2022-03-17
Cingolani è mobile come la sua accisa sui carburanti
In 10 giorni 3 stime diverse sull’indipendenza dal gas russo e sul taglio del prezzo della benzina ricorda la coppia Conte-Speranza.Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica, in poco più di una settimana ha cambiato tre volte opinione, ma la cosa che più preoccupa è che non se le è tenute per sé ma le ha dette in pubblico. Riassumendo. L’8 marzo ha detto che per arrivare ad una autonomia nei confronti della Russia per l’approvvigionamento del gas sarebbero occorsi 24-30 mesi, il 9 marzo ha invece sostenuto che a metà anno sarebbe stato sostituito il gas con energie provenienti da altre fonti e che in 30 mesi saremmo diventati autonomi, ieri, riferendo in Senato sul caro energia, ha detto che per sostituire totalmente, in futuro, il gas russo con altre fonti, a partire dal prossimo inverno serviranno almeno tre anni. Dispiace onestamente vedere un uomo preparato come il prof. Cingolani, che ha avuto anche esperienza manageriale e che, in altre occasioni, per la verità, si è distinto dal pensiero unico ecologista dicendosi a favore del nucleare, sostenendo che l’alimentazione delle auto elettriche produce CO2 e, ultimamente, sostenendo che dietro l’aumento della benzina ci sono delle truffe, dicevamo, dispiace vederlo scivolare non su una buccia di banana ma su un’intera pianta di banane, il banano. Non è così indifferente, in questo momento, dare notizie, tra l’altro in una sequenza così rapida e contraddittoria, a proposito del caro energia ad una popolazione sfibrata dal Covid e in difficoltà per questo caro energia unitamente alle sue preoccupazioni per la guerra. Questa gente ha bisogno di una comunicazione, almeno su questo punto, univoca, coerente, che dia non l’impressione di andare avanti giorno per giorno, di navigare a vista, ma viceversa di avere bene in testa cosa è possibile fare, quanto è possibile fare, in che tempi è possibile farlo. Dispiace vedere un ministro sicuramente preparato ripetere gli errori dell’indimenticabile duo comico-comunicativo Conte-Speranza che sul Covid hanno detto tutto, il contrario di tutto, nulla (che è il contrario di tutto) inducendo via via un sempre maggiore smarrimento nei cittadini a causa di una comunicazione indecifrabile e contraddittoria che - lo sanno anche i bambini - produce ansia nell’affrontare una situazione già di per sé senza ulteriori elementi, oggettivamente complicata e molto difficile. Ormai lo sanno anche le pietre che l’Unione europea importa il 46% del gas dalla Russia e che l’Italia importa il 43% del suo fabbisogno di gas sempre dalla Russia. Certo non è questa colpa di Cingolani, ma dell’inettitudine di tanti governi succedutisi negli ultimi decenni per quanto riguarda la questione energetica. È stato necessario arrivare allo stremo - cioè ad oggi - perché ci si svegliasse e si pensasse - senza che Greta abbia detto nulla (che sia diventata muta o che abbia bisogno di un logopedista?) - che bisogna rivalutare l’ipotesi delle trivelle, che bisogna rivalutare il nucleare e che la transizione ecologica è un obiettivo importante ma va gestito per passi successivi assicurando al nostro paese, nel frattempo, la certezza di non rimanere al buio o al freddo. Ci rendiamo perfettamente conto che il problema che si trova davanti questo governo, ed in particolare il ministro Cingolani, è un problema che risulta grande perché trascinatosi ingiustamente per un tempo lungo, ma sappiamo anche che è meglio stare zitti piuttosto che comunicare dati, numeri e distribuire ottimismo e speranze per poi smentire il tutto e provocare quegli effetti negativi di cui abbiamo parlato sopra. Ministro Cingolani - ci permettiamo di darle un suggerimento - parli meno in modo da non cadere in questi tranelli che non sono cose da poco ma che influiscono molto negativamente sulla valutazione del ministro stesso. Parli quando è sicuro di quello che dice perché la fregola di comunicare prima o poi fregola te: la comunicazione, infatti, ti può far salire alle stelle ma ti può anche far discendere precipitosamente dalle medesime e siccome le stelle sono alte il tonfo fa male. Il sempre ministro Cingolani ha parlato anche di un’accisa mobile sulla benzina. In soldoni siccome negli ultimi tempi, dalle maledette accise sulla benzina, il governo ha incassato circa 700 milioni in più, penserebbe di metterli a disposizione delle famiglie e delle imprese per alleviare i disastri che sta provocando il caro energia. Questo è un provvedimento che ha una logica ma anch’esso ci pare che sconti un certo grado di improvvisazione. Perché, piuttosto, non dare vita ad un fondo permanente che, nei momenti di vacche grasse, prenda dalle accise i soldi che i consumatori pagano e che, in tempi di vacche magre, distribuisca alleviando il carico fiscale ai consumatori stessi in momenti drammatici come quello che stiamo attraversando? Questa fu una proposta fatta attraverso un disegno di legge dal compianto prof. Francesco Forte un po’ di anni fa cui non si è mai dato completo seguito. Questo sarebbe il momento buono per farlo. Se non ora quando? Chi ha qualche anno si ricorda la crisi energetica a inizio degli anni Settanta e la politica dell’austerity che ne seguì. Vi ricordate le targhe alterne? Certi giorni viaggiavano le macchine con le targhe pari e certi altri giorni quelle con le targhe dispari e, nel frattempo, sono passati gli anni senza che in pari non si sia messo alcunché. Speriamo che sia la volta buona.
