2025-04-19
Fazio & C. ammettono il cioccolato-gate
Fabio Fazio alla Lavoratti di Varazze
La manager di Lavoratti 1938 conferma le sanzioni: «L’etichetta che cita la nocciola Igp è stata ritenuta non conforme e il pistacchio non Dop serviva per prove tecniche». Un fornitore: «Compravano da noi, ma non facciamo parte del consorzio». Esposto Codacons. Alla fine Fabio Fazio ha dovuto ammettere la figura da cioccolataio. O meglio, per lui l’ha fatto la trentunenne savonese Alessia Parodi, l’amministratrice unica della società Dolcezze di Riviera (proprietaria del marchio di barrette e praline Lavoratti 1938), di cui il conduttore è socio e «salvatore». La donna è al timone dell’azienda dall’aprile dell’anno scorso, dopo che il presidente Fazio e l’ad Davide Petrini, marito della signora, hanno dato le dimissioni. Il cambio di governance è arrivato a seguito dell’ispezione amministrativa dei carabinieri del reparto Tutela agroalimentare di Torino, i quali hanno contestato all’azienda 13 sanzioni amministrative relative a 1.198 confezioni e 5.400 etichette su cui erano falsamente indicati come ingredienti i pistacchi verdi di Bronte Dop e le nocciole tonde di Giffoni Igp. La «truffa» è costata all’azienda una multa da quasi 100.000 euro, ridotta a 62.400 euro in considerazione dello sconto del 30 per cento garantito da pagamento immediato.La nota è stata diramata dopo che il Codacons ha annunciato battaglia.«La sanzione amministrativa ricevuta ben quattordici mesi fa, riguarda un’etichettatura relativa alla Nocciola tonda di Giffoni, ritenuta non conforme dal nucleo dei Carabinieri, sebbene validata da un parere della Camera di Commercio di Torino, ente specializzato in etichettatura alimentare» ha spiegato, in modo un po’ fumoso, la Parodi. Che ha aggiunto: «La sanzione è stata sanata e il packaging regolarizzato immediatamente». L’amministratore ha minimizzato i problemi con il secondo ingrediente citato con superficialità: «In 44 tavolette e 62 vasetti di crema (su una produzione di migliaia di pezzi) è stato utilizzato erroneamente del pistacchio siciliano privo della dicitura Dop, perché si trattava di pistacchio acquistato per prove tecniche». In tutte le altre produzioni sarebbe stato «regolarmente impiegato pistacchio certificato Dop».I carabinieri avevano anche controllato la regolarità della dicitura «sale marino di Trapani Igp», altra indicazione protetta. Tale ingrediente, rivendica la Parodi, sarebbe stato «correttamente impiegato» laddove ne era segnalata la presenza. L’ultima parte della nota è dedicata a colpire chi si è permesso di informare l’opinione pubblica sulla disavventura occorsa all’azienda: «Ci dispiace profondamente per questo attacco frontale e gravemente lesivo dell’immagine dell’azienda, per il quale ci riserviamo ogni azione legale» ha avvertito la giovane manager. La quale ha difeso l’«altissima qualità delle materie prime» utilizzate dalla Lavoratti e ha ribadito la volontà di continuare «a lavorare con la stessa cura, trasparenza e serietà».Ieri ci siamo inerpicati sulle alture di Varazze per andare a visitare l’azienda e ci siamo trovati di fronte a un capannone spartano, raggiungibile da una ripida scaletta. Una location da cui non ti aspetti la produzione delle costosissime ed esclusive uova pasquali futuriste da 340 euro. Verso le 15, i dipendenti erano riuniti in cerchio a discutere vicino alle macchine per produrre cioccolata. Forse l’argomento era proprio questa vicenda. Mentre lo spaccio al piano superiore era deserto, senza venditori, né clienti, nonostante il periodo prepasquale.Abbiamo preferito non interrompere la riunione e abbiamo lasciato la struttura senza essere accolti da nessuno.Abbiamo capito, però, che il principale canale di vendita è l’e-commerce e allora abbiamo iniziato a navigare sul sito. Nel 2023 il motto era questo: «Segui le persone buone e troverai i prodotti buoni».Nell’apposita pagina era indicata la storia degli ingredienti e i loro produttori. Per esempio, si scopriva che, quanto meno nel 2023, a fornire la nocciola tonda di Giffoni (segnalata come Igp nelle etichette incriminate del 2024) era l’azienda Grimaldi, mentre il pistacchio di Bronte proveniva dall’azienda Caudullo.Adolfo Grimaldi, titolare dell’omonima azienda, ci ha spiegato, però, che la sua ditta l’indicazione geografica non l’ha mai avuta: «Noi non facciamo parte del consorzio. Produciamo nocciole tonde di Giffoni