La prima puntata di «Parole testarde» scomoda un monumento, I demoni di Dostoevskij. Come nelle prossime tappe, andrà alla (ri)scoperta di uno o più testi - presi dalla letteratura, dalla canzone, dai discorsi, dai cartoni animati - che hanno conservato con testardaggine un giudizio chiaro, e dato con anticipo, sulla realtà presente. Si comincia con il capolavoro russo: la storia e il peso sono tali da sconsigliare qualunque discorso generale. La puntata si limita a un frammento, molto utile per illuminare gli anni del Covid, delle restrizioni e dello strano rapporto che la politica e la scienza hanno detto di aver stretto per il nostro bene. Nel brano lo studente Satov, uno dei protagonisti del terribile racconto, è a tu per tu con Stavrogin, il grande nichilista dei Demoni. Satov gli rinfaccia una vecchia lezione sulla «semiscienza» (il termine originale è polunauka, e polu significa «mezzo»: un’importante traduzione inglese usa l’espressione «mezze verità della scienza»). Questa semiscienza «il flagello più terribile dell’umanità, peggiore della peste, della fame e della guerra», un «despota come fino ad oggi non ce n’erano ancora stati mai», con «i suoi sacerdoti e i suoi schiavi, dinanzi al quale tutti si sono inchinati», e «dinanzi al quale trema e a cui indulge vergognosamente la scienza stessa». Ecco che, quasi 150 anni prima dello sconvolgente biennio della pandemia, ci appaiono tra le pagine i volti delle virostar, dei tecnici e dei ministri che dicevano loro cosa fare per avere l’ok della «scienza». O della semiscienza e dei suoi demoni.
La prima puntata di «Parole testarde» scomoda un monumento, I demoni di Dostoevskij. Come nelle prossime tappe, andrà alla (ri)scoperta di uno o più testi - presi dalla letteratura, dalla canzone, dai discorsi, dai cartoni animati - che hanno conservato con testardaggine un giudizio chiaro, e dato con anticipo, sulla realtà presente. Si comincia con il capolavoro russo: la storia e il peso sono tali da sconsigliare qualunque discorso generale. La puntata si limita a un frammento, molto utile per illuminare gli anni del Covid, delle restrizioni e dello strano rapporto che la politica e la scienza hanno detto di aver stretto per il nostro bene. Nel brano lo studente Satov, uno dei protagonisti del terribile racconto, è a tu per tu con Stavrogin, il grande nichilista dei Demoni. Satov gli rinfaccia una vecchia lezione sulla «semiscienza» (il termine originale è polunauka, e polu significa «mezzo»: un’importante traduzione inglese usa l’espressione «mezze verità della scienza»). Questa semiscienza «il flagello più terribile dell’umanità, peggiore della peste, della fame e della guerra», un «despota come fino ad oggi non ce n’erano ancora stati mai», con «i suoi sacerdoti e i suoi schiavi, dinanzi al quale tutti si sono inchinati», e «dinanzi al quale trema e a cui indulge vergognosamente la scienza stessa». Ecco che, quasi 150 anni prima dello sconvolgente biennio della pandemia, ci appaiono tra le pagine i volti delle virostar, dei tecnici e dei ministri che dicevano loro cosa fare per avere l’ok della «scienza». O della semiscienza e dei suoi demoni.
        Il crollo di una parte della Torre dei Conti (Ansa)
    
Un operaio vivo ancora sotto le macerie dopo la frana della Torre dei Conti di Roma. Aperta indagine. La Russia ne approfitta e attacca l’Italia per il sostegno all’Ucraina. Antonio Tajani convoca l’ambasciatore.
        Ansa
    
Donna accoltellata da uno sconosciuto in centro a Milano alle 9 del mattino. Banda di ragazzini sequestra e tortura un coetaneo per una notte a Torino. I sindaci pd non vogliono, ma serve che tornino subito i militari nelle strade.






