2024-05-20
Ci vogliono in miseria ma «buoni». A questo servono i «diritti civili»
Il Canada di Justin Trudeau ha sposato qualsiasi battaglia politicamente corretta, nel frattempo il tenore di vita del Paese è colato a picco. Gli spauracchi dell’omofobia o del fascismo hanno solo una funzione diversiva.Per comprendere perché i partiti e i governi progressisti siano così tanto ossessionati dai cosiddetti «crimini di odio» e dai presunti diritti delle minoranze, conviene soffermarsi un momento sul caso del Canada. Sotto la guida dell’ultra liberal Justin Trudeau si è trasformato in una sorta di distopia radical chic. Con l’Online harms act (noto come Bill C-63) la nazione nordamericana ha introdotto una delle legislazioni più restrittive e liberticide di ogni tempo, con limitazioni della libertà di espressione che potrebbero essere persino retroattive. Non c’è segmento del pensiero unico transnazionale che il Canada non abbia sostenuto e imposto con la forza, accanendosi su tutti coloro che osassero manifestare opinioni differenti o atteggiamenti riottosi (a tale proposito giova ricordare il blocco dei conti correnti ai camionisti che manifestavano contro la legislazione d’emergenza per il Covid). A che cosa è servito tutto questo? Forse a creare un ambiente più armonioso e felice? Decisamente no. Mentre la caccia ai dissenzienti si faceva spietata e violenta, in Canada il tenore di vita peggiorava notevolmente e per tutti. Secondo uno studio del Fraser Institute di cui ha dato notizia il Daily Telegraph, «dalla metà del 2019 alla fine del 2023, il Pil pro capite è sceso del 3% se adeguato all’inflazione, da 59.905 a 58.111 dollari. Inoltre il declino continua e potrebbe superare in termini di durata e profondità la forte recessione economica della fine degli anni Ottanta e dell’inizio degli anni Novanta».Come spiegano gli esperti del Fraser, «quando il Pil del Canada viene valutato in termini aggregati, il Paese ha il secondo tasso di crescita più alto tra le nazioni del G7». Tuttavia il Pil pro capite «è l’indicatore più utile del progresso economico», e secondo questo parametro il Canada «ha uno dei tassi più bassi tra i Paesi del G7». Niente male. «Nonostante si affermi il contrario, il tenore di vita in Canada sta diminuendo», ha detto al Telegraph Grady Munro, coautore del rapporto del Fraser Institute. Il suo rapporto rileva che la crescita demografica «storicamente elevata» del Canada «aumenta il Pil aggregato ma non necessariamente aumenta il reddito pro capite». Infatti la nazione nordamericana «ha sperimentato uno dei cali più lunghi e profondi del Pil reale pro capite dal 1985, superato solo dal calo del 5,3% tra il 1989 e il 1992 e dal calo del 5,2% tra la crisi finanziaria del 2008 e del 2009».Ecco la drammatica realtà della tirannia woke. Si insiste fino allo sfinimento sull’uso di parole potenzialmente offensive e si sfornano continuamente leggi a favore di presunti «diritti civili». Il dibattito pubblico è interamente occupato dai temi politicamente corretti e intanto le popolazioni si impoveriscono, minoranze discriminate comprese. Il meccanismo è sempre lo stesso, in America come in Europa. Dal nostro lato dell’Atlantico si polemizza ad esempio sulle questioni Lgbt e la campagna elettorale viene forzosamente orientata sulle norme «anti omofobia» che le istituzioni europee vorrebbero imporre ovunque. Oppure si discute dei temi ambientali, o ancora del pericolo rappresentato dai fascismi di ritorno. Si punta il dito contro i governi destrorsi accusati di negare il cambiamento climatico o di perseguitare le minoranze o ancora di accanirsi sui militanti antifa come Ilaria Salis. E così facendo si evita di affrontare a fondo le conseguenze economiche e sociali delle politiche europee. Di come le regole green colpiscano le classi medie e medio basse importa a pochi, di come l’austerità continui a infettare le menti dei governanti europei non si può ragionare. La realtà non ha diritto di cittadinanza, si può discutere e ci si può dividere solo sui provvedimenti arcobaleno, sui regolamenti anti odio e sulla pericolosità dei populisti. Si devia l’attenzione della opinione pubblica su fantomatiche minacce rappresentate dalle «destre estreme» e intanto si infierisce sui ceti più fragili. L’artificio trionfa, la verità svanisce. Ci si può battere solo per le cause che le ristrette cerchie progressiste giudicano buone, il resto è male assoluto.Per questo se un’attivista antifa viene accusata di aver pestato dei destrorsi diventa una eroina da candidare alle elezioni mentre la disobbedienza civile di Fleximan contro gli autovelox che vessano i cittadini è guardata come un intollerabile atto di insubordinazione egoistica. Per questo bisogna approvare senza fiatare i regolamenti Lgbt o le «leggi anti odio» o le restrizioni verdi, e guai a evocare anche solo per un istante gli interessi delle popolazioni impoverite. Così dispone la nuova religione degli illuminati: sarete poveri, ma «buoni», e così purificati potrete attendere serenamente la prossima apocalisse climatica.
Francesca Albanese (Ansa)
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)