2022-08-08
I cattolici baluardo contro lo schiavismo
Papa Francesco in Canada ha destato scalpore scusandosi per fatti di dubbia storicità. Ma ha dimenticato di ricordare tutto ciò che di bene i missionari hanno portato in ogni Paese, le vite che hanno salvato e il sacrificio (documentato) di tanti martiri cristiani.Hanno destato molto scalpore le parole di Jorge Bergoglio in Canada. Vale la pena di ricordare la vera storia dello schiavismo e della guerra allo schiavismo nelle Americhe. Quando Colombo vi arrivò, le Americhe erano praticamente spopolate, abitate da popolazioni attualmente in fase di beatificazione, che in realtà erano sistematicamente dedite alla guerra, allo schiavismo e ai sacrifici umani di apocalittica ferocia. Molto frequente anche al cannibalismo, sia a scopo rituale che alimentare. La popolazione era scarsissima ed enormi parti del territorio erano disabitate, anche a causa della belligeranza permanente dei vari gruppi. Tra i più feroci gli Irochesi, noti anche per l’abitudine di mangiare i condannati cotti, ma vivi. L’evangelizzazione delle Americhe è ben raccontata da Agostino Nobile nel libro Quello che i cattolici devono sapere - almeno per evitare una fine ridicola, uscito nel 2015, la cui lettura è sempre più urgente. «Nessuno più di Isabella di Castiglia (1451-1504) si preoccupò per le anime dei suoi nuovi sudditi, che insieme a papa Paolo III vietò lo schiavismo e gli abusi contro gli indios. Già nel 1478 la Regina cattolica aveva fatto liberare gli schiavi dei coloni nelle Canarie, e la proibizione della schiavitù degli indigeni del Nuovo Mondo viene rispettata dai suoi successori, incoraggiando i matrimoni tra i suoi sudditi e gli indios. Escludendo la regione dei Caraibi, l’Argentina e il Brasile, i paesi di lingua latina sono popolati da una maggioranza amerinda e meticcia, mentre nel nord protestante non esistono quasi più indios. L’altissima percentuale dei neri presenti negli Stati massonico protestanti del nord provano come la tratta degli schiavi negli Stati del nord America sia stata così estesa da cambiare la struttura sociale e culturale. I missionari cristiani, a differenza degli altri colonizzatori, hanno portato il messaggio che nobilita l’uomo, estirpando da quelle culture le tradizioni che vogliono l’uomo guerriero, schiavo, vittima sacrificale per gli dei. Gli Incas e gli Aztechi, per esempio, celebravano sacrifici umani di massa. Per accattivarsi la benevolenza degli dei arrivavano a gettare dalle loro piramidi migliaia di schiavi donne, uomini e bambini. Il teologo spagnolo Francisco de Vitoria (1492-1546) a difesa degli indios scrisse una carta dei diritti umani che vale la pena riportare. 1. Per nascita gli uomini sono liberi. 2. Per diritto naturale nessuno è superiore agli altri. 3. Il bambino non viene all’esistenza in ragione degli altri, ma di sé stesso. 4. È meglio rinunciare al proprio diritto che violare quello altrui. 5. È lecita all’uomo la proprietà privata, ma nessuno è talmente proprietario che non debba, a volte, condividere con altri i suoi beni. In caso di estrema necessità tutte le cose sono comuni. 6. I dementi perpetui - che non hanno e non c’è speranza che avranno l’uso della ragione - sono soggetti di diritto e possono essere proprietari. 7. Al condannato a morte è lecito fuggire, perché la libertà si equipara alla vita. 8. Se il giudice, non curando l’ordine del diritto, ottiene a forza di torture la confessione del reo, non può condannarlo, perché così agendo non si è comportato da giudice. 9. Non si può mettere a morte una persona che non sia stata giudicata e condannata legittimamente. 10. Ogni nazione ha diritto a governare se stessa e può scegliere il regime politico che vuole, anche quando non è il migliore. 11. Tutto il potere del re viene dalla nazione, perché questa è libera per principio. 