
Bene la stretta su chi scappa coi soldi dello Stato e sui rinnovi contrattuali infiniti. Bilancio negativo su tasse e ludopatia. Con un governo «duale» bisogna abituarsi...È bastato un decreto per far tornare comunista un governo che fino a ieri era stato liquidato come di estrema destra. Potenza della disperazione di chi sta all'opposizione, che non sapendo quasi mai cosa dire, dice tutto e anche il suo contrario. Risultato, Conte e i suoi ministri hanno varato un provvedimento che secondo la narrazione invece di un milione di posti di lavoro creerà un milione di nuovi disoccupati, ci farà precipitare nel socialismo reale e farà scappare a gambe levate le imprese. Insomma, il peggio del peggio.In realtà il cosiddetto decreto Dignità contiene cose buone e altre che non lo sono affatto. Per sgombrare il tavolo da ciò che non funziona cominciamo dalle ultime. Di Maio e compagni hanno preteso a tutti i costi una misura che vietasse la pubblicità dei giochi, con la lodevole intenzione di curare la ludopatia, ovvero di impedire che ci siano persone che si giochino lo stipendio alle slot machine in una giornata. Peccato che il proibizionismo non abbia mai disincentivato alcun vizio, ma semmai lo abbia indotto a inabissarsi, cioè a nascondersi nell'illegalità. Lo si è visto con gli alcolici, lo si è registrato con il tabacco. Aver impedito gli spot della Marlboro non ha convinto i fumatori a smetterla con le sigarette. Dunque, a che serve dire stop alla pubblicità? A lavarsi la coscienza. E fin qui, se non ci fossero effetti collaterali, potrebbe anche passare. Ma il decreto anti spot non esaurirà i propri effetti senza contraccolpi. Una volta penalizzato, il gioco si farà altrove rispetto alle sale legali. Invece che in luoghi controllati dallo Stato, il giocatore perderà la camicia in posti controllati dalla criminalità. Tutto ciò con ricadute sulla finanza pubblica, che vedrà volatizzarsi parte dei propri introiti per regalarla a mafia, camorra e così via. Mica male come risultato per un provvedimento fatto con le migliori intenzioni.Tolta di mezzo la questione delle slot machine, veniamo al resto, cioè alla ciccia, che è costituita da interventi sui contratti a termine e da sanzioni nei confronti di quelle aziende che dopo aver preso finanziamenti statali scelgono di emigrare all'estero, in luoghi fiscalmente più convenienti. È da comunisti minacciare di farsi restituire i fondi con gli interessi se dopo aver promesso di investirli in Italia si va a spenderli in un altro Paese? A me non sembra: al massimo non si è fessi che si fanno infinocchiare dal primo furbo che passa. Ricordo di aver partecipato tempo fa a una trasmissione tv in cui si discuteva di un'azienda che aveva traslocato nonostante andasse a gonfie vele e nonostante fosse stata foraggiata dai quattrini dei contribuenti. Chiedere si restituire il malloppo mi parve allora il minimo e nonostante adesso siano i grillini a volerla mettere in pratica non ho cambiato idea. E veniamo ora alla misura più controversa, quella che mira a far costare di più i contratti a tempo determinato rispetto a quelli che non hanno termine. Si tratta di un decreto che ingessa il lavoro e crea disoccupazione invece che occupazione, sostengono i critici. In realtà l'intervento ha come finalità il tentativo di evitare che le assunzioni a termine diventino la regola del mercato del lavoro. È di questi giorni la notizia che i precari sono più delle partite Iva, segno che il posto non solo non è più fisso ma è sempre più ballerino. Se ne discute da anni e sia destra che sinistra si erano impegnate a ridurre l'abuso dei voucher e di tutte le altre forme estreme di precarietà. Ciò non significa impedire la flessibilità, ma evitare che ci sia chi fa il furbo e approfitta della normativa per trasformare ogni posto di lavoro in un'assunzione a mesi. Tutto questo non ha nulla a che fare con le esigenze delle aziende di adeguare le proprie maestranze al mercato, ma produce un effetto sulla vita delle persone che, pur lavorando, non solo non ricevono la paga adeguata e gli avanzamenti di carriera, ma non riescono neppure a ottenere finanziamenti e mutui, in quanto non considerati lavoratori stabili ma precari. Cambiare le regole non vuol dire fare più disoccupati, ma cercare di evitare che gli occupati siano classificati fra i senza lavoro. Quanto al resto, il decreto Dignità aumenta gli indennizzi sui licenziamenti senza giusta causa e lo fa a carico delle aziende, senza dare nulla in cambio (riduzione delle tasse o per lo meno sforbiciata della burocrazia) alle imprese, che così si trovano con un peso in più.Andando al sodo, nel decreto c'è qualcosa di buono e altro di cui avremmo fatto volentieri a meno. Diciamo che è il prezzo pagato dal governo pentastellato alla componente grillina, alla quale non basta l'abolizione dei vitalizi, vuole poter strappare anche qualche scalpo da offrire alla base in cambio del giro di vite sui migranti. Il che dimostra che quello in carica, oltre a essere il governo del cambiamento, è anche il governo del compromesso, a cui dovremo abituarci. Salvini e Di Maio faranno alcune di cose di destra e altre un po' di sinistra, orientando la barra in base alle esigenze. Finché dura, naturalmente. Ossia, fino a che una delle due parti non deciderà di strambare.