al 100%, ma non sono Igp. Da Lavoratti le ha acquistate tanto tempo fa. Sono almeno due anni che non li sentiamo». In effetti adesso usano nocciole piemontesi. «Io ho parlato sempre con Petrini che, le ultime volte che l’ho sentito, mi chiamava e mi chiedeva le quotazioni, ma poi non faceva l'ordine». E perché accadeva questo? «Penso per una questione economica, ma non lo so con certezza». Quanto costano le nocciole prodotte da Grimaldi? «Venticinque-trenta euro al chilo». L’imprenditore ricorda come sia iniziato il rapporto con l’azienda ligure: «Volevano un prodotto di qualità e gli hanno consigliato di venire da noi. Se hanno indicato come Igp le nostre nocciole hanno fatto uno sbaglio, ma credo senza malizia, sono persone serie. E, comunque, una nocciola piemontese di qualità costa quanto la nostra».Ancora più interessante è il racconto di Nunzio Caudullo, rinomato produttore di pistacchi di Bronte Dop.A metterlo in contatto con il team di Fazio è stato il principale consulente dell’azienda ligure, il titolare del Caffè Sicilia di Noto, Corrado Assenza, protagonista di un video girato insieme con il conduttore di Che tempo che fa, visibile sul sito della Lavoratti. «Sì, forniamo sporadicamente pistacchi all’azienda di Savona» ammette Caudullo. Ma, subito dopo, avverte: «Io la tracciabilità la posso dimostrare. Di qualsiasi lotto». Spieghiamo che non è questo il punto. Quindi domandiamo quanti pistacchi abbia comprato la Srl di Varazze dall’azienda di Bronte. Caudullo fa l’elenco. Nel febbraio 2022 ha acquistato 9 kg di pasta di pistacchio e 1 kg di granella, poi, con tre successivi ordini, altri 108 kg di pasta di pistacchio. Nel 2023 la Dolcezze di Riviera non ha fatto nessun ordine. Il 23 febbraio 2024 sono arrivati i carabinieri e l’azienda è stata multata. Il 29 febbraio Fazio si è dimesso dalla carica di presidente e lo stesso giorno è stata emessa una fattura per 60 kg di pasta di pistacchio e 40 kg di pistacchi sgusciati. A ottobre sono stati comperati altri 24 kg di pasta, a novembre ulteriori 12 kg. Nel 2025, invece, non sono stati fatti ulteriori ordinativi. I prezzi? Dal 2022 al 2025 il costo dei pistacchi sgusciati e tostati è passato da 41 euro al kg a 47, la granella da 42 a 48,5, la pasta da 44 a 53. Forse per questo Fazio ha desistito.Caudullo ammette di essere rimasto stupito quando l’azienda del bravo presentatore, nel 2023, prima della sanzione, aveva smesso di comprare pistacchi da lui: «Ci era sembrato strano dopo che ci avevano coinvolti nel progetto di rilancio dell’azienda. Assenza, che è mio cliente da 25 anni, mi aveva chiesto di rifornirli e io l’avevo fatto. Poi non mi hanno più contattato, anche se sulle loro brochure era sempre presente il pistacchio verde di Bronte. Ho pensato che si rifornissero da altri».In ogni caso la Dolcezze di Riviera non ha mai fatto grosse ordinazioni: «A noi hanno sempre chiesto quantità minime per degli utilizzatori (a livello industriale, ndr), non so se comprino anche da altri e facciano poi “di tutta l’erba un fascio». Caudullo quasi riflette tra sé e sé e sospira: «Potrebbe essere… lei capisce che cosa potrebbe essere… nel senso che io compro 50 kg di pistacchio verde di Bronte Dop, poi altri 300 kg, 400, 500 di quelli che costano meno… ma la tracciabilità la devi comunque dimostrare… i prodotti devono avere le schede… non so…».In sostanza la produzione di Fazio è un mistero anche per i suoi fornitori.Nel frattempo il Codacons (Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), che in passato aveva già attaccato il conduttore per gli emolumenti percepiti dalla Rai, è partito all’attacco. E, sul proprio sito, ha annunciato: «Stiamo studiando le azioni risarcitorie da intraprendere contro l’azienda Lavoratti e contro Fabio Fazio che, secondo quanto emerso, all’epoca dei fatti risultava presidente del CdA. Invitiamo tutti i consumatori che prima del febbraio 2024 abbiano acquistato cioccolatini, tavolette, praline, uova di Pasqua e altri prodotti con ingredienti Dop e Igp riportati in etichetta a rivolgersi alla nostra associazione per tutelare i propri diritti e chiedere il giusto risarcimento danni». La ricerca da parte dei clienti non dovrebbe essere impossibile dal momento che, come detto, gran parte della vendita dei prodotti dovrebbe essere avvenuta attraverso il negozio online. Un sistema che, anche a distanza di molti mesi, lascia traccia degli acquisti effettuati.
(Arma dei Carabinieri)
All'alba di oggi i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Chieti, con il supporto operativo dei militari dei Comandi Provinciali di Pescara, L’Aquila e Teramo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia de L’Aquila, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un quarantacinquenne bengalese ed hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 19 persone, tutte gravemente indiziate dei delitti di associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati in materia di immigrazione clandestina, tentata estorsione e rapina.
I provvedimenti giudiziari sono stati emessi sulla base delle risultanze della complessa attività investigativa condotta dai militari del NIL di Chieti che, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno fatto luce su un sodalizio criminale operante fin dal 2022 a Pescara e in altre località abruzzesi, con proiezioni in Puglia e Campania che, utilizzando in maniera fraudolenta il Decreto flussi, sono riusciti a far entrare in Italia diverse centinaia di cittadini extracomunitari provenienti prevalentemente dal Bangladesh, confezionando false proposte di lavoro per ottenere il visto d’ingresso in Italia ovvero falsificando gli stessi visti. L’associazione, oggi disarticolata, era strutturata su più livelli e si avvaleva di imprenditori compiacenti, disponibili a predisporre contratti di lavoro fittizi o società create in vista dei “click day” oltre che di di professionisti che curavano la documentazione necessaria per far risultare regolari le richieste di ingresso tramite i decreti flussi. Si servivano di intermediari, anche operanti in Bangladesh, incaricati di reclutare cittadini stranieri e di organizzarne l’arrivo in Italia, spesso dietro pagamento e con sistemazioni di fortuna.
I profitti illeciti derivanti dalla gestione delle pratiche migratorie sono stimati in oltre 3 milioni di euro, considerando che ciascuno degli stranieri fatti entrare irregolarmente in Italia versava somme consistenti. Non a caso alcuni indagati definivano il sistema una vera e propria «miniera».
Nel corso delle indagini nel luglio 2024, i Carabinieri del NIL di Chieti hanno eseguito un intervento a Pescara sorprendendo due imprenditori mentre consegnavano a cittadini stranieri documentazione falsa per l’ingresso in Italia dietro pagamento.
Lo straniero destinatario del provvedimento cautelare svolgeva funzioni di organizzazione e raccordo con l’estero, effettuando anche trasferte per individuare connazionali disponibili a entrare in Italia. In un episodio, per recuperare somme pretese, ha inoltre minacciato e aggredito un connazionale. Considerata la gravità e l’attualità delle esigenze cautelari, è stata disposta la custodia in carcere presso la Casa Circondariale di Pescara.
Nei confronti degli altri 19 indagati, pur sussistendo gravi indizi di colpevolezza, non vi è l’attualità delle esigenze cautelari.
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, da anni, è impegnato nel fronteggiare su tutto il territorio nazionale il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, fenomeno strettamente collegato a quello dello sfruttamento lavorativo.
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Novità per i cittadini. Da questo mese stop al telemarketing da numero mobile, mentre il 30 novembre potrebbe arrivare lo stop a molti autovelox non conformi alle normative.