2022-09-10
«Castelbianco spese 670.000 euro per i raccomandati dalla Boda»
Giovanna Boda (Imagoeconomica)
Pure il nipote di Giovanni Falcone segnalò un nome all’ex dirigente del ministero dell’Istruzione.Le segnalazioni dell’ex capo dipartimento del ministero dell’Istruzione Giovanna Boda si tramutavano i contratti di collaborazione, assunzioni e anche in qualche gratificazione economica «una tantum» (andate secondo la Procura a 29 persone), però, senza muovere un dito, come ricordato dalla Boda durante il suo interrogatorio: «Molti erano solamente destinatari del quantum che talvolta decidevamo insieme io e Bianchi di Castelbianco». Il riferimento è all’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco, che era riuscito a monopolizzare l’ufficio di Boda al Miur, e che pagava senza battere ciglio. Le cifre, emerge dagli atti dell’inchiesta, erano arrivate a raggiungere quote da capogiro: 671.149 euro. «Dazioni accordate a Boda e corrisposte da Bianchi di Castelbianco», sentenzia la polizia giudiziaria in un’informativa, «in cambio degli atti d’ufficio e contrari ai doveri che la dirigente ha adottato per favorirlo».E nel lungo elenco di beneficiari stilato dalla Guardia di finanza ci sono nomi che, come svelato dalla Verità, imbarazzano toghe, scuole, ma anche ministeri e associazioni antimafia. Il primo della lista è Francesco Kamel (24.000 euro di compensi), in precedenza portavoce dell’ex ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Ci sono poi la social media manager e la consulente legale di Maria Elena Boschi, Federica Vettori e Carolina Bitossi. La prima viene indicata come «avvocato», la seconda come «artista». Per loro, specificò la factotum di Boda, Valentina Franco, «si può procedere con l’una tantum e anche con contratto». Bitossi ha percepito 39.209 euro. Il nome di Federica Vettori, poi, imbarazza l’antimafia che conta, in quanto legal manager della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone. Da Bianchi di Castelbianco le sono arrivati 39.570 euro.Elisabetta Bozzolino (36.000 euro), ha spiegato Valentina Franco, «era la moglie del cugino di Boda, che ha lavorato con Bianchi di Castelbianco rendendo consulenza legale». Marco Stassi è un altro nome che fa arrossire l’antimafia. A segnalarlo è Vincenzo Di Fresco, «figlio della sorella del giudice Giovanni Falcone», annotano gli investigatori. L’importo è (22.210 euro). Probabilmente per ricordare chi fosse, nella rubrica di Valentina Franco il nome era stato memorizzato come «Vincenzo Falcone». La stessa Franco in un interrogatorio ha spiegato: «Stassi era un sindacalista di Palermo ed era una persona indicata dal figlio della Falcone della Fondazione Falcone. Doveva partecipare a delle iniziative nelle scuole. Me ne sono occupata direttamente per conto della Boda [...]. Lo stipendio veniva recuperato probabilmente attraverso una scuola amica, scaricando il costo su quanto la scuola doveva ricevere per un progetto. E ciò nonostante Stassi non svolgesse alcuna attività per quel progetto».Greta Merigiola (5.693 euro), aveva un incarico all’ufficio stampa per la produzione di video.Alex Corlazzoli, giornalista della Società editoriale il Fatto spa, (40.500 euro), risulta essere stato retribuito anche dall’Istituto di ortofonologia. Come Maria Antonietta Mazzola (32.000 euro), Anna Paola Sabatini (19.046 euro) e Marco Cappelletti (93.520 euro). C’è poi Daniele Piccirillo (36.000 euro). Franco ha spiegato ai magistrati: «Daniele Piccirillo dovrebbe essere il fratello della moglie di De Raho o forse il cognato». Federico Cafiero De Raho era il procuratore nazionale antimafia, poi andato in pensione e ora candidato in Parlamento con i 5 stelle. E ancora: Luca Pagliari (1.724 euro), giornalista che secondo Franco «doveva scrivere un libro»; Martina Fallace, architetto, (27,560 euro); Giada Novarina (30.507 euro), figlia della preside di un istituto tecnico agrario; Francesca Capomaccio (45.267 euro), che già lavorava con la Boda; Giuliana Morrone (30.972 euro), nome ricorrente anche nei messaggi Whatsapp di Franco che, però, dice di non ricordare chi sia. D’altra parte l’elenco dei «sistemati» è lungo. C’è Marco Campione (32.000 euro), fondatore di una società di consulenza per la pubblica amministrazione che si occupa di dispersione scolastica. Fabio Adernò, