2023-01-05
Cina e Ue continuano la guerra dei tamponi ma i positivi in arrivo si sono già dimezzati
Il commissario Ue alla Salute, la cipriota Stella Kyriakides. Nel riquadro, la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning (Getty Images)
Bruxelles insiste: test per chi parte da Pechino. Che minaccia ritorsioni. In Italia variante Gryphon al 2%: come a novembre.Nessun paese al mondo può insidiare l’inarrivabile primato cinese nello sport nazionale: il ping pong. Attacco e difesa. Dritto e rovescio. Botta e risposta. Analogo e serrato scambio va avanti con Bruxelles, che vuole imporre test anti Covid prima della partenza dagli scali cinesi. Pechino ne contesta la scientificità. E minaccia ritorsioni, «sulla base del principio di reciprocità». Da Bruxelles la portavoce della Commissione Ue, Dana Spinant, conferma però che si tira dritto: «Prendiamo le misure che riteniamo giustificate, in linea con l’evoluzione della situazione in Cina. Si basano sulle discussioni tra i nostri esperti e gli scienziati, ma ora sono soggette a una decisione che dovrà essere discussa dagli stati membri». L’Ue non molla. La stragrande maggioranza dei paesi resta favorevole ai controlli, come emerge dalla riunione dell’Ipcr, il meccanismo integrato di risposta alle crisi. Mascherine sui voli provenienti dalla Cina, test prima di mettersi in viaggio e sorveglianza genomica: queste sono intanto le «raccomandazioni» che la Commissione europea ha inserito in una bozza che sarà valutata con la presidenza Ue per una «adozione formale», spiega il portavoce Tim McPhie. Viene auspicato un «approccio coordinato» alla «pandemia da Covid-19 che non ci ha ancora lasciato» per «individuare il rischio potenziale». E anche il Giappone decide ulteriori misure di controllo alle frontiere, come chiarisce il premier Fumio Kishida. Ecco, appunto: pure i nipponici sono campioni di ping pong. Continua quindi ad aleggiare l’atroce dubbio: quali saranno le contromisure annunciate dal ministero degli Esteri cinese, per di più basate «sul principio di reciprocità»? Si attendono sviluppi. Di sicuro Pechino ha rifiutato con sdegno la donazione, reiterata anche ieri, di vaccini per le nuove varianti, già avanzata dalla commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides. La situazione sarebbe «sotto controllo», con vaccini efficaci e in gran quantità. La società britannica di analisi mediche Airfinity fa però stime apocalittiche: 1,8 milioni di contagi, 11 mila decessi al giorno e 1,7 milioni di morti entro la fine di aprile. A Shanghai i contagi potrebbero già riguardare fino al 70 per cento della popolazione, calcola Chen Erzhen, vice presidente del Ruijin Hospital e membro del comitato di esperti sul Covid nella città. Insomma siamo sempre lì: la Cina considera eccessivi gli allarmismi degli europei, che però non dimenticano le ipocrisie e i depistaggi di Pechino. Solito ping pong. Eppure, l’urgenza resta capire cosa rischia davvero l'Europa. In Italia viene dalla Lombardia un dato confortante, che sembrerebbe allontanare le funeste profezie: all’aeroporto di Malpensa i passeggeri positivi provenienti dalla Cina calano dal 50 al 20 per cento, comunica l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso. Lo screening è dello scorso 2 gennaio: in entrambi i voli, arrivati da Nanjing e Wenzhou, su 172 test molecolari, 23 sono risultati positivi e 12 debolmente positivi. Anche i dati dell’Istituto superiore della sanità confortano: in Italia la variante Gryphon è stabile al 2 per cento, lo stesso valore del bollettino di novembre. Ed era stata tranquillizzante pure una nota dell’European centre for disease prevention and control (Ecdc): «Non si prevede che l’ondata di casi Covid in Cina influirà sulla situazione epidemiologica nell’Ue». Tra studi e allarmismi, cresce comunque la preoccupazione. Gryphon, informa il Centers for disease control and prevention, massima autorità sanitaria americana, è passata nell’ultimo mese dal 4 al 41 per cento negli Stati Uniti. Lo stesso Cdc, peraltro, sostiene: i tamponi dalla Cina sono inutili. Sarebbe più efficace «tracciare nuove varianti andando a cercarle nelle acque reflue dei voli internazionali». Senza considerare che i controlli potrebbero essere facilmente aggirati, facendo scalo a Dubai o Singapore.La variante cinese, ovviamente, ha ridestato l’interventismo pure in Italia. L’ex sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, richiamato per un consulto, posa il bisturi e sparge ottimismo: «La pandemia volge al termine. Ciò che accade in Cina non è riproducibile oggi nei paesi occidentali che hanno avuto una strategia per controllare il virus e dei vaccini efficaci. Quello è un tuffo nel passato. Difficile, se non impossibile, che possa ricapitare anche da noi». Il televirologo Fabrizio Pregliasco resta invece il solito menagramo. Non a caso, s’è candidato alle regionali lombarde al fianco del dem Pierfrancesco Majorino, reuccio della Ztl meneghina. Comunque Pregliasco, chiaramente a suo agio nel nuovo ruolo, parla già come un eroe cinematografico: «Con la sottovariante Kraken ci si può reinfettare. Il coronavirus continua il suo sporco mestiere». Intanto, dal suo collegio elettorale potrebbe sconfinare fino a quello di Malpensa, per accertare l’ultima news: positivi in arrivo dalla Cina più che dimezzati. Con buona pace, sebbene temporanea, dei soliti uccellacci.
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