2025-10-10
Il cerchio si stringe attorno a Ricci. Indagato pure il suo capo di gabinetto
Accusa di concorso in corruzione per Massimiliano Amadori, braccio destro del dem rimasto eurodeputato (con immunità) dopo il ko elettorale.Dietro le cene elettorali, gli eventi di promozione e le sponsorizzazioni finite sotto la lente della Procura è comparso un altro nome. L’inchiesta di Pesaro sull’ex sindaco Matteo Ricci, eurodeputato (con immunità) che ha fallito la corsa a governatore, si allarga. Dal 9 settembre 2019 al 17 giugno 2024 Massimiliano Amadori ha gestito il gabinetto di Ricci, subentrando a Franco Arceci (anche lui indagato) dopo il pensionamento, e ora è nello staff del successore, Andrea Biancani. Per lui è scattata un’accusa di corruzione (la stessa di Ricci), perché la Procura di Pesaro ritiene che, «nella qualità di incaricato di pubblico servizio e nei fatti anche di pubblico ufficiale», abbia «interferito illegittimamente nella genesi dei provvedimenti emessi dai funzionari competenti», anche nella gestione di forniture e servizi pagati, in parte, da enti pubblici e fondazioni.I fatti, ricostruiscono gli inquirenti, riguardano la gestione degli «affidamenti» di servizi e forniture del Comune e della Fondazione Pescheria centro arti visive (la cassaforte del Comune per gli eventi della Capitale della cultura, ndr) alle associazioni Opera maestra e Stella polare di Stefano Esposto. Il documento notificato ieri, che dispone un accertamento tecnico finalizzato a ricostruire i rapporti intercorsi fra gli indagati, spiega che Amadori avrebbe agito «in concorso con Ricci, con Massimiliano Santini (il comunicatore factotum del sindaco Ricci, ndr), e con Esposto», nella «piena consapevolezza che le due associazioni culturali, Opera maestra e Stella polare, erano state ideate e fondate come “mero” veicolo per l’assegnazione di affidamenti diretti e contributi pubblici».Amadori, in particolare, «interferendo e sostituendosi di fatto, nella consapevolezza del sindaco, ai responsabili di servizio e delle unità operative del Comune, del direttore generale della Fondazione Pescheria (Silvano Straccini, ndr) e del direttore generale di Aspes spa (Antonio Marcello Maggittu, ndr), enti partecipati dal Comune di Pesaro, nella gestione dell’iter amministrativo propedeutico e conseguente all’emissione delle determinazioni di spesa». Ricci, Santini e Amadori, quindi, secondo l’accusa, si sarebbero «accordati per il compimento diretto di atti contrari ai doveri del loro uffici». La finalità, secondo l’accusa, sarebbe stata politica. Con Amadori, «pienamente consapevole delle scelte che venivano adottate, attraverso la realizzazione, con modalità illegittime, di opere (come l’installazione del cascone di Valentino Rossi e del murales per la senatrice Liliana Segre, ndr) ed eventi pubblici del Comune di Pesaro di grande richiamo, in grado di conferire una immagine di efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa e politica del sindaco, così arrecando al medesimo un rilevante beneficio in termini di accresciuta popolarità e consenso». E con Ricci, secondo l’accusa, che avrebbe «consentito a Santini ed Esposto di ricevere denaro ed altre utilità patrimoniali».La svolta, rivendica l’avvocato Gioacchino Genchi, difensore di Santini, sarebbe riconducibile all’interrogatorio estivo del suo assistito. L’obiettivo sarebbe quello di tirare fuori dall’iPhone il secondo profilo Whatsapp usato da Santini. «Valutati gli esiti del consulente del pm Gianfranco Del Prete (che era entrato in rotta di collisione con Genchi, ndr) e le osservazioni della difesa, il pm», fa sapere l’avvocato di Santini, avrebbe riconosciuto «la rilevanza di nuovi e ulteriori accertamenti forensi» per recuperare le chat del profilo business dismesso, strumento di lavoro «negli anni indicati nelle imputazioni» e «diverso» da quello trovato al momento della perquisizione. Di questo accertamento si occuperà un secondo consulente, l’ingegnere Marco Tinti. E, infatti, è stata disposta «l’analisi dei dispositivi informatici sequestrati al fine di estrarre le comunicazioni intercorse nell’arco temporale gennaio-settembre 2024». Amadori, Santini e Arceci, secondo i pm, sarebbero i «soggetti attuatori della volontà del sindaco nei confronti dei funzionari e in relazione all’iter procedurale delle singole determinazioni di spesa».Ma c’è una storia che incrocia direttamente il capo di gabinetto. La cena «popolare» del 12 aprile 2024 serviva a finanziare la candidatura in Europa di Ricci ed era collegata alla tournée di presentazione del libro Pane e politica. Si è svolta in un capannone della ex Fiera di Campanara, che sarebbe stato messo a disposizione dall’imprenditore Mauro Tomasucci (non indagato), suocero dell’ex assessore al Bilancio, Antonello Delle Noci, oggi presidente della municipalizzata Pesaro parcheggi. Secondo i fornitori, ha scoperto La Verità, l’interlocuzione operativa passava proprio da Amadori, al quale arrivò il preventivo. Marco Balducci, titolare di Giustogusto (il catering), alla domanda se fosse stato tutto regolare, ha risposto: «Vogliamo aprire un dibattito? Non so da chi sia stata pagata la cena. Noi l’abbiamo fatturata all’associazione Pesaro Un gran bel po’ (l’ex presidente dell’associazione, Timoteo Tiberi, è un altro componente dello staff del successore di Ricci, ndr)». L’azienda ricostruisce così il finale di partita sulla fattura: «I soldi rimanenti ce li doveva dare lui e non ce li ha mai dati». Alla domanda su come sarebbe avvenuto il saldo, ha risposto: «Facendoci fare altri catering per la fondazione». E c’era anche il capitolo «black»: «Con loro se volevo facevo tutto black. Ma siccome io sono una persona che vuole pagare le tasse non ho accettato. Devo avere a che fare con le banche e vado a prendere il nero? In più chiedevano gli sconti». Il presunto «pagamento in nero», però, non sarebbe stato proposto da Amadori ma da «un giornalista che faceva la rassegna stampa per Ricci». Ora Ricci definisce il suo ex capo di gabinetto «un lavoratore eccezionale, serio e onesto». E aggiunge: «Sono certo che dimostrerà la sua totale estraneità ai fatti contestati».