2025-03-27
Crollo del Morandi, lo schiaffo alle vittime
Giovanni Castellucci all'uscita dal tribunale di Genova (Ansa)
L’ex ad di Autostrade, Castellucci, si presenta così in tribunale: «Mi sento responsabile ma non colpevole». Poi nega che furono tagliate le manutenzioni per dare più dividendi ai Benetton. Ma ci sono le intercettazioni.A 2.416 giorni dalla tragedia del Ponte Morandi, Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, è tornato sul luogo della strage. O meglio è tornato a Genova per parlare al processo in cui è imputato insieme ad altre 57 persone per il crollo del viadotto, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone. E per la prima volta, durante l’ultima udienza dibattimentale vera e propria, ha preso la parola per dichiarazioni spontanee (formula che non prevede domande): «Sento il peso di ciò che è successo e lo sentirò sempre. Il sollievo che ho è che penso di avere fatto tutto quello che dovevo e potevo fare. E sulla base di quello che sapevo sono stati messi i tecnici, che, invece, sapevano cosa facevano». Parole che hanno fatto scattare i familiari delle vittime. Paola Vicini, madre di Mirko, l’ultimo corpo recuperato sotto le macerie, ha urlato in aula: «Lui è andato a cena la sera stessa del crollo, io aspettavo il cadavere di mio figlio, altri erano in obitorio. Meno male che lui è sollevato, noi il peso ce l’abbiamo. Lui è libero da sei anni, noi siamo all’ergastolo. Se volesse parlarmi, gli sputerei in faccia». In effetti il discorso di Castellucci deve essere risultato indigesto in più di un passaggio alle parti civili. Per esempio, quando ha detto di «non riuscire ancora ad accettare il crollo del ponte». Oppure quando ha definito l’accaduto una «sconfitta per tutti». O, ancora, quando ha parlato al plurale: «Ci sentivamo responsabili, seppur non colpevoli». Che non si capisce che cosa significhi esattamente. Subito dopo ha aggiunto: «Mi sento tuttora responsabile, perché avevamo la custodia del bene». Insomma, il ponte non era suo, né di Aspi. In un altro passaggio ha cercato di difendersi dall’accusa di aver tagliato le manutenzioni per distribuire più dividendi: «Non lo posso accettare… i costi per le manutenzioni non sono mai calati». Per il manager il surplus di dividendi del 2017 era dovuto a «un fatto straordinario legato a un riassetto organizzativo». Ma a smentirlo in aula sono stati sia i conti di consulenti e investigatori sia le intercettazioni. Per esempio quella di Carlo Bertazzo, successore di Castellucci, che, al telefono, riferendo le presunte parole dell’ex ad, ha esclamato: «Guarda questi Benetton mi hanno ingessato la società in quanto volevano dividendi, dividendi, dividendi». Già dalla premessa i familiari delle vittime avevano capito dove sarebbe andato a parare Castellucci: «Io il ponte lo conoscevo solo di sfuggita». Da quel momento è stato uno scaricabarile: «Era un ponte sul quale una grande società di ingegneria, Cesi, non più tardi di due anni prima e poi confermato a valle della tragedia, aveva scritto che le procedure di ispezione erano adeguate. Un ponte su cui si investiva con regolarità almeno negli ultimi tre anni e su cui c’erano rassicurazioni di società serie. Non riesco ad accettare che sia crollato». L’unico errore che Castellucci riesce ad accollarsi è legato al comunicato diffuso all’indomani del crollo, nel quale l’azienda, dopo l’omaggio alle vittime, esprimeva preoccupazione per i possibili riflessi sugli azionisti e sugli obbligazionisti: «Ho sbagliato il comunicato nei termini e nei modi». Ma anche in questo caso vede un concorso di colpa: «Un comunicato voluto da Consob. Col senno di poi lo considero una cosa sbagliata». Rivendica di essersi prodigato immediatamente: «Sono arrivato subito, mi sono messo a servizio del comitato di crisi. Sentivo la grande frustrazione di non poter essere d’aiuto se non nell’accelerare la realizzazione della Strada del Papa (via alternativa aperta per alleggerire il traffico subito dopo la tragedia, con la città divisa in due, ndr)». E ancora: «Ho sempre dato la disponibilità alla ricostruzione del ponte. La collaborazione con il sindaco e poi commissario Marco Bucci è stata totale. Certo noi avremmo potuto farlo più velocemente». I lavori, invece, furono affidati a un consorzio italiano senza Aspi. Alla fine un salvagente probabilmente Castellucci immagina di averlo. E lo collega ai risarcimenti distribuiti: «Non mi sono mai sottratto ai confronti con i parenti delle vittime, e le vittime non sono solo i morti. Ho cercato di fare quello che potevo, ma questo diventa nulla in confronto all’enormità della tragedia: ne sono consapevole. Ho chiesto che tutte le vittime fossero rimborsate. Il mio bonus l’ho devoluto per supportare gli studi dei figli. Spero che questi contributi siano andati a buon fine, io non ne so più nulla perché non ho più rapporti con Aspi e Atlantia». Proprio prima della requisitoria dei pubblici ministeri genovesi. «Con le sue dichiarazioni, Castellucci ha cercato di dipingere la realtà di un’azienda di successo impregnata di buone intenzioni e di valori etici» commenta l’avvocato Raffaele Caruso, difensore del comitato Ricordo vittime del Ponte Morandi. «Ma, aldilà del fatto che le indagini hanno mostrato un quadro totalmente differente, mi pare che quando dall’iperuranio delle strategie aziendali è dovuto scendere alla concretezza dell’asfalto del ponte gli elementi di fatto che mettono in relazione il suo operato con la vicenda specifica del Morandi restino intatti nella loro portata accusatoria: a nostro avviso non è riuscito a confutare le accuse». Con le spontanee dichiarazioni di Castellucci e con un’ulteriore udienza per il deposito dei documenti i giudici dichiareranno chiusa l’istruttoria. La palla passerà all’accusa per le richieste di condanna (o di assoluzione). E dopo arringhe difensive e discussioni delle parti civili, i giudici si chiuderanno in camera di consiglio.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.