2023-01-21
Con l’app unica del trasporto cinese ci si muove solo se il Dragone vuole
La piattaforma Strong nation gestirà tutti gli spostamenti, dai taxi ai noleggi fino ai treni. Geolocalizzando gli utenti, che sono già sorvegliati da telecamere e macchine intelligenti: il Grande Fratello diventa realtà.Si chiamerà Strong nation e sarà la nuova app cinese lanciata dal governo di Xi Jinping per integrare una serie di servizi di trasporto, tra cui il cosiddetto ride hailing, ovvero il mix tra servizio di noleggio con conducente e taxi che consiste nel geolocalizzare i driver attraverso appunto un’applicazione, prenotarlo e pagarlo. Come funzionerà la nuova app? Strong nation transport si rivolgerà ai dipendenti del governo e delle imprese statali, hanno riferito diversi media cinesi. Sono già stati completati i test sulla piattaforma che verrà lanciata a breve portando sotto un unico ombrello online decine di fornitori di servizi di mobilità, dai car sharing e spedizionieri agli operatori ferroviari. Non è ancora chiaro se verrà inglobato anche il servizio Chuxing di Didi global, di gran lunga la piattaforma di ride hailing dominante nel Paese.La mossa rende meno credibile l’impegno di Pechino di liberare il suo settore Internet, dopo un ampio giro di vite lanciato nel 2021 che ha sbarrato la strada ai protagonisti privati del comparto tecnologico, dall’e-commerce ai social media e ai giochi. Di certo con la nuova app aumenta il controllo dello Stato sulla vita della popolazione. Grazie anche all’«alibi» del contenimento della pandemia, la Cina ha già creato un enorme occhio invisibile per controllare non solo il presente del suo popolo, ma anche il futuro. Una via di mezzo tra il Grande fratello orwelliano e il Minority report di Tom Cruise. I dispositivi di localizzazione del telefono sono già ovunque nel Paese, dove sono accese più della metà del miliardo di telecamere di sorveglianza attive del mondo. Le autorità di Pechino stanno sfruttando la tecnologia di riconoscimento facciale per raccogliere impronte visive in luoghi in cui 1,4 miliardi di persone mangiano, fanno acquisti, viaggiano, si divertono. La vita digitale dei cinesi viene collegata ai loro movimenti fisici attraverso Wechat, la Whatsapp cinese. La polizia sta creando un gigantesco database di Dna e campioni di scansioni dell’iride che vengono presi indiscriminatamente anche da persone che non hanno alcun legame con la criminalità. E ora arriva anche l’app per i trasporti. Assai utile in un momento in cui le autorità cinesi stanno affrontando una crescente rabbia da parte dei cittadini e degli addetti al controllo della pandemia per gli effetti della politica zero Covid.Di certo, il controllo della popolazione cinese è sempre più invasivo. Anche le smart car possono spiare. Oggi un’auto intelligente, soprattutto se ha a bordo le cosiddette «black box», raccoglie e fornisce ai vari attori interessati (dalla casa produttrice all’assicurazione al noleggiatore) una miriade di dati: geolocalizzazione, velocità, consumi, pressione delle gomme, comportamento di guida, ma anche statistiche nell’utilizzo di contenuti del sistema di infotainment, numero di persone trasportate, carichi, eccetera. Senza dimenticare i sensori che monitorano anche parzialmente l’ambiente esterno, per esempio telecamere, sensori di prossimità, sensori di umidità. L’auto inoltre dialoga con altre vetture e trasmette e riceve dati. Non a caso il piano New energy vehicle (Nev) pubblicato a novembre 2019 (quindi pre pandemia) dal governo di Pechino punta a integrare i veicoli elettrici in un «ecosistema di veicoli connessi intelligenti» entro i prossimi 15 anni. L’obiettivo è trasformare la Cina in una «centrale automobilistica globale» mediante il «coordinamento orizzontale e l’integrazione verticale» della singola vettura intelligente in sistemi di comunicazione, traffico, informazioni ed energia altamente interconnessi. In pratica, ogni veicolo elettrico in circolazione o costruito in Cina (dunque destinato anche all’esportazione) diventerà una centrale di sorveglianza semovente, non solo di chi ci viaggia ma pure del mondo circostante.Il vero potere sta nella raccolta dei dati che gli operatori di app mobili come Didi stanno accumulando, dall’attività online ai movimenti di individui e funzionari governativi. Per questo Pechino ha deciso di fissare un quadro generale per controllare il flusso di informazioni sensibili a livello nazionale. L’alibi è quello di voler garantire la sicurezza dei dati e «l’espansione disordinata» nel settore del ride hailing, un termine che l’amministrazione del presidente Xi Jinping ha spesso utilizzato per segnalare la necessità di tenere a freno i sempre più potenti giganti di Internet. Nel frattempo, il governo avrebbe acquistato una «golden share» in Alibaba e starebbe anche per prendere una quota in una più grosse unità operative in Cina di Tencent. Obiettivo: controllare i contenuti e conquistare un’influenza diretta nelle principali società tecnologiche.
Charlie Kirk (Getty Images)