Nel riquadro la produttrice Giulia Maria Belluco (iStock)
La produttrice di «C14» Giulia Maria Belluco spiega: «Ci abbiamo messo cinque anni per scrivere la sceneggiatura. Le riprese saranno girate l’anno prossimo tra Veneto e Alto Adige». Si cercano ancora due attori internazionali...
Nasce in Veneto un film, C14, sulla Sacra Sindone, la più importante reliquia della cristianità, la cui storia è trapunta di dispute per verificarne scientificamente l’autenticità. Una nota ricerca britannica del 1988 con il radiocarbonio-14 la datò tra il 1260 e il 1390, negando che sia il sudario che ha avvolto il volto di Cristo. Analisi successive, tuttavia, hanno confutato tale risultato, come quelle del professor Giulio Fanti, dell’università di Padova, consulente della sceneggiatura, intervistato dalla Verità il 14 novembre 2024. La produttrice del film è Giulia Maria Belluco, 35 anni, nata a Treviso. Vive a Bassano del Grappa (Vicenza) ed è titolare della EriadorFilm. «L’ho acquisita nel 2023» spiega «con l’obiettivo di portarla sul mercato internazionale attraverso collaborazioni con Paramount, Discovery, Magnolia, Hallmark con le quali abbiamo fatto co-produzioni e produzioni esecutive qui in Italia. Una delle più viste è quella sulla famiglia Stallone, girata tra Puglia e Lazio».
Pier Paolo Pasolini (Getty Images)
Oggi il discusso evento sui lati conservatori del grande scrittore. La sinistra grida alla lesa maestà, eppure ha avallato per anni ricostruzioni farlocche sulla sua morte, al fine di portare avanti astruse piste politiche. E il vero vilipendio è proprio questo.
Il convegno su Pier Paolo Pasolini organizzato da Fondazione Alleanza Nazionale e dal Secolo d’Italia che si terrà oggi pomeriggio a Roma, il cui fine - come da titolo: «Pasolini conservatore» - è quello di dibattere (con il contributo di numerosi relatori tra cui il critico letterario Andrea Di Consoli, certamente non vicino alla destra politica) gli aspetti dell’opera e del pensiero pasoliniani che appaiono in conflitto con la sua area ideologica di appartenenza, quella comunista, è vissuto dalla sinistra italiana letteralmente come un sacrilegio. Nonostante dai curatori dell’evento sia già stato chiarito in tutte le maniere possibili che scopo del convegno è unicamente promuovere una discussione, senza nessuna volontà di «annettere» PPP - operazione che non avrebbe d’altronde senso alcuno - al pantheon culturale della destra, a sinistra si è addirittura giunti a gridare alla «profanazione», come fatto ieri, a botte di gramscianesimo mal digerito, dal professor Sergio Labate sul quotidiano Domani.
Gaia Zazzaretti prima e dopo il vaccino (iStock)
L’ex karateka Gaia lo sente in tv e sceglie di porgere il braccio. Poi, la malattia neurologica. Ma la virostar nega il nesso.
È vero che non se ne può più di «burionate». Ma come si può passare sotto silenzio gli ultimi post della virostar più famosa d’Italia, mentre continua a disinformare e contemporaneamente ridicolizzare persone danneggiate dal vaccino anti Covid chiamandoli #sorciscemi, senza alcun rispetto anche del diritto, di tutti noi, a essere informati correttamente su questioni che riguardano la salute, specie da chi dovrebbe avere, come lui, il dovere di dare informazioni corrette?
Tra l’intervista di Sempio, le mosse della difesa e le rivelazioni sul movente ignorato, Fabio Amendolara e Gianluca Zanella smontano la “guerra mediatica” attorno al delitto Poggi. Ora tutto ruota attorno all’incidente probatorio: è lì che il caso potrebbe finalmente cambiare.






