2023-07-25
«La Cina aggira le sanzioni e arma lo zar»
Xi Jinping e Vladimir Putin (Ansa)
Un’inchiesta di «Politico» svela che aziende del Dragone, triangolando con società di comodo, riforniscono l’esercito aggressore di vesti protettive e velivoli senza pilota. Schizza pure l’export di materie per impiego bellico. Washington protesta, l’Ue cincischia.Giovedì Giorgia Meloni sarà ricevuta da Joe Biden a Washington per «riaffermare i forti legami fra Stati Uniti e Italia», come ha scritto la nota della Casa Bianca. Lo afferma la Casa Bianca, sottolineando che i due leader «discuteranno dei loro interessi strategici comuni, inclusi l’impegno condiviso a continuare a sostenere l’Ucraina, gli sviluppi in Nord Africa e un più stretto coordinamento transatlantico riguardo alla Cina». Come ha scritto La Verità lo scorso 29 giugno, il governo vuole sostituire la Via della seta con la Via dei mercanti, rinegoziando l’accordo prima di prendere decisioni strategiche. Vedremo gli sviluppi della trasferta americana del presidente del Consiglio.Nel frattempo, nonostante gli appelli di Xi Jinping alla pace, Pechino starebbe inviando segretamente alla Russia materiale sufficiente per equipaggiare un esercito. Lo rivela un’inchiesta pubblicata ieri da Politico che parte dalle immagini pubblicate sul sito Web dell’azienda cinese Shanghai H Win, produttrice di dispositivi di protezione di livello militare. Mostrano un uomo alto, caucasico, che ispeziona i giubbotti antiproiettile nella sua fabbrica. «Questa primavera, un nostro cliente è venuto nella nostra azienda per confermare lo stile e la quantità di giubbotti antiproiettile e ha testato attentamente la qualità dei nostri giubbotti», ha riferito con orgoglio a marzo la società sul sito. Il cliente «ha immediatamente confermato la quantità ordinata di giubbotti antiproiettile e la successiva intenzione di acquisto».L’identità del cliente non è chiara, ma è molto probabile che fosse russo: secondo i registri doganali ottenuti da Politico, gli acquirenti russi hanno dichiarato ordini per centinaia di migliaia di giubbotti antiproiettile ed elmetti prodotti da Shanghai H Win - gli articoli elencati nei documenti corrispondono a quelli presenti nel catalogo online dell’azienda. La dotazione protettiva sarebbe sufficiente per equipaggiare molti degli uomini mobilitati dalla Russia dopo l’invasione. Poi ci sono i droni che possono essere usati per dirigere il fuoco dell’artiglieria o per lanciare granate, e i mirini ottici termici per colpire il nemico di notte. Insomma, la cosiddetta tecnologia «dual use» che può essere utilizzata sia in ambito civile che militare. La forza bellica delle esportazioni cinesi di prodotti a duplice uso verso la Russia è confermata dai dati doganali. E, sebbene anche l’Ucraina sia un cliente della Cina, le sue importazioni della maggior parte delle attrezzature oggetto di questa storia sono diminuite drasticamente, come dimostrano i dati. Quest’anno Mosca ha importato da Pechino oltre 100 milioni di dollari di droni, 30 volte di più dell’Ucraina, ricorda Politico. Le esportazioni cinesi di ceramica, un componente utilizzato nelle armature, sono aumentate del 69% verso la Russia, superando i 225 milioni di dollari, mentre sono diminuite del 61% verso l’Ucraina, scendendo a soli 5 milioni di dollari, secondo i dati doganali cinesi e ucraini.L’articolo di Politico cita anche altre aziende cinesi coinvolte in queste forniture, come Pozitron, con sede a Rostov-on-Don, la città meridionale brevemente conquistata dai mercenari Wagner del signore della guerra Evgenij Prigozhin nella loro fallita rivolta del mese scorso. Ha importato più di 60 milioni di dollari di «caschi airsoft», «ceramiche varie» e altri articoli dall’azienda cinese Beijing KRNatural nel novembre e dicembre 2022, secondo i dati doganali condivisi da ImportGenius. Questi flussi coincidono con le dichiarazioni di conformità della stessa Pozitron tra fine ottobre e dicembre 2022, per un totale di 100.000 caschi. Le dichiarazioni rivelano anche che Pozitron ha acquistato una serie di droni dalla multinazionale cinese Sz Dji Technology lo scorso dicembre.Gran parte degli acquirenti russi sembrano però essere aziende aperte e subito chiuse dopo qualche giorno, con sede legale in indirizzi spesso irrealistici e con bilanci non certo in grado di arrivare ai fatturati necessari per acquisti così ingenti, il che fa supporre triangolazioni con i veri acquirenti.Si sarebbe dunque aperta una pericolosa falla nelle sanzioni. C’è poi il flusso di tecnologia che passa attraverso la Cina e che può includere componenti prodotti in Occidente che potrebbero essere di uso militare diretto.La questione è stata sollevata dal Segretario di Stato americano, Antony Blinken, durante la sua visita a Pechino il mese scorso, quando ha chiesto al governo cinese «di essere molto vigile al riguardo». Solo gli Stati Uniti, sottolinea Politico nell’inchiesta pubblicata ieri, avrebbero il potere reale di imporre un divieto assoluto sulle transazioni denominate in dollari, come ha fatto Washington quando ha sanzionato l’Iran per il suo programma nucleare segreto. La Ue, invece, non dispone di un’arma sanzionatoria così forte perché l’euro è molto meno diffuso sui mercati globali. Inoltre, ha esitato ad agire. Nel suo ultimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, il mese scorso, Bruxelles ha compilato un elenco di sette aziende cinesi che non dovrebbero essere autorizzate a commerciare con il blocco. Ma, dopo le pressioni di Pechino, ha eliminato quattro aziende dalla lista nera.