2019-07-03
«Commissione e tribunale per riformare il sistema che gestisce i minorenni»
Il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana: «È urgente un'inchiesta sulle comunità di accoglienza e sulla gestione dei soldi pubblici. Serve un giudice unico per snellire le procedure». Ministro, che idea si è fatto di ciò che è accaduto in provincia di Reggio Emilia? «Se le notizie di cronaca saranno confermate, ovviamente spetterà alla magistratura valutarlo, siamo di fronte a un quadro drammatico e spaventoso. Approfittarsi di famiglie e dell'innocenza dei bambini è cosa abominevole. E io la reputo equiparabile a un omicidio: non si uccidono i corpi, in questo caso, ma le anime. Questa crudeltà, se confermata, deve essere condannata in maniera esemplare». Questa vicenda, al di là delle eventuali responsabilità penali dei singoli, mostra che esiste un problema riguardante i servizi sociali e la gestione degli affidi. Che ne pensa? «Il sistema ha oggi delle evidenti criticità e noi siamo impegnati per dare la massima dignità alla giustizia per i bambini. È una discussione che pongo a livello di intero governo, e che deve abbracciare le diverse competenze. Da giovedì sarà all'esame delle commissioni congiunte Giustizia e Affari costituzionali il disegno di legge, da me fortemente voluto e depositato ad aprile, per l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sulle comunità familiari». Che cosa prevede?«Il testo prevede appunto l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori, per far luce su tutti i casi sospetti e garantire la massima trasparenza e controlli mirati. Nella nostra proposta sono inoltre previsti: la definizione di standard minimi dei servizi di assistenza ai bambini nelle case famiglia, il monitoraggio sulle attività, i criteri e i modelli di contribuzione, l'eliminazione delle cause che potrebbero generare situazioni di potenziale conflitto di interesse tra controllori e controllati. Ho già chiesto ai nostri parlamentari di attivarsi per dare alla proposta il percorso d'urgenza e arrivare così il prima possibile all'approvazione».Varie associazioni che si occupano di minori sostengono che sia necessario un maggiore controllo sui soldi pubblici spesi a beneficio di centri, associazioni, comunità eccetera. Pensa che sia possibile fare dei passi avanti su questo fronte?«Assolutamente, e per questo abbiamo inserito previsioni specifiche nel disegno di legge, su cui auspico ci sia ampia convergenza delle forze politiche, anche per garantire all'iter la massima celerità». Crede che serva un maggiore controllo sugli assistenti sociali?«È tutto il meccanismo che governa le scelte che hanno al centro i bambini che deve essere oggetto, a mio avviso, di una riforma, d'intesa con gli altri ministeri competenti, i magistrati, l'avvocatura, gli operatori del settore. Devono esserci controlli continui, supervisioni, monitoraggio anche con videocamere nei contesti più critici, perché anche un professionista serio e scrupoloso può avere un momento di sovraccarico e fragilità e deve essere aiutato prima che ciò possa creare un danno. È chiaro, per me, che chi sbaglia con i bambini non potrà mai più lavorare a contatto con i minori».Sembra che anche l'ideologia Lgbt abbia giocato un ruolo non secondario nella vicenda reggiana. Si è fatto un'opinione in proposito? «Più in generale direi che è una certa cultura globalista che vuole affossare la famiglia tradizionale. Perché? La famiglia è il luogo primario della formazione, della costruzione della personalità e della propria identità. È evidente che per chi vorrebbe una società fluida ed omologata, dominata dal pensiero unico, dove le dinamiche dei gruppi sono regolate solo ed esclusivamente dai consumi, ogni valore tradizionale è visto come una minaccia». Lei ieri ha parlato di un tribunale unico per famiglia e minori. Di che cosa si tratterebbe?«Sì, è una proposta a cui guardo, da costruire - ovviamente - a livello di governo, garantendo un ampio e leale confronto con tutte le istituzioni coinvolte. L'obiettivo è evitare la frammentazione di procedure e competenze, oggi in capo a diversi organi della magistratura. Un giudice unico, inteso come sezione specializzata o tribunale ad hoc, che potrà sintetizzare tutte le competenze che riguardano famiglia e minori, compresi i profili penali, snellire la procedura in modo da assicurare una maggiore celerità nelle decisioni, coniugata ad un'alta specializzazione degli operatori coinvolti. Quando si parla di minori ogni giorno di ritardo o un provvedimento sbagliato possono rappresentare una vita segnata per sempre. E il caso di Reggio Emilia ci dice anche questo».Cambiamo leggermente argomento, pur restando nei paraggi. Pensa che alle fine si riuscirà a portare a casa la legge sull'affido condiviso?«C'è una discussione parlamentare e saranno ascoltati tutti. Una riforma è nel contratto di governo. È giusto che su questo tema, così delicato, si arrivi però a una soluzione il più possibile condivisa e che sia la migliore possibile per garantire il superiore interesse dei bambini: l'unico e vero obiettivo che ci deve unire e che deve guidare l'impegno di noi tutti».
Charlie Kirk (Getty Images)
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