2018-05-16
Monica Cirinnà, la paladina dei diritti che riempie di insulti chi non ha le sue idee
La senatrice attacca su Facebook il manifesto antiabortista di Roma e con i pro life usa toni da anni di piombo: «Riaperte le fogne».Vorrebbe una legge per punire il cosiddetto hate speech (incitamento all'odio) contro gay e transessuali. Insieme all'ex «presidenta» della Camera, Laura Boldrini, ha aderito a varie campagne per denunciare il fenomeno dei «leoni da tastiera». Su Facebook, però, insulta chi la pensa diversamente, tirando fuori gli slogan degli anni di piombo.Stiamo parlando della senatrice Monica Cirinnà, autrice della legge sulle unioni civili e grande sostenitrice del ddl, firmato da Ivan Scalfarotto, per il «contrasto all'omofobia e alla transfobia». Il provvedimento è arenato a Palazzo Madama dal 2013, perché il Pd, come ha spiegato la stessa Cirinnà, insiste nel voler mantenere una norma che punirebbe «comportamenti e discorsi omofobi da parte di soggetti come docenti universitari o preti». Una misura degna del Terrore giacobino, che aveva diviso la vecchia maggioranza parlamentare.L'ultimo capolavoro della senatrice, la quale certo non spicca per l'attaccamento al valore del pluralismo, sono gli insulti partiti dalla sua pagina Facebook nei confronti degli attivisti pro life. A essi, la Cirinnà contestava la campagna «falsa e disgustosa» contro l'aborto, definito, in un manifesto che di recente ha diffuso la piattaforma civica Citizengo, «la prima causa di femminicidio nel mondo». E se, con esemplare condotta democratica, il post della Cirinnà invocava addirittura l'intervento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per far rimuovere l'affissione e silenziare i non allineati, è nel successivo dibattito che la paladina dei diritti civili (dai quali forse è stata espunta la libertà d'espressione) ha dato il meglio di sé.Rievocando uno dei motti in voga negli anni Settanta, quando spesso alle parole facevano seguito le armi, la Cirinnà ha ironizzato così sui contestatori: «Stasera hanno riaperto le fogne?»). Un concetto ribadito più volte («sì, le hanno riaperte», ha insistito l'onorevole), come se fosse normale leggere lo slogan con cui, quarant'anni fa, si esortava alla violenza contro i «fascisti», associato al nome di una senatrice della Repubblica. La Cirinnà avrà voluto seguire l'esempio dell'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, che nel 2015, durante un comizio alla festa dell'Unità, ci regalò questa perla: «La destra torni nelle fogne da dove è venuta». Proprio nella capitale, peraltro, qualche settimana fa il Comune aveva disposto la rimozione di un altro manifesto antiabortista, attirandosi persino le critiche del radicale Marco Cappato. Invero, i toni dei post devono esser parsi eccessivi agli stessi gestori della pagina Facebook, i quali a un certo punto hanno specificato che «non scrive Monica», ossia che i messaggi visibili sul profilo della Cirinnà sono opera degli assistenti. Ma il discorso non cambia: poiché a comparire sono nome e volto dell'onorevole, significa che la fustigatrice del «discorso d'odio» condivide gli insulti, quando sono rivolti a chi non la pensa come lei.Lo staff, peraltro, usa metodi a dir poco inquisitori. Ogni volta che compare un commento sgradito, i curatori della pagina spulciano l'account del contestatore in cerca di un post che possano considerare omofobo o razzista. Se lo trovano, lo rilanciano per dimostrare che quella persona ha torto a prescindere. Manco a dirlo, tutto ciò che non supererebbe un test dell'Arcigay viene messo alla pubblica gogna: da un post che pubblicizza il Family day, a uno delle Sentinelle in piedi. Persino essere membri del Movimento cristiano lavoratori viene considerato fonte di «disgusto» dal milieu della Cirinnà. La quale, potremmo sospettare, magari considera una fattispecie penalmente rilevante la militanza in gruppi religiosi e l'opposizione a «matrimonio egalitario», adozioni gay e aborto.Le cattive abitudini della squadra che affianca la senatrice ci vengono confermate da Maria Rachele Ruiu, collaboratrice di Citizengo: «Non è la prima volta che i dissidenti vengono bersagliati dalle offese: lo staff è sempre molto maleducato. Spesso guarda il profilo di chi commenta e, se pro life o pro family, insulta e chiude la discussione». Eppure, è proprio da esponenti politici come la Cirinnà che provengono accorati appelli alla lotta contro le discriminazioni e, in particolare, contro gli haters del Web. Come spesso accade, i moralisti si rivelano i più immorali: e il viso sorridente della senatrice, che rinchiuderebbe in galera professori e preti tacciati di «omofobia», fa da corredo ai motti degli anni in cui volavano le sprangate e i bossoli delle P38.
Jose Mourinho (Getty Images)