gestire e all’ultimo minuto una botta da lontano di Adzic ribalta tutto: 4-3 Juve.
Maria Sole Ronzoni
Il ceo di Tosca Blu Maria Sole Ronzoni racconta la genesi del marchio (familiare) di borse e calzature che punta a conquistare i mercati esteri: «Fu un’idea di papà per celebrare l’avvento di mia sorella. E-commerce necessario, ma i negozi esprimono la nostra identità».
Prima puntata del viaggio alla scoperta di quel talento naturale e poliedrico di Elena Fabrizi. Mamma Angela da piccola la portava al mercato: qui nacque l’amore per la cucina popolare. Affinata in tutti i suoi ristoranti.