2018-08-17
Ponte Morandi, c’è un rione intero da buttare giù. In mille senza casa
Inagibili i palazzi sotto il moncone del ponte. I morti sono 38, forse 20 dispersi. Detriti nel fiume: rischio esondazioni.Non possono bastare le parole del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che assicura che le case sotto il ponte del Polcevera verranno ricostruite, altrove entro fine anno. Neppure quelle del sottosegretario alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, che promette pronta risposta all'emergenza abitativa.C'è un popolo di sfollati, accampati in strada con quel poco che avevano addosso nel momento in cui i vigili del fuoco li hanno costretti ad abbandonare gli appartamenti in fretta e furia: «Qui rischiate la vita, dovete andarvene subito», ripetevano bussando di porta in porta. La gente è fuggita lasciando medicine indispensabili, abbandonando cani e gatti senza cibo né acqua. I grandi caseggiati di via Porro, via Fillak e via Della Pietra andranno demoliti, su 11 di essi incombe in instabile equilibrio uno dei due monconi del viadotto che si è sbriciolato, con il suo carico di auto e vite, il giorno prima di ferragosto.Sono 331 le famiglie che non hanno più un tetto, il governo ha contato 664 persone che per ora hanno trovato riparo nel centro civico di Sampierdarena o da parenti e amici. Ma saranno molti di più, si stanno valutando anche le condizioni di sicurezza di altri palazzi e poi parecchi inquilini sono ancora in ferie, devono tornare in città e troveranno le porte sbarrate. Si stima che gli sfollati possano salire al migliaio. Molti di loro sono in attesa davanti al nastro bianco e rosso che cinge la zona off limits in via Fillak, vigili urbani e poliziotti cercano come possono di mantenere la calma, di lenire la disperazione di chi attende il suo turno per recuperare vestiti puliti, farmaci per il diabete o la tartaruga. Attendono che i pompieri li accompagnino, ma è una faccenda lunga. Sono in infradito e pantaloncini, in canottiera, con sacchetti della spesa come valigia, seduti sul marciapiede sotto il sole cocente. Si parla, si commenta, si indica quel che resta del ponte in lontananza. C'è una poesia dedicata alla tragedia che circola sui social, una ragazza bionda che ha l'aria di non aver chiuso occhio ma è bella lo stesso la legge sullo smartphone: Derûa un pónte, derûa unn-a stradda, derûan i nervi… Tûtto derûa, fêua che noiâtri: génte dûa, inospitále, morciónna e con a tèsta cömme un mazabécco. Dice che crolla un ponte, crolla una strada, crollano i nervi, tutto crolla, tranne noi: gente dura, inospitale, musoni e testardi.C'è anche Sabina a pazientare che i pompieri la scortino in casa: deve prendere almeno le scarpe, poi tornerà dalla suocera che la ospita. Ha assistito alla catastrofe dalla finestra della cucina: «Pioveva a dirotto, ho guardato fuori e ho visto il ponte cadere giù», racconta, «ho preso tutto quello che potevo e sono scappata via. Penso che ce la siamo scampata per un pelo. Da tre anni non dormiamo la notte per i rumori indescrivibili». C'è anche Silvio davanti al blocco dei vigili, abita in via Porro: «In pratica, una casa prima dell'area del crollo. Adesso abbiamo paura che ce le buttino giù. La botta del ponte caduto mi ha fatto saltare dal letto, un amico mi ha ospitato. Quando succede qualcosa, in questa città c'è solidarietà. Siamo abbonati alle tragedie. Pur essendo barista e non ingegnere, mi viene da dire che questa era prevedibile».Quella della demolizione, più che una paura è ormai una certezza, come conferma il sindaco Marco Bucci: «Quelle case non si possono salvare». Quante siano ancora non è chiaro, perché le verifiche sono in corso, ma si può ipotizzare che ci sia da trovare alloggio per almeno 1.000 persone.La macchina si è già mossa: verranno prese in carico dagli operatori e sistemate in collocazioni provvisorie in attesa di soluzioni di lungo periodo. Comune e Arte, l'ente per le case popolari della Regione, stanno predisponendo un elenco di 50 appartamenti che saranno disponibili da lunedì prossimo, con priorità per i nuclei con anziani, minori e disabili. Sarà presto stilato, assicurano le istituzioni, un ulteriore elenco di 300 abitazioni di proprietà pubblica su cui realizzare interventi di manutenzione da finanziare attraverso una richiesta al governo. Tra la folla di via Fillak, non sono però in molti a fare affidamento sulle rassicurazioni che vengono dalla politica, che troppe volte ha pianto i morti delle alluvioni che hanno travolto questa città senza che seguissero soluzioni. Troppe volte i genovesi si sono sentiti presi in giro. Forse anche per questo sono intervenute due squadre di psicologi a tamponare il trauma dell'abbandono di casa.«Ma questa volta, non può e non deve avvenire», dice Maria mentre si dirige, tra due vigili del fuoco, verso l'appartamento del suocero in via Della Pietra: «Ha necessità di medicine difficili da reperire, soprattutto in questo periodo festivo. Sono sono rimaste nel mobiletto del bagno, ci servono». Si continua a scavare tra le macerie sparse nel letto secco del Polcevera, con un timore in più: fra poco arriveranno le piogge e a Genova i torrenti sono un nemico infingardo. Il conto dei corpi recuperati è salito a 38, tra le vittime anche un bambino di 8 anni e due adolescenti di 12 e 13. Ma c'è ancora una grossa porzione del luogo del disastro da ispezionare, «bonificare» come dicono gli esperti. Secondo Il procuratore capo Francesco Cozzi «ci potrebbero essere ancora 10-20 persone disperse». Domani sarà il momento del dolore e delle lacrime troppo a lungo trattenute, alle 11 nel padiglione Jean Nouvel della Fiera si svolgeranno i funerali di Stato delle vittime: turisti, operai, camionisti, immigrati, famiglie intere che partivano per un ferragosto spensierato e sono stati inghiottiti dall'improvviso frantumarsi della campata centrale del ponte. La messa sarà celebrata dal cardinale Angelo Bagnasco: a lui il compito della consolazione e della speranza. Toccherà invece al capo dello Stato, Sergio Mattarella, far sentire l'abbraccio dell'Italia alla città dove tutto derûa. Tutto tranne i genovesi.
il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi (Ansa)
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Donald Trump (Getty Images)
Donald Trump (Getty Images)