(Arma dei Carabinieri)
All'alba di oggi i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Chieti, con il supporto operativo dei militari dei Comandi Provinciali di Pescara, L’Aquila e Teramo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia de L’Aquila, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un quarantacinquenne bengalese ed hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 19 persone, tutte gravemente indiziate dei delitti di associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati in materia di immigrazione clandestina, tentata estorsione e rapina.
I provvedimenti giudiziari sono stati emessi sulla base delle risultanze della complessa attività investigativa condotta dai militari del NIL di Chieti che, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno fatto luce su un sodalizio criminale operante fin dal 2022 a Pescara e in altre località abruzzesi, con proiezioni in Puglia e Campania che, utilizzando in maniera fraudolenta il Decreto flussi, sono riusciti a far entrare in Italia diverse centinaia di cittadini extracomunitari provenienti prevalentemente dal Bangladesh, confezionando false proposte di lavoro per ottenere il visto d’ingresso in Italia ovvero falsificando gli stessi visti. L’associazione, oggi disarticolata, era strutturata su più livelli e si avvaleva di imprenditori compiacenti, disponibili a predisporre contratti di lavoro fittizi o società create in vista dei “click day” oltre che di di professionisti che curavano la documentazione necessaria per far risultare regolari le richieste di ingresso tramite i decreti flussi. Si servivano di intermediari, anche operanti in Bangladesh, incaricati di reclutare cittadini stranieri e di organizzarne l’arrivo in Italia, spesso dietro pagamento e con sistemazioni di fortuna.
I profitti illeciti derivanti dalla gestione delle pratiche migratorie sono stimati in oltre 3 milioni di euro, considerando che ciascuno degli stranieri fatti entrare irregolarmente in Italia versava somme consistenti. Non a caso alcuni indagati definivano il sistema una vera e propria «miniera».
Nel corso delle indagini nel luglio 2024, i Carabinieri del NIL di Chieti hanno eseguito un intervento a Pescara sorprendendo due imprenditori mentre consegnavano a cittadini stranieri documentazione falsa per l’ingresso in Italia dietro pagamento.
Lo straniero destinatario del provvedimento cautelare svolgeva funzioni di organizzazione e raccordo con l’estero, effettuando anche trasferte per individuare connazionali disponibili a entrare in Italia. In un episodio, per recuperare somme pretese, ha inoltre minacciato e aggredito un connazionale. Considerata la gravità e l’attualità delle esigenze cautelari, è stata disposta la custodia in carcere presso la Casa Circondariale di Pescara.
Nei confronti degli altri 19 indagati, pur sussistendo gravi indizi di colpevolezza, non vi è l’attualità delle esigenze cautelari.
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, da anni, è impegnato nel fronteggiare su tutto il territorio nazionale il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, fenomeno strettamente collegato a quello dello sfruttamento lavorativo.
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Novità per i cittadini. Da questo mese stop al telemarketing da numero mobile, mentre il 30 novembre potrebbe arrivare lo stop a molti autovelox non conformi alle normative.