Facciamo un viaggio da Nord a Sud alla scoperta delle fortezze più affascinanti del nostro Paese. Un percorso che parte dalla Valle d'Aosta e arriva in Puglia, passando per Abruzzo e Lazio, attraverso miti e leggende da scoprire.
Facciamo un viaggio da Nord a Sud alla scoperta delle fortezze più affascinanti del nostro Paese. Un percorso che parte dalla Valle d'Aosta e arriva in Puglia, passando per Abruzzo e Lazio, attraverso miti e leggende da scoprire.I castelli affascinano tutti: protagonisti di storie vere e inventate, romanzi storici e film, sono da sempre simbolo di mistero, nobiltà e intrighi dinastici. Ormai parte integrante dell’immaginario collettivo, devono il loro “successo” all’abbondante utilizzo che ne hanno fatto e continuano a fare cineasti, scrittori e artisti.L’Italia, poi, è patria privilegiata di castelli e fortezze di diverse epoche, disseminate da Nord a Sud come ricordi di pietra di qualcosa che fu e che ancora echeggia tra le mura in modo sommesso. Saranno le voci dei fantasmi, che popolano le mille leggende ambientate negli interni bui e cavernosi di rocche e fortilizi. Che si staglino contro le pareti verticali delle Dolomiti o si specchino nelle acque di un lago, che affaccino sul mare o si trovino in città, poco cambia: il castello rimane una struttura magnificente, anche quando di esso rimane poco.Il castello, così come lo conosciamo in Europa, nacque all’epoca dell’Imperatore Carlo Magno. Il periodo è dunque quello dell’Alto Medioevo, quando cominciano ad affacciarsi nella storia dame e cavalieri, i futuri personaggi delle romantiche saghe che tutti conosciamo, anche se la costruzione di fortezze continua fino al XVI secolo.Il nostro continente vanta una serie di castelli da Mille e una Notte, testimonianza vivente di complicati intrecci a metà tra realtà e finzione: la Gran Bretagna, in particolare, è sede privilegiata di queste strutture. Si pensi al castello di Edimburgo, che ispirò il Macbeth. Sempre di shakespeariana memoria è il Castello di Kronborg, in Danimarca, dove venne ambientato Amleto. Altro castello-simbolo è quello di Neuschwanstein, in Germania, divenuto persino logo della Disney, oltre che protagonista del cartone animato “La Bella Addormentata nel Bosco”.Il Castello di Bran, in Romania, viene invece identificato come l’abitazione del Conte Dracula in persona. Ci sono poi i castelli rupestri, come quello di Predjama, in Slovenia, il più grande del mondo. Esistono fortezze enormi, simili a vere e proprie cittadelle militari: così è quella che fu la sede dei sovrani boemi di Praga. Altro leggendario castello è quello di Windsor, residenza reale situata nel Berkshire. Una struttura mastodontica, circondata dal classico prato all’inglese, incarnazione del vero spirito British.In Normandia si trova invece Mont Saint-Michel, famoso per le alte e le basse maree che si alternano intorno ad esso, creando atmosfere mistiche.Tutt’altre storie raccontano le fortezze asiatiche, come il Castello di Matsumoto (Giappone), quello indiano di Murud-Janjira, quello medievale di Aleppo (Siria) o la Fortezza di Arad, in Bahrein. In Africa spiccano la Kasbah marocchina di Ait Ben Haddou (fatta di fango e pietre), il castello berbero di Qasr al-Haj (Libia) e la mitologica Fortezza di Babilonia, in Egitto.Ma esistono anche strutture più moderne, come lo statunitense Belvedere Castle, che si trova in pieno Central Park. Per non parlare delle innumerevoli repliche dei castelli medievali sparse per il mondo. Perché il Medioevo (e successivamente il Rinascimento) rimane una delle epoche più suggestive della Storia, che per centinaia di anni ha stimolato la fantasia non solo di scrittori, registi e pittori, ma anche di architetti e personaggi che lo hanno utilizzato per dar vita ad abitazioni dallo stile eclettico.Viene in mente il Minareto di Fasano (BA), dimora signorile di Damaso Bianchi, che la fece costruire a inizio Novecento dopo un viaggio fatto in Tunisia. I merletti orientaleggianti stridono con il contesto, arricchendolo.Ma quanti e quali sono i castelli in Italia? Si stima che il totale ammonti all’incirca a 45.000, incluse le ville e le torri. Insomma, la nostra nazione non ha nulla da invidiare al resto d’Europa, nonostante sia il Galles a detenere il record di