2021-06-28
Città nel caos. Finalmente le riaperture. Ma ora non lasciamo i centri storici ai delinquenti
Finito il lockdown, è saltata ogni regola. Da Milano a Palermo, strade e piazze di tutta Italia di notte sono in balia degli istinti più belluini. Schiamazzi, risse, tappeti di rifiuti. Nemmeno i divieti dei Comuni fermano il grande sfogo. Il sottosegretario leghista all'Interno: «Lo Stato c'è per garantire la legalità. Con i 65 milioni di euro del fondo per la sicurezza urbana i sindaci potranno assumere forze dell'ordine e pagare straordinari». Lo speciale contiene due articoli. Un tappeto di vetri, monconi di bottiglie sparsi ovunque, mucchi di bicchieri di plastica, poi chiazze di vomito e puzza di urina. Non siamo alla periferia di Bombay. La foto è quella di tante piazze e strade di città da Nord a Sud Italia. Nessuna sembra salvarsi dalla movida selvaggia che si è scatenata con l'abbattimento delle restrizioni decise per la pandemia. La fine del blocco orario e della circolazione sembra aver dato la stura agli istinti repressi più violenti e incontrollabili. Le città, dal tramonto all'alba, diventano ostaggio di bande di ragazzi che migrano da una piazza all'altra lasciandosi dietro una scia di rifiuti e marcando la loro presenza con urla e schiamazzi, spesso degenerati in risse. Per i residenti nelle aree di aggregazione, dormire è diventata una sfida impossibile. La riconquista della libertà, che pure su queste colonne abbiamo a lungo auspicato, si sta trasformando in un liberi tutti da ogni regola di convivenza civile. Certo non era questo che intendevamo, noi e gli italiani, per ripresa della normalità. Nel primo fine settimana senza restrizioni, a Roma le forze dell'ordine hanno ricevuto oltre 100 segnalazioni di schiamazzi, a Napoli presso i vigili urbani ne sono arrivate una cinquantina: alcune addirittura denunciavano lanci di lattine e bottiglie contro balconi e finestre dei primi piani. A Firenze, in Santo Spirito, il cordone di protezione per la basilica è stato tranciato, le basi dei pali che lo sostenevano divelte e sul sagrato è successo di tutto, compresa la collocazione di un water di ceramica. Al mattino, nelle strade della Roma storica, «sembra ci sia stata la guerriglia, dove i cadaveri ammucchiati per terra (cioè i cumuli di rifiuti) sono preda di gabbiani più qualche topo», ha scritto Marcello Veneziani su La Verità raccontando un giro mattutino per il centro della capitale. Le notti infernali non interessano solo le aree del tradizionale divertimento romano, come Trastevere, Campo de' Fiori, Monti. A Montesacro le forze dell'ordine hanno ricevuto segnalazioni di urla e schiamazzi fino alle 4 del mattino. I residenti ora temono che la pedonalizzazione di piazza Sempione incentivi i bagordi notturni. Spesso la polizia che tenta di disperdere gli assembramenti molesti viene accerchiata e minacciata, come è successo nel quartiere di San Lorenzo. Episodi simili si registrano ogni fine settimana, in molte città dove la movida si è scatenata. Se il degrado di Roma ci aveva abituato alle scene dei bagni nelle fontane, i tuffi nel Naviglio a Milano, incitati da urla da stadio, sono l'ultima novità del divertimento notturno, in barba ai divieti e alle multe salate che possono arrivare anche a 3.000 euro. Sempre più frequenti episodi violenti come la maxi rissa alla Loggia dei mercanti e i tafferugli con le forze dell'ordine alle Colonne di San Lorenzo con lancio di bottiglie. «Questa riapertura sta portando a escalation che ci preoccupano», ha detto il sindaco Giuseppe Sala a commento dei recenti episodi. Circa due settimane fa sono stati installati nei principali luoghi della movida milanese alcuni fonometri che per tutta la giornata, ininterrottamente, misurano i livelli dei rumori. Ma a quanto pare non bastano. I sindaci rilevano che il lockdown ha lasciato un'allarmante eredità: i giovani, anche minorenni, cominciano a tracannare alcolici da metà pomeriggio, probabilmente perché ancora abituati al coprifuoco che condizionava l'orario dello sballo. Risultato: alle 17 sono già sbronzi. I decibel volano soprattutto sul litorale. Da Jesolo a Mondello, da Viareggio a Fregene, prima del tramonto gruppi di ragazzi si riversano sulle spiagge con gli zaini colmi di alcolici e la gazzarra va avanti fino all'alba. I comitati anti degrado costituiti da cittadini esasperati, si moltiplicano ovunque e stringono d'assedio le amministrazioni. Ma queste sono anche pressate dagli esercenti dei locali che, dopo la lunga chiusura, vogliono rientrare delle perdite e sono contrari alle restrizioni sulla vendita delle bevande. I sindaci tentano di mediare tra le diverse esigenze. Limitare gli orari in molti casi diventa inevitabile. Il Comune di Genova, dopo diversi interventi per rissa e un agente che ha riportato una frattura, ha disposto il divieto di consumare alcolici al di fuori dei dehors nel centro storico, da mezzanotte alle sette del mattino. Multa da 500 euro per chi trasgredisce. A Pavia giù le serrande, per i gestori di bar e locali, dall'una alle 5 del mattino. A Jesolo divieto dell'uso di alcolici nel fine settimana dalle 16. Ma i giovani aggirano la norma acquistando l'alcol nel primissimo pomeriggio. L'amministrazione ora progetta di installare fari da stadio per illuminare a giorno l'arenile e contrastare il degrado notturno. A Perugia sono state piazzate telecamere nei punti di aggregazione per monitorare la situazione. A Livorno si è fatto ricorso all'elicottero, già utilizzato in occasione dei derby calcistici con il Pisa, o per altri match ad alto rischio per l'ordine pubblico, per monitorare le zone con la più alta concentrazione di pub e ritrovi della movida, ma anche il lungomare preso d'assalto con la bella stagione. Proprio a Pisa un'ordinanza del sindaco vieta la vendita di alcol in vetro da asporto a partire dalle 17 e il consumo di qualunque tipo di bevanda in vetro fuori dai locali o dalle aree attrezzate con tavolini. Eppure una foto ritrae piazza Santa Caterina ridotta a una discarica, con vetri rotti, bottiglie e bicchieri abbandonati dappertutto e addirittura un carrello del supermercato abbandonato. Forse era servito per trasportare grandi quantità di bottiglie. Spesso l'alcol è distribuito da ambulanti abusivi che nascondo le bottiglie nei loro pozzetti mobili. A Palermo il prefetto ha voluto una task force proprio per combattere questo fenomeno mentre i residenti del centro premono perché sia ripristinata la Ztl notturna per limitare il traffico. Tentativi ovunque, ma la movida selvaggia sembra inarrestabile. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/citta-nel-caos-finalmente-le-riaperture-ma-ora-non-lasciamo-i-centri-storici-ai-delinquenti-2653569072.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="presto-i-rinforzi-nei-centri-turistici-daremo-agli-agenti-taser-e-bodycam" data-post-id="2653569072" data-published-at="1624827087" data-use-pagination="False"> «Presto i rinforzi nei centri turistici. Daremo agli agenti taser e bodycam» «Non lasceremo che le città diventino ostaggio di chi ha interpretato la fine delle restrizioni come la licenza a infrangere le regole della legalità e della convivenza civile. Stiamo assistendo a una escalation di aggressioni e atti vandalici che rischiano di compromettere la vivibilità dei centri urbani e la loro attrattiva per il turismo. Il governo ha messo in campo un piano per la sicurezza che rafforza la presenza delle forze dell'ordine sul territorio e presto la Polizia nazionale e quella locale saranno dotate di strumenti di deterrenza più efficaci. Le città devono tornare ad essere un luogo sicuro per chi ci vive e per i turisti». Nicola Molteni, sottosegretario all'Interno, ha un tono concitato. Sono giorni, dice, che riceve telefonate di sindaci allarmati dagli episodi di movida selvaggia. Risse, atti vandalici, aggressioni: la fine del coprifuoco e il ritorno in zona bianca è segnato da disordini e tafferugli che hanno messo a dura prova le forze dell'ordine in molte piazze d'Italia. «A questi si aggiunge il ritorno dello spaccio di droga per le strade, specialmente nei luoghi di ritrovo, nelle piazze di aggregazione» commenta. Stanno esplodendo le energie peggiori del tessuto urbano. Quali interventi ha predisposto il Viminale? «Saranno rafforzati i servizi di vigilanza nelle località con maggior afflusso turistico, tramite l'invio di 2.300 unità della Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza che andranno a potenziare gli organici in 65 province. A luglio partirà il piano di potenziamento delle questure con l'arrivo di oltre 950 agenti per un controllo più capillare del territorio. Il messaggio è di uno Stato che c'è per garantire legalità e sicurezza. Un'altra risposta del governo è il fondo da 65 milioni di euro per la sicurezza urbana che sarà spalmato sul triennio 2021-2023, a disposizione delle amministrazioni locali per finanziare progetti a difesa della legalità, come le spiagge sicure contro forme di abusivismo. Fondi che saranno usati anche per assunzioni a termine nella polizia locale o per il pagamento degli straordinari. Non dimentichiamo poi l'efficacia del potere di ordinanza attribuito al sindaco o del Daspo ai questori. Ma altri strumenti sono in arrivo a breve». A quali strumenti si riferisce? «È alle battute finali la procedura di assegnazione alle forze di polizia nazionale del taser, lo strumento che inibisce i movimenti muscolari e che può davvero rappresentare una svolta come forma di deterrenza della violenza. Circa cento Paesi al mondo lo usano con risultati soddisfacenti e la sperimentazione in Italia è andata bene. È una alternativa all'arma da fuoco, evita al poliziotto di sparare in casi estremi. L'iter è cominciato nel 2014 e ora dovremmo essere al traguardo. In arrivo anche la bodycam, una telecamera agganciata alla divisa che consentirà di riprendere ogni intervento. Troppo spesso gli agenti finiscono sotto processo per aver fatto il proprio dovere. I filmati aiuteranno ad eliminare qualsiasi dubbio sulle operazioni». In questi giorni abbiamo assistito anche a reazioni violente contro gli agenti che intervenivano per arginare la degenerazione della movida. Sta venendo meno anche il rispetto per la divisa? «Indubbiamente è un fenomeno in aumento. Chi indossa la divisa rappresenta lo Stato ma questo non è percepito. Per di più c'è chi va in tv a dire che la divisa spaventa. Nessuno è contro la movida ed è bene che le città vengano vissute anche la sera, ma nel rispetto della legge. Risse e aggressioni si moltiplicano anche nei piccoli centri. L'Italia aveva acquisito all'estero un'immagine di Paese sicuro e il boom del turismo, negli anni precedenti al Covid, era dovuto anche a questa percezione. Non vorrei che le immagini delle risse nei quartieri storici delle città possano distogliere i turisti. Si fa presto ad arrivare al degrado urbano che favorisce il sopravvento della malavita organizzata. La criminalità si alimenta del disagio della crisi economica. Sono in aumento l'alcol anche tra gli adolescenti e le sostanze stupefacenti. Interverremo con fermezza per contrastare queste forme di illegalità».