12. L’orbe intero, che in certa maniera costituisce una repubblica, ha il potere di dare leggi giuste e convenienti a tutta l’umanità. 13. Non è lecita una guerra che porti alla nazione un male ben maggiore dei vantaggi che per mezzo di essa si vogliano raggiungere, quali che siano le ragioni e i titoli per cui si ritiene che sia giusta. 14. Se il suddito constata l’ingiustizia della guerra, può rifiutarsi di parteciparvi, anche contro il mandato del principe. 15. L’uomo non è lupo per l’uomo, ma è innanzitutto uomo. Se analizziamo i testi, possiamo renderci conto che lo schiavismo è stato un fenomeno atroce e totale al di fuori del cristianesimo, molto meno feroce all’interno del cristianesimo, e anche qui dobbiamo fare una distinzione tra protestantesimo e cattolicesimo. La condanna dello schiavismo è nata nel cattolicesimo. All’interno del cattolicesimo sono sicuramente esistiti schiavisti, ma le linee teoriche dell’antischiavismo sono nate qui. In Canada Bergoglio ha dimenticato la verità storica, le missioni cattoliche che hanno creato scuole, ospedali e villaggi dove finalmente non era più permessa la tortura e non era più permesso lo schiavismo, normalmente praticato degli irochesi e dagli altri gruppi etnici, esattamente come non era più permesso lo stupro etnico, le donne di altre tribù schiavizzate. I missionari cattolici hanno pagato con la vita e con il dolore. La loro storia è raccontata da padre Celestino Testore, nel libro I santi martiri canadesi, 1941. In Canada Bergoglio non ha ricordato questi martiri e le innumerevoli vite che hanno salvato, e si è scusato per fatti mai avvenuti. Quello delle fosse comuni di bambini è una leggenda nera clamorosamente smentita, visto che non sono mai stati riesumati dei cadaveri. Quei bambini erano stati tolti alle loro famiglie dallo stato canadese, non certo dai sacerdoti cattolici che non dividevano mai i bambini dalle famiglie, stato che poi li ha affidati orfanotrofi cattolici, perché non intendeva occuparsene. Lo storico Jacques Rouillard, docente della Facoltà di Storia dell’Università di Montreal, lo scorso 11 gennaio ha pubblicato sul portale canadese Dorchester Review un lungo articolo in cui dimostra come non ci sia nessuna sepoltura irregolare o di massa, ma semplici cimiteri per gli studenti e per i docenti. Le cause di morte dei bambini, documentate, sono tubercolosi, influenza e, più raramente, incidenti, e sono assolutamente in linea con le statistiche sanitarie di quegli anni. Il professor Tom Flanagan e il magistrato Brian Gesbrecht, nel 2022 sul Dorchester Review con il titolo The False Narrative of the Residental Schools Burials, ribadiscono come non ci sia traccia di un solo studente ucciso nei 113 anni di storia delle scuole residenziali cattoliche. Perché Bergoglio si è scusato per fatti mai provati? La civiltà cristiana cattolica è stato il primo baluardo contro lo schiavismo, contro genocidio, contro lo sfruttamento estremo dell’uomo sull’uomo. Dopo che sarà stata abbattuta, cancellata o ridotta a un cagnolino che sta al guinzaglio del nuovo ordine mondiale e prende ordini da Davos, non ci saranno più baluardi. Siamo stati noi i padroni della scienza, della tecnica, della filosofia e dell’arte, i paladini della guerra allo schiavismo, coloro che hanno parlato di dignità umana non perché fossimo migliori degli altri, ma perché noi abbiamo avuto straordinaria fortuna di fondere la spiritualità biblico evangelica, la filosofia greca, il diritto romano, e anche la passione dei barbari. È stato un miracolo. Una volta che noi saremo stati annientati, distrutti, addomesticati, sostituiti, il concetto di dignità umana non esisterà più, e lo schiavismo, che sta già germogliando nascosto dentro parole molto più miti come gravidanza per altri ed eutanasia del non consenziente, esploderà come non mai. I miracoli non si ripetono. La Provvidenza non interviene una seconda volta, dopo che i suoi doni sono stati buttati.
La deposizione in mare della corona nell'esatto luogo della tragedia del 9 novembre 1971 (Esercito Italiano)
Quarantasei giovani parà della «Folgore» inghiottiti dalle acque del mar Tirreno. E con loro sei aviatori della Royal Air Force, altrettanto giovani. La sciagura aerea del 9 novembre 1971 fece così impressione che il Corriere della Sera uscì il giorno successivo con un corsivo di Dino Buzzati. Il grande giornalista e scrittore vergò alcune frasi di estrema efficacia, sconvolto da quello che fino ad oggi risulta essere il più grave incidente aereo per le Forze Armate italiane. Alle sue parole incisive e commosse lasciamo l’introduzione alla storia di una catastrofe di oltre mezzo secolo fa.
(…) Forse perché la Patria è passata di moda, anzi dà quasi fastidio a sentirla nominare e si scrive con la iniziale minuscola? E così dà fastidio la difesa della medesima Patria e tutto ciò che vi appartiene, compresi i ragazzi che indossano l’uniforme militare? (…). Buzzati lamentava la scarsa commozione degli Italiani nei confronti della morte di giovani paracadutisti, paragonandola all’eco che ebbe una tragedia del 1947 avvenuta ad Albenga in cui 43 bambini di una colonia erano morti annegati. Forti le sue parole a chiusura del pezzo: (…) Ora se ne vanno, con i sei compagni stranieri. Guardateli, se ci riuscite. Personalmente mi fanno ancora più pietà dei leggendari piccoli di Albenga. Non si disperano, non singhiozzano, non maledicono. Spalla a spalla si allontanano. Diritti, pallidi sì ma senza un tremito, a testa alta, con quel passo lieve e fermissimo che nei tempi antichi si diceva appartenesse agli eroi e che oggi sembra completamente dimenticato (…)
Non li hanno dimenticati, a oltre mezzo secolo di distanza, gli uomini della Folgore di oggi, che hanno commemorato i caduti di quella che è nota come la «tragedia della Meloria» con una cerimonia che ha coinvolto, oltre alle autorità, anche i parenti delle vittime.
La commemorazione si è conclusa con la deposizione di una corona in mare, nel punto esatto del tragico impatto, effettuata a bordo di un battello in segno di eterno ricordo e di continuità tra passato e presente.
Nelle prime ore del 9 novembre 1971, i parà del 187° Reggimento Folgore si imbarcarono sui Lockheed C-130 della Raf per partecipare ad una missione di addestramento Nato, dove avrebbero dovuto effettuare un «lancio tattico» sulla Sardegna. La tragedia si consumò poco dopo il decollo dall’aeroporto militare di Pisa-San Giusto, da dove in sequenza si stavano alzando 10 velivoli denominati convenzionalmente «Gesso». Fu uno di essi, «Gesso 5» a lanciare l’allarme dopo avere visto una fiammata sulla superficie del mare. L’aereo che lo precedeva, «Gesso 4» non rispose alla chiamata radio poiché istanti prima aveva impattato sulle acque a poca distanza dalle Secche della Meloria, circa 6 km a Nordovest di Livorno. Le operazioni di recupero dei corpi furono difficili e lunghissime, durante le quali vi fu un’altra vittima, un esperto sabotatore subacqueo del «Col Moschin», deceduto durante le operazioni. Le cause della sciagura non furono mai esattamente definite, anche se le indagini furono molto approfondite e una nave pontone di recupero rimase sul posto fino al febbraio del 1972. Si ipotizzò che l’aereo avesse colpito con la coda la superficie del mare per un errore di quota che, per le caratteristiche dell’esercitazione, doveva rimanere inizialmente molto bassa.
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