2019-03-24
Chi calunnia il Congresso di Verona poi omaggia gli sterminatori di gay
Falso che una relatrice voglia la pena di morte per gli omosessuali. Iran, Arabia Saudita e Cuba hanno invece ucciso tanti innocenti. Eppure quei politici che oggi attaccano il forum scaligero riveriscono i loro governanti.Il congresso di Verona ha scatenato di tutto. Mi chiedono se non c'è nessun imbarazzo a sedersi al tavolo di chi vorrebbe carcere e pena di morte per i gay. La domanda contiene la calunnia che la delegata ugandese Lucy Akello voglia la pena di morte, ma soprattutto contiene la strampalata idea che non usi per personaggi della politica andare a cena, anche a pranzo, magari a colazione con chi uccide i gay. Mi riempio di collera davanti a coloro che vanno a pranzo insieme a chi dà la pena di morte alle persone a comportamento cosiddetto omosessuale.Strofinaccio renziano Sono profondamente scandalizzata dalla signora Emma Bonino che si copre la testa, già coperta da un turbante, con un ulteriore telo quando va a parlare con i vertici dell'Iran, nazione dove si impiccano i ragazzi con la sola colpa di avere un comportamento omosessuale. Sono profondamente scandalizzata dalla signora Federica Mogherini, che sempre con lo strofinaccio sulla testa dialoga serenamente con l'Iran senza tenere conto delle persecuzioni contro i gay. Sono profondamente scandalizzata dall'uomo politico Matteo Renzi che, dopo aver messo lo strofinaccio sulle statue, ha parlato coi vertici dell'Iran senza nominare questo crimine. Sono profondamente scandalizzata che nessuno rimproveri questo crimine all'Arabia Saudita.L'slam e la ummaSono profondamente scandalizzata che il Congresso sulla libertà dell'uomo islamico di seguire la Umma, tenutosi al Cairo nell'agosto del 1990, abbia permesso le linee di condanna per omosessuali, apostati e blasfemi in 54 Paesi islamici: io per questo, specificando che questo permetteva la persecuzione di cristiani e omosessuali, sono andata a protestare all'Onu di Ginevra cinque anni fa. Quel congresso ha sancito anche che blasfemia e apostasia sono punibili, con pene diverse a seconda che si tratti di Islam moderato o smoderato, ma che comunque sia punibile. Traduco: se un cristiano dice «Padre nostro che sei nei cieli» è blasfemia, perché noi per l'Islam non siamo figli di Dio ma suoi servi, se un islamico si converte al cristianesimo (o al buddismo o al libero pensiero) è apostasia.La Fallaci non tacque A parte me, Oriana Fallaci e Magdi Cristiano Allam, non mi risulta che nessuno ne abbia mai parlato. Nessun corpo diplomatico ha mai osato dire nulla sul fatto che le nazioni islamiche seguono la libertà dell'uomo islamico di seguire la Umma, cioè l'insieme dei precetti ( in parola povere la Sharia); l'Onu ha serenamente interiorizzato tutto questo, per cui una nazione occidentale che non conceda la discutibile processione del pride viene bacchettato, ma all'Irn che li impicca nessuno può dire nulla perché fa parte della Umma.La frase Allah loves equality che molti personaggi politici o intellettuali, inclusi la signora Monica Cirinnà e il signor Roberto Saviano, hanno mostrato in mezzo a bandiere falso arcobaleno, cioè a sei colori invece che sette, è una frase che calpesta i morti. Sono profondamente scandalizzata da tutti gli uomini politici e giornalisti che sono andati a Cuba anno dopo anno, senza mai chiedere conto degli uomini cosiddetti omosessuali uccisi campi di concentramento di Che Guevara chiamati tostadores, che vuol dire tostapane. Ora un corpo politico e intellettuale che da decenni flirta con l'islam e il comunismo, che uccidono i gay, ora fa le pulci alla parlamentare Lucy Akello.Sono anche un po' scandalizzata da questa calunnia su Lucy Akello, la parlamentare ugandese, che continua a girare, dato che la persona invitata a Verona non ha mai fatto le affermazioni che le vengono appioppate. Contrariamente all' Iran e all'Arabia Saudita, l'Uganda non ha questo crimine sulla coscienza. Ha la terrificante pena dell'ergastolo, che, anche se in realtà soprattutto teorica, è comunque mostruosa. L'Uganda è una nazione in guerra, e non si giudicano le nazioni in guerra con il metro dei tempi di pace. La sua guerra è contro l' Aids, che l'ha devastata, ha svuotato i villaggi, ha ridotto la sua terra a una landa di morti e di orfani. L'Uganda sta vincendo la sua guerra, con la sola arma che funzioni: una morale sessuale rigida.Bisogna dialogareLa presenza della relatrice ugandese a Verona sarà anche un'ottima occasione per affermare che, anche se comprendiamo che la morale sessuale, basta su abstinence e be safe, sia una necessità assoluta per una piccola nazione che non dispone di antibiotici e farmaci retrovirali, troviamo sconvolgenti le loro leggi. Esiste una cosa che si chiama dialogo. Quando non sei d'accordo con qualcuno, ci parli. Esiste una cosa che si chiama antirazzismo e comprensione delle civiltà altrui.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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