
Il Vaticano cancella il questionario sui social dopo i voti contrari di migliaia di cristiani.Un ulteriore elemento di quanto il nuovo ideale della «sinodalità» - ben diverso dallo spirito dei sinodi ecumenici del primo millennio - sia poco capito e ancor meno apprezzato dal popolo di Dio, lo si sta avendo in queste ore, grazie a un imprudente sondaggio vaticano.In effetti, secondo una prima ricostruzione effettuata dall’attento blog spagnolo Infocatolica, «un responsabile del Sinodo sulla sinodalità» o qualcuno che ha accesso all’account vaticano Synod.va, che opera in nome della Segreteria generale del Sinodo, «ha avuto la brillante idea di fare un sondaggio» sul gradimento della stessa sinodalità. E questo sondaggio è stato messo online, in contemporanea, «sia su X (ex Twitter) che su Facebook»: difficile che la domanda rivolta agli utenti sia dunque il frutto di un clic di troppo. E il responso del sondaggio «è stato così pesantemente contrario» alle aspettative dei «sinodalisti» che in un secondo momento, i medesimi suoi autori «hanno deciso di eliminare i risultati». Assestando un bel ceffone sia alle migliaia di votanti, che alla libertà di esprimere il proprio punto di vista (se sgradito alle alte sfere).Il controverso sondaggio, da cui evidentemente si attendevano ben altri risultati, comportava una domanda complessa certo, ma comunque chiara e senza ambiguità: «Pensi che la sinodalità come cammino di conversione e di riforma possa migliorare la missione e la partecipazione di tutti i battezzati?». La fotografia della schermata pubblicata da Infocatolica fa capire benissimo le ragioni della successiva «autocensura». Infatti, alle ore 11.39 del 25 luglio, ora di Roma (e del Vaticano), i voti registrati su X erano 7.001. Un numero comunque congruo e interessante: non quattro gatti o 27 amici del sondaggista. E su questi 7.000 votanti, rispondevano sì il 12% e no l’88%.Onestamente, già l’idea del sondaggio democratico-popolare su un tema tutt’altro che semplice come quello della sinodalità (su cui fervono diverse interpretazioni da parte di teologi e vescovi) dà un’immagine della visione teologica che tende a prevalere tra i presuli. In nome della pastorale e dell’inclusione, dei «segni dei tempi» e della Chiesa come «piramide rovesciata», tutti avrebbero voce in capitolo su tutto, al di là delle competenze specifiche, dei carismi ricevuti e dei ministeri esercitati. Ma se questa fosse davvero la nuova identità della Chiesa (cattolica) sinodale, si potrebbe giungere un giorno non lontano al voto democratico per l’elezione di un papa o per la ratifica di un dogma.Ovviamente, nota giustamente il blog, su social come X e Facebook, navigano «milioni di persone», e anche molti «non cattolici». Visto però che l’autore della domanda è la Segreteria generale del Sinodo e l’oggetto è propriamente religioso, si può «presumere che la stragrande maggioranza di coloro che abbiano risposto siano cattolici». Del resto, pure le risposte delle eventuali «periferie esistenziali non cattoliche» farebbero riflettere e non andrebbero comunque censurate: altrimenti la domanda sarebbe stata concepita solo per ottenere un assenso (che si credeva) facile.I commenti al voto e alla sua scomparsa ovviamente si sprecano. L’arcivescovo Carlo Maria Viganò scrive su X che «la sinodalità della Chiesa bergogliana è come la democrazia della sinistra woke: funziona solo se la massa conferma ciò che il potere ha già deciso». Un utente se la prende coi curiali, i quali «hanno cancellato il post», ignorando che «Internet è per sempre, come i diamanti». In ogni caso, la brutta figura fatta dai sondaggisti vaticani rivela qualcosa su cui riflettere più seriamente. Non è che a forza di parlare di sinodalità come fosse il «nuovo paradigma» del cristianesimo, stiamo perdendo i «paradigmi precedenti», ovvero la fede, la morale e le verità di base del catechismo?
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