castelli. Del resto si tratta del Paese che ha visto nascere la leggenda di Re Artù.Organizzare un viaggio nel Bel Paese che abbia come filo conduttore i suoi castelli non può che essere un viaggio nella storia, tra leggende e afflati romantici. Peraltro la maggior parte delle fortezze è immersa in scenari naturali di primo livello. Lo sanno bene coloro che le costruirono a scopi difensivi, così come la nobiltà, che soleva vivere appartata rispetto al popolo. Visitare uno o più castelli è quindi un modo per vivere l’Italia da un punto di vista diverso e – perché no – di tornare bambini.Un viaggio perfetto in qualsiasi stagione: se sotto la neve queste magnifiche strutture si ammantano di poesia, d’estate offrono riparo dal caldo. Autunno e primavera sono invece le stagioni perfette per ammirare i colori che circondano il grigio delle pietre conficcate nella terra da tempo immemorabile.Facciamo un viaggio da Nord a Sud, ma a zigzag, tra alcuni dei castelli più affascinanti d’Italia.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/castelli-italiani-2656108996.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="valle-d-aosta" data-post-id="2656108996" data-published-at="1640268967" data-use-pagination="False"> Valle d'Aosta Gressoney-Saint Jean (iStock) La Valle d’Aosta ha molti castelli di cui fregiarsi. Uno dei più affascinanti è sicuramente il Forte di Bard, che guarda dall’alto l’omonimo borgo.Si tratta di un grande complesso arroccato, comodamente raggiungibile in ascensore. La sua imponenza fa sì che lo si noti sin da lontano: è infatti costruito su tre livelli, tra i 400 e i 467 metri, chiamati Opera Ferdinando, Opera Vittorio e Opera Carlo Alberto. Di origini molto antiche (si dice che un insediamento esistesse già nel VI secolo), venne totalmente restaurato dai Savoia nel XIX secolo.Oggi è sede di tre mostre permanenti (I colloqui del Forte di Bard, Napoleonica e Meteolab), ma viene spesso scelto anche per esposizioni temporanee di arte e fotografia. La scelta è molto ampia: fino al 6 gennaio, sarà in esposizione “Nel segno di Dante, tra illustrazione e fumetto”, mentre fino al 9 “Antonio Liguabue e il suo mondo” aspetta gli amanti dell’arte. Dal 3 febbraio al 31 maggio prossimi è in programma “La memoria dell’Aosta. Il Sacrario del 4° Reggimento Alpini” e dal 5 febbraio al 5 giugno “Wildlife Photographer of the Year, 57esima edizione” esporrà le immagini di 5 fotografi premiati.Una curiosità: il Forte di Bard è stato più volte scelto dal cinema come set. Alcune scene del film Avengers, della Marvel, sono state girate proprio qui.Una volta visitato il forte, ci si può dedicare al borgo, che sorge sulle rive della Dora Baltea.Mangiare a Bard e dintorniCantina La Crèche, Via Vittorio Emanuele II, 81. Un locale in pietra dove degustare, tra le altre cose, gli ottimi salumi valdostani;Ristorante Bar Bordet Di Franceschi Silvia, Via E. Chanoux, 82, Hone (AO). Un must? Gli gnocchi di castagne al burro;Ristorante Hamburgeria Mon Bijou, Via Roma, 12, Donnas (AO). Speciali gli hamburger di carne valdostana.Dormire a Bard e dintorniDimora Gilles Aosta Valley, Via Vittorio Emanuele II, Bard. Posizione centralissima: è a due passi dalla fortezza.Hotel Ad Gallias, Via Vittorio Emanuele, 5/7, Bard. Ha una bellissima area benessere. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/castelli-italiani-2656108996.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="roma" data-post-id="2656108996" data-published-at="1640268967" data-use-pagination="False"> Roma Castel Sant'Angelo (iStock) Uno dei castelli più belli d’Italia è sicuramente Castel Sant’Angelo, conosciuto anche come il Mausoleo di Adriano, introdotto dallo scenografico Ponte Sant’Angelo, disseminato di splendide statue.Nato come monumento funebre imperiale (era il 135 d.C.), si trasformò in fortilizio durante il Medioevo, in rifugio papale nel XIV secolo e poi in sede dell’Archivio e del Tesoro Vaticani, in tribunale e prigione. Nel XV secolo ospitò al suo interno l’appartamento per i Papi.In epoca moderna è stato sia caserma che museo (cosa che è tuttora). Entrare a Castel Sant’Angelo è un’esperienza quasi straniante: sembra di passare dalla grande città a un borgo medievale nel giro di pochi secondi. Le dimensioni e la stratificazione storica lo rendono infatti un luogo a sé stante.La visuale che si gode dalle terrazze è unica al mondo e permette di ammirare il Tevere, le innumerevoli cupole di Roma e il cuore della città. Il tutto dopo aver camminato tra stanze riccamente affrescate e pavimenti cesellati, armi, ceramiche, sculture e quadri.Per informazioni e prenotazioni, telefonare allo 06 32810. Per maggiore comodità, è bene prenotare il biglietto all’apposito indirizzo online. In questo caso, al prezzo intero di € 12,00 si aggiunge + € 1,00 come diritto di prenotazione. Per bambini e ragazzi sotto i 18 anni, l’ingresso è gratuito, mentre il prezzo per la fascia 18-25 anni è di soli 2 euro.Mangiare a RomaTrattoria Cotto e Mangiato, Viale Antonio Ciamarra, 284. Da provare le linguine con guanciale e tartufo nero, la Carbonara e i fritti. A Cinecittà;Trattoria Tanto pè Magnà, Via Giustino de Jacobis, 9. Ottimi la trippa e i carciofi fritti. Nel cuore di Garbatella;La Carbonara, Piazza Campo de' Fiori, 23. Ottimi piatti della cucina romaneschi, tra cui – nemmeno a dirlo – la Carbonara.Dormire a RomaSangallo Rooms, Via del Banco di Santo Spirito, 21. A due passi da Castel Sant’Angelo;Appartamento Lucy Vista San Pietro, 45 Via della Stazione di San Pietro, Vaticano Prati. Vista e posizione i must. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem5" data-id="5" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/castelli-italiani-2656108996.html?rebelltitem=5#rebelltitem5" data-basename="napoli" data-post-id="2656108996" data-published-at="1640268967" data-use-pagination="False"> Napoli Castel Nuovo (iStock) Napoli possiede ben 7 castelli (Maschio Angioino, Castel Sant’Elmo, Castel Capuano, Castello del Carmine, Castello di Nisida, Forte di Vigliena e Castel dell’Ovo). C’è dunque l’imbarazzo della scelta, anche se visitarli tutti e 7 potrebbe rappresentare un itinerario atipico nella città partenopea.In questa sede parliamo però di Castel dell’Ovo, uno dei più belli, sia per architettura che per posizione (domina infatti il Golfo di Napoli). Il consiglio è di andarci poco prima del tramonto, in modo tale da affacciarsi sul mare giusto in tempo per vedere di quali colori può tingersi, mentre i gabbiani volteggiano tra le luci che, man mano, si accendono nel capoluogo campano.Perché il castello più antico di Napoli si chiama così? Il nome deriva dall’uovo che, secondo la leggenda, Virgilio nascose nelle segrete allo scopo di mantenere intatto l’edificio. La sua rottura – continua la leggenda – fu però causa di grandi disgrazie sia all’interno del castello che di Napoli stessa.Più che un castello, comunque, si tratta di una cittadella fortificata: tra le viuzze di quello che sembra un borgo si nascondono 5 sale e le carceri, ma è la terrazza dei cannoni che fa innamorare chiunque entri qui: chi si affaccia da questa posizione rischia di rimanere vittima della Sindrome di Stendhal.L’accesso è consentito solo tramite prenotazione.Mangiare a NapoliTrattoria Napoli Notte, Via Atri, 32°. Da provare: la melanzana di mare e la torta caprese;Pizzeria Trattoria Antica Capri, Via Speranzella, 110. Ottima la pasta fagioli e frutti di mare, servita all’interno di un coccio;Trattoria & Pizzeria Nardones, Via Nardones, 10. Da provare la genovese e la pizza ai frutti di mare.Dormire a NapoliCamera con Vista Apartments, Vico II della Quercia 4. Stanze ampie e posizione ottima.Eurostar Hotel Excelsior, Via Partenope 48, Lungomare Caracciolo. Vale la pena anche solo per la vista. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/castelli-italiani-2656108996.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="abruzzo" data-post-id="2656108996" data-published-at="1640268967" data-use-pagination="False"> Abruzzo Roccascalegna (iStock) Abruzzo: terra aspra e selvaggia, puntellata da rocche, eremi e manieri che si nascondono tra le sue montagne.Esemplari sono i castelli di Ortona, Capestrano, Roccascalegna e, soprattutto, di Rocca Calascio (AQ), amato dai cinefili di tutto il mondo. Qui, infatti, vennero girati LadyHawke e Il Nome della Rosa.Al di là delle suggestioni cinematografiche, Rocca Calascio rimane uno degli esempi più affascinanti del Bel Paese: situato a 1460 metri d’altezza, è stato inserito da National Geographic nella classifica dei 15 castelli più belli al mondo. Una location da sogno immersa nel Parco del Gran Sasso e Monti della Laga.Cosa fare da queste parti? Nulla, per fortuna: si visita la rocca, si osservano le stelle, si ascolta il silenzio, si passeggia nella natura. A due passi si trova la piccola ma speciale chiesa di Santa Maria della Pietà, che con la sua semplice architettura fa da ago della bilancia tra rocca e montagne.Rocca Calascio è un tutt’uno con il minuscolo borgo che lo circonda, sorta di pugno sollevato sull’infinito.Da non perdere, nei dintorni, Santo Stefano di Sessanio, Campo Imperatore e i vari sentieri per gli amanti del trekking di cui tutto il territorio è disseminato.Per avere maggiori informazioni, è possibile chiamare il Comune di Calascio allo 0862.930132 o scrivere a sindaco@comune.calascio.aq.it.DormireRifugio della Rocca, Via della Torre snc, Località Rocca Calascio. È sia albergo diffuso che ristorante e bar.Ammoglja, Via Ulindo Ciccone 27, Calascio.MangiareTipicità locali sono la minestra di lenticchie e patate, le volarelle e i cazzellitti (pasta fatta in casa) e gli arrosticini, ma anche la pasta alla chitarra e la zuppa di cardi. Da provare qui:Trattoria Da Maria, Via Gatti Santurino, 21, Calascio. Ottimi i tortelli con ricotta al sugo.Ristorante Da Clara, Via Playa. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/castelli-italiani-2656108996.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="andria" data-post-id="2656108996" data-published-at="1640268967" data-use-pagination="False"> Andria Castel del Monte (iStock) Altro luogo intrigante e di immenso fascino è Castel del Monte, ad Andria (BT). La sua storia è inestricabilmente legata a quella del passaggio in Puglia dell’Imperatore Federico di Svevia.Fu lui, infatti, a farlo costruire nel XIII secolo. Oggi domina ancora, dai suoi 540 metri, l’altopiano delle Murge occidentali. Per il suo valore storico-artistico, dal 1996 è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.La sua maggiore particolarità consiste nella struttura ottagonale, capolavoro dell’ingegneria medievale. Ciascuno dei due piani ha otto sale di forma trapezoidale, ma grande importanza la rivestono anche le sculture, nonostante ne siano rimaste poche rispetto all’epoca della sua costruzione.A colpire maggiormente i visitatori sono proprio la regolarità matematica della struttura e la vista che si gode dal colle; vista che spazia dalla campagna colma di ulivi al mare di Puglia.Il castello deve il suo fascino anche al mistero che esso emana: tanta perfezione richiama infatti alla mente non solo il rispetto delle regole dell’architettura classica, ma anche leggi celesti e ritmi astronomici. Inoltre sembra che, almeno secondo alcune ricerche, Castel del Monte sia un luogo dove purificare corpo e spirito.Il biglietto intero costa Intero € 7,00, mentre il ridotto (per i ragazzi tra i 18 e i 25 anni) ammonta a € 2,00. Per i bambini l’ingresso è gratuito.Per qualunque informazione, chiamare il numero 327/9805551 o scrivere a drm-pug.casteldelmonte@beniculturali.itMangiare ad AndriaGood for Food, Viale F. Crispi, 40. Buone le portate di crudo. In pieno centro;MàMà, Corso Cavour, 27. Pesce di prima qualità;Anima Slow Restaurant, Via Felice Cavallotti, 29. Cucina e design raffinati.Dormire ad AndriaB&B La Bouganvillea, Via Giuseppe Cannone 2. Dotato di giardino e terrazza;B&B Andria Love, 78 Via Torquato Tasso. Appartamento accogliente e balcone con vista sulla città.
Ansa
Centinaia di tank israeliani pronti a invadere la Striscia. Paesi islamici coesi contro il raid ebraico in Qatar. Oggi Marco Rubio a Doha.
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Considerato un superfood, questo seme (e l’olio che se ne ricava) combatte trigliceridi, colesterolo e ipertensione. E in menopausa aiuta a contrastare l’osteoporosi. Accertatevi però di non essere allergici.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Parla Roberto Catalucci, il maestro di generazioni di atleti: «Jannik è un fenomeno che esula da logiche federali, Alcaraz è l’unico al suo livello. Il passaggio dall’estetica all’efficienza ha segnato la svolta per il movimento».
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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