2022-08-06
Il centrodestra s’incaglia in Sicilia
Il forzista Gianfranco Miccichè al veleno sul governatore che si è dimesso: «Musumeci l’uscente o l’usciere?». Fi propone Stefania Prestigiacomo, bocciata dagli alleati. Il voto con le politiche.«Musumeci l’uscente, o l’usciere?»: la battuta di Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, dominus locale di Forza Italia, spiega meglio di ogni retroscena lo stato di tensione che regna nel centrodestra. Il governatore Nello Musumeci, esponente della lista civica «Diventerà bellissima» ma molto vicino a Fratelli d’Italia si è dimesso, e le elezioni regionali si svolgeranno il 25 settembre, insieme alle politiche. «Il candidato alla presidenza è l’uscente», sostiene Musumeci, al quale risponde il suo acerrimo avversario Miccichè: «Quello di Musumeci», attacca Miccichè, «è un accanimento terapeutico, la decisione sul fatto che non può essere lui è stata già presa, Forza Italia presenterà una rosa di nomi», aggiunge Miccichè, «e credo che non ci siano dubbi sul fatto che il candidato della coalizione debba essere espresso da Forza Italia».Silvio Berlusconi ha chiesto la disponibilità a correre per la presidenza alla deputata forzista Stefania Prestigiacomo, che ha accettato, ma gli alleati bocciano immediatamente la proposta: «La Prestigiacomo», dice a La Verità un big di Fdi, «sta ancora sulla Sea Watch». Il riferimento è a quanto accadde il 27 gennaio 2019, epoca del governo gialloverde, con Matteo Salvini al Viminale. La Prestigiacomo, insieme ai colleghi parlamentari Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e Riccardo Magi di Più Europa salì a bordo della Sea Watch 3, nave Ong con 47 migranti a bordo che era bloccata al largo di Siracusa. «Il governo affronti la questione migratoria con le competenze adeguate, se ne ha, e non impedendo a un pugno di disgraziati di scendere sulla terraferma», disse Stefania, provocando le repliche velenose di Salvini e Giorgia Meloni. A quanto ci risulta, gli stessi Salvini e Meloni si sono sentiti al telefono e hanno bocciato la candidatura della deputata forzista. Fdi, in particolare, sostiene lealmente Musumeci: in sostanza, a quanto apprendiamo, la Meloni non accetterà nessun altro nome del suo partito proposto eventualmente dagli alleati. Non solo: se pure si dovesse trovare un candidato di Lega o Forza Italia, Miccichè può scordarsi di tornare a occupare la poltrona di presidente del parlamento siciliano, carica che a quel punto andrebbe al partito della coalizione che ha preso più voti (molto probabilmente Fdi).«Quelli di Forza Italia non hanno un nome vero», aggiunge la nostra fonte, «la mossa di Musumeci di dimettersi per andare al voto insieme alle politiche li ha spiazzati. Non accettiamo avatar, sentiamo quali saranno le proposte reali. Per noi, il candidato resta Musumeci». Salvini, da Lampedusa, commenta: «Decideranno i siciliani, né Roma, né Milano imporranno nulla. La Lega ha tre nomi per il candidato governatore della Sicilia. Le liste sono gia pronte, ma decideranno i siciliani chi sarà il governatore. Sceglieranno i siciliani e solo i siciliani», ribadisce Salvini, «chi sarà il candidato governatore della Sicilia, solo i siciliani». Almeno due di questi nomi sono già in campo: il segretario regionale della Lega, Nino Minardo, e il deputato Alessandro Pagano.Al di là di tutti i ragionamenti politici, Musumeci ora ha il tempo, nel caso in cui la coalizione scelga un altro candidato alla presidenza della Sicilia, di traslocare a Roma, dove lo aspetta un seggio sicuro in parlamento. «L’obiettivo in questo momento», nicchia un malinconico Musumeci, «è tornare a portare alla vittoria il centrodestra. Voglio servire la mia terra. Chiusa questa partita», ammette, «se ne possono aprire mille altre, naturalmente in politica tutto è possibile».Intanto, la Meloni è alle prese con la preparazione del suo eventuale governo. Ieri Giorgia ha rilasciato una intervista alla emittente americana Fox News, vicina alla destra statunitense, rigorosamente in inglese e con una pronuncia niente male: «Sì, i sondaggi dicono che Fdi potrebbe vincere le prossime elezioni con la coalizione di centrodestra», ha detto la Meloni, «e io potrei diventare la prima donna alla guida del governo italiano nella nostra storia. Guidare una grande nazione come l’Italia», ha aggiunto la Meloni, «è un grande onore ma porta con sé un fardello. Potremo avere una stagione difficile e la nostra campagna è dire agli italiani la verità e non promettere nulla che non possiamo mantenere».Fonti di Palazzo Chigi definiscono «fantasiose e prive di fondamento le ricostruzioni riportate da La Repubblica in merito a presunti contatti telefonici del presidente Draghi con Giorgia Meloni, con particolare riferimento a consigli o suggerimenti su nominativi per la composizione della futura compagine di governo». Le ricostruzioni in questione riguardano i nomi dell’attuale ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani e del direttore generale di Bankitalia e membro del board della Bce Fabio Panetta, che secondo La Repubblica sarebbero stati «raccomandati» da Draghi alla Meloni. «Cingolani futuro ministro? Ne sarei felice», ha chiosato Salvini. Nessun commento dal diretto interessato.