2021-09-05
Ciao Preziosi, l’America ha trovato il Genoa
Finisce l'era del re dei giocattoli: il più antico club calcistico della Serie A passa a un fondo statunitense con tutto il suo carico di tradizione. I nuovi padroni a stelle e strisce (come quelli di Roma e Fiorentina) gestiscono risorse per 3 miliardi di dollari. Il prefisso telefonico di Genova, anzi di Genoa, diventerà il 777. Salvo imprevisti, il prossimo 14 settembre sarà ufficializzata la cessione del club al fondo americano 777 Partners, 3 miliardi di dollari di investimenti in tutto il mondo. Passa la mano, dunque, il presidente Enrico Preziosi, che dovrebbe comunque restare in società, con un ruolo nel calciomercato, settore nel quale prosperano i figli, Matteo e Fabrizio. Il Genoa, è bene ricordarlo, è secondo solamente all'Udinese, in Serie A, nella classifica di Transfermarkt dedicata agli introiti da cessione degli ultimi 10 anni nei maggiori club del mondo. In testa alla classifica c'è il Benfica con 645 milioni di euro, seguito da Porto (375) e Ajax (368). Il Genoa è nono con 205 milioni. Preziosi, quindi, dopo 18 passati al timone del club più antico d'Italia, starebbe per defilarsi. Verifiche effettuate dalla Verità confermano l'indiscrezione, ma il condizionale è sempre d'obbligo quando si parla di cessione del Genoa da parte di Preziosi. Negli anni, infatti, i rumors su imminenti «closing» per la cessione della squadra sono stati innumerevoli, puntualmente poi smentiti dai fatti. Qualche esempio? È il 10 luglio 2017 quando Preziosi, in diretta tv su Tele Nord, annuncia solenne: «Ho ceduto la società. Le firme entro questa settimana o all'inizio della prossima. Nella prossima intervista non sarò più il presidente del Genoa». Di settimane ne sono passate più di 200, ma Preziosi è ancora lì. Altro giro, altra corsa: 1 giugno 2015, a Sassuolo il Genoa perde 3-1 sotto gli occhi di Preziosi, in tribuna a fianco di mister Michael Lee, cinese di Taiwan, proprietario di miniere di rubini e smeraldi e socio storico del presidente rossoblu per il mercato dei giocattoli in Asia. Lee dovrebbe rilevare il 30% del pacchetto azionario del Genoa: «È possibile», dice, «con Preziosi c'è grande stima, siamo partner nel mondo degli affari e potrei allargare la collaborazione anche nel mondo del calcio. Insieme vogliamo creare una squadra forte. Al termine della partita, Lee va pure a saltellare sotto il settore occupato dai tifosi genoani, sulle note di Gangnam style. Manco a dirlo, la cessione delle quote non avverrà mai. Non è solo l'era di Preziosi a regalare notizie di cessioni del Genoa a acquirenti più o meno pittoreschi: basti pensare a quanto accadde nel 2000, quando la società era nelle mani del presidente Luigi Scerni e dell'azionista di maggioranza Luigi Dalla Costa. Si fece avanti proponendo di rilevare una quota del club addirittura il fantomatico cane lupo Gunther IV, beneficiario di 137 miliardi ereditati da una contessa tedesca. O meglio: si fece viva la fondazione Gunther, che gestiva un patrimonio miliardario, mentre la burla del cane lupo Gunther IV era stata già sbugiardata. Del resto, anche la gestione del Genoa da parte dell'ex presidente Luigi Dalla Costa, patron del Grifone nel 2001/2002, fu caratterizzata da episodi curiosi, come quando il leader di Laguna Group, azienda che si occupa di grande distribuzione di abbigliamento, arriva in città con un autobus di linea per incontrare i giornalisti. Sulle maglie non c'è lo sponsor, ma la scritta «Nube che corre», il soprannome di Dalla Costa, sparito dai radar per anni, per poi essere rintracciato nella veste di giocatore di poker texano. Dal Texas alla Florida, stato nel quale, a Miami, ha sede la 777 Partners, fondo che oltre a investire in settori tradizionali, come quello assicurativo e bancario, nel 2020 ha acquisito la 1190 Sports, compagnia fondata nel 2015 che si occupa della gestione di diritti televisivi in Sud America, e controlla anche la Global Sports Rights Management, attiva nello stesso settore, la Ata Football, squadra di calcio femminile, e i London Lions, squadra di basket inglese, oltre a una quota di minoranza del Siviglia. Il mediatore della cessione è stato il procuratore argentino Gustavo Mascardi, amico di Preziosi ed esperto navigatore nei mercati finanziari internazionali, che ha messo in contatto il presidente rossoblù con Andrea Blasquez, fiduciario del fondo 777 Partners. Che sia la volta buona, quindi? Pare proprio di sì: il più antico club del calcio italiano, fondato il 7 settembre 1893, con nove scudetti nell'albo d'oro, tra i quali il primo in assoluto nella storia del calcio italiano, starebbe per diventare americano. Un ritorno alle origini: il Genoa Cricket and Football Club vide la luce nelle sale del consolato britannico di Genova, su iniziativa di un gruppo di inglesi, guidati da Charles Alfred Payton, baronetto dell'impero britannico e console generale di sua maestà l'imperatrice Vittoria. Genova, con il suo porto, era un crocevia di commerci internazionali, e numerosa era la presenza di britannici, che fondarono il l Genoa Cricket and Athletic Club, che poi cambiò denominazione nel 1899. Anglosassone la nascita, anglosassone il futuro del Genoa, con gli americani pronti a rilevare un'altra squadra italiana, dopo aver acquistato la Roma (Dan Friedkin), il Bologna (Joey Saputo), la Fiorentina (Rocco Commisso), lo Spezia (Robert Platek). Come si spiega questo interesse dei gruppi americani per il pallone italico? «Lo scontro geopolitico», dice alla Verità Alessio Postiglione, autore di Calcio & Geopolitica, «fra americani, russi, cinesi, Islam politico, quello legato ai Fratelli musulmani di Qatar e Turchia, che si contrappone ai paesi del Golfo, oggi si combatte anche sui campi di calcio. Di fronte all'avanzata cinese in Italia, gli Usa non stanno a guardare. Anche per loro il calcio è un quadrante geopolitico, seppur non considerato sport nazionale americano, perché riconoscono», aggiunge Postiglione, «il ruolo di soft power del calcio a livello globale». A Genova, sponda rossoblu, non manca chi immagina, o sospetta, che la campagna acquisti di queste ultime settimane sia in realtà giustificata con i dollaroni in arrivo: al contrario di quanto accaduto puntualmente ogni anno, con la squadra allestita a suon di prestiti in entrata (come ad esempio Kevin Strootman e Gianluca Scamacca lo scorso anno) e cessioni in uscita, sono stati acquistati in pochi giorni, tra gli altri, Nicola Maksimovic e Felipe Caicedo. I genoani aspettano di festeggiare il loro 128° compleanno, il 7 settembre, con il regalo della cessione.