2025-01-30
Falsa partenza Ue: la nuova Commissione si incarta sulle multe ai produttori d’auto
Von der Leyen parla di flessibilità nell’applicare le sanzioni sulle emissioni, non di eliminazione. Apertura sui biocarburanti.«Sul tema delle multe legate alle quote di veicoli puliti venduti nel 2025, personalmente troverei strano penalizzare attori che altrimenti stiamo cercando di aiutare, mentre i concorrenti in particolare cinesi, non hanno gli stessi vincoli. Questa è una delle prime decisioni che dobbiamo prendere rapidamente per il settore». I concetti, abbastanza chiari, espressi da Stéphane Séjourné, responsabile della strategia industriale a Bruxelles, sulle colonne di Le Figaro, sembravano spianare la strada a una scelta stranamente netta e precisa dell’Unione Europea su un tema sentitissimo, le sanzioni da più di 15 miliardi che in mancanza di altri provvedimenti colpiranno le case automobilistiche europee, già alle prese con una crisi epocale. Il meccanismo prevede che bisognerà versare un «obolo» di 95 euro per ogni grammo di CO2 eccedente il limite imposto, il tutto moltiplicato per il numero di auto vendute in un anno nei mercati dell’Ue. Si prevede (parliamo di stime) un salasso superiore ai 3 miliardi per Stellantis e di poco inferiore per Renault. Séjourné non è uno dei tanti commissari Ue che si trova a parlare di settori e partite che non lo riguardano direttamente, ma è il responsabile del dossier auto. E ha deciso di far conoscere la sua posizione (non è la prima volta che va in questa direzione) alla vigila della presentazione ufficiale della bussola per la competitività dell’Ue, che nelle intenzioni della Commissione rappresenterà l’agenda della nuova Europa, il cronoprogramma dell’Ursula II. Insomma, sembrava possibile che si andasse verso una cancellazione delle multe. E invece le parole pronunciate ieri dalla Von der Leyen hanno sterzato decisamente il tiro. Il focus è sulla flessibilità, di eliminazione non v’è traccia, e l’obiettivo diventa salvaguardare comunque la traiettoria del Green deal, anche a costo di multare le case d’auto che operano nel Vecchio Continente. «Ovviamente ci deve essere equità», ha evidenziato il presidente nella conferenza stampa di presentazione della bussola, perché alcuni hanno già investito e sono riusciti a raggiungere gli obiettivi, ma ci sarà anche la quantità di flessibilità e pragmatismo necessari per risolvere questo dossier complesso. È una questione che non va guardata singolarmente, ma in un pacchetto che abbiamo sul tavolo che è l’obiettivo del dialogo sul futuro dell’industria automobilistica in Europa. È molto importante anche qui la velocità, perché, ovviamente, certe aspettative devono essere soddisfatte e le incertezze devono essere escluse, quindi stiamo parlando più una questione di settimane che di mesi». Sarà anche solo una questione di settimane, sarà anche giusto salvaguardare le case automobilistiche che hanno già pesantemente investito per ridurre le emissioni, ma il punto ancora una volta è il differente passo tra Europa e resto del mondo che conta. Anche perché oltre alle «punizioni» esistono pure sistemi premiali che possono avvantaggiare in qualche modo i produttori che hanno virato pesantemente le loro strategie basandosi sulle attuali regole Ue e che a loro volta non possono essere penalizzati per questo. Se ci si aspettava qualcosa in più sulle multe, sembra andare invece nella giusta direzione l’inversione a U sui carburanti del futuro. «Raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica per le auto entro il 2035», evidenzia la “Bussola”, «richiederà un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico, in cui gli e-fuel hanno un ruolo da svolgere attraverso una modifica mirata del regolamento come parte della revisione prevista. Il dialogo confluirà in un piano d’azione industriale dell’Ue per il settore automobilistico, che includerà ambiziose iniziative sul fronte della domanda e dell’offerta, come una proposta per rendere più ecologiche le flotte aziendali». Il primo tassello, necessario, per arrivare poi alla svolta che più sta a cuore all’Italia, quella che vira verso i biocarburanti. Da sempre infatti il governo è uno strenuo sostenitore della necessità di andare avanti nella decarbonizzazione dei trasporti in modo graduale e rispettando il principio della neutralità tecnologica per garantire una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa. E adesso quali sono le prossime tappe? Nella «Bussola» ci sono indicazioni di principio, ma la vera trattativa inizia oggi, con il Commissario per la mobilità sostenibile, Apostolos Tzitzikostas, che avvierà il dialogo con tutti gli stakeholder del settore in vista del Clean Industrial Deal. Si vuole anche evitare che prenda concretezza il meccanismo delle imprese che si associano in una sorta di team anti-multe acquistando crediti puliti da chi produce fuori dall’Europea. Stellantis, per esempio, si era associata con Toyota, Ford, Subaru, Mazda e Tesla. «Un meccanismo infernale», così l’ha definito il ministro Urso, che rischia di sancire il collasso dell’industria europea. Anche per questo ci si aspettava meno flessibilità e più decisionismo come primo approccio sulle quattro ruote della nuova Commissione.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)