2022-09-07
Mister «è tutto ok» ora ci dice di arrangiarci. Rimedi di guerra dal bagno alla cucina
Il ministro Roberto Cingolani conferma l’abbassamento dei termosifoni, con limiti diversi in ogni area del Paese. Ma per riuscire a risparmiare 8,2 miliardi di metri cubi di gas chiede ai cittadini docce più brevi ed elettrodomestici nuovi.Più che un programma di risparmio energetico, sembra una preghiera: cari italiani, cercate di consumare meno possibile che qui le cose si mettono male. È stato reso pubblico ieri il piano elaborato dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, un documento che contiene poche regole e molti suggerimenti, alcuni dei quali francamente paradossali, che hanno l’obiettivo di far risparmiare 8,2 miliardi di metri cubi di gas. Iniziamo dalle regole: la prima e di maggiore impatto sulla vita quotidiana entrerà in vigore già nel mese di settembre, non appena sarà varato l’apposito decreto, e prevede la riduzione di almeno un’ora dell’orario di accensione dei riscaldamenti, la riduzione di almeno un grado della temperatura dei termosifoni nelle case private, nei luoghi pubblici e negli edifici industriali, e la riduzione totale di 15 giorni anche del periodo di accensione degli impianti di riscaldamento, che si otterrà posticipando di otto giorni la data di avvio e anticipando di sette quella di spegnimento. Per quel che riguarda la temperatura massima dei caloriferi, il documento prevede per la precisione la riduzione di un grado del riscaldamento degli edifici, da 17 con più o meno 2 gradi di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili (quindi si arriva a 19), e da 19 con più o meno 2 gradi di tolleranza per tutti gli altri edifici (che vuol dire un massimo di 21 gradi).La durata di accensione dei riscaldamenti dipenderà da zona a zona: l’Italia è stata divisa in sei fasce a seconda della temperatura media che si registra nei diversi territori. In zona A (alcune località della Sicilia), i riscaldamenti potranno restare accesi per cinque ore giornaliere dall’8 dicembre al 7 marzo; in zona B (Agrigento, Catania, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani) sono previste sette ore giornaliere dall’8 dicembre al 23 marzo; in zona C (Adriatico settentrionale, Bari, Cagliari, Cosenza, Napoli, Oristano, Salerno e Taranto) nove ore giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo; in zona D (tra le altre città, Avellino, Caltanissetta, Firenze, Genova, Livorno, Pisa, Roma, Siena e Vibo Valentia) sono previste undici ore di accensione al giorno dall’8 novembre al 7 aprile; in zona E (nella quale ricadono ad esempio Alessandria, Bergamo, Brescia, Bolzano, Milano, Padova, Torino, Bologna, Parma, Trieste, Udine): 13 ore giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile; nessuna limitazione in zona F, quella più fredda del Paese, ovvero la fascia alpina con le province di Trento e Belluno.Alcuni esperti fanno notare un paio di spunti di riflessione: il piano Cingolani punta a 8,2 miliardi di metri cubi di riduzione dei consumi, che su 70 miliardi (il consumo prevedibile per il 2022 senza riduzioni) rappresentano l’11,7%, altro che il 7% che il ministro prevedeva fino a due mesi fa. Inoltre, questi 8,2 miliardi corrispondono a quanto importato dalla Russia, via Tarvisio, nei primi sei mesi dell’anno, cioè in media 45 milioni di metri cubi al giorno. Quindi il volume complessivo di risparmio previsto è stato individuato proprio per fare a meno del gas russo.Altro controsenso: nel piano si legge che «per ridurre il consumo di gas rispetto al tendenziale, un contributo di diversificazione ulteriore rispetto all’apporto delle rinnovabili può essere ottenuto dalla massimizzazione della produzione di energia elettrica da impianti che usano combustibili diversi dal gas (carbone, olio combustibile e bioliquidi), già oggi sostenuta dagli alti prezzi dell’energia elettrica sul mercato. In particolare», si legge ancora, «è stato stimato che la massimizzazione della produzione a carbone e olio delle centrali esistenti regolarmente in servizio contribuirebbe per il periodo 1 agosto 2022 - 31 marzo 2023 a una riduzione di circa 1,8 miliardi di Smc (metri cubi di gas)». Eppure, nello stesso documento, si legge il contrario: «Il governo», recita il testo, «continua a confermare gli impegni di decarbonizzazione per il 2030, che anzi assumono in questa fase un’ulteriore rilevanza ai fini strategici dell’aumento dell’indipendenza energetica». Quindi evviva il carbone, anzi no.Passiamo ai consigli della nonna, anzi di nonno Cingolani, buoni per tutte le stagioni. Una raccolta di banalità: «La riduzione della temperatura e della durata delle docce», si legge nel testo, «l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno, l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico, lo spegnimento o l’inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza, non lasciare in stand by la tv, i decoder, i dvd, la riduzione delle ore di accensione delle lampadine». Cingolani si supera quando raccomanda agli italiani «misure comportamentali che richiedono investimenti anche piccoli da parte degli utenti, ad esempio la sostituzione di elettrodomestici e climatizzatori a più elevato consumo con quelli più efficienti, l’installazione di nuove pompe di calore elettriche in sostituzione delle vecchie caldaie a gas, l’installazione di pannelli solari termici per produrre acqua calda, la sostituzione lampadine tradizionali con quelle a led». Evidentemente Cingolani non si rende conto che seguire questo suo prezioso consiglio comporterebbe un costo per le famiglie di migliaia di euro, in un periodo che vede gli italiani, purtroppo, alle prese con una crisi drammatica. Viene da chiedersi su quale pianeta viva Cingolani e quale sia la temperatura media da quelle parti.
Julio Velasco e Alessia Orro (Ansa)
Rod Dreher (Getty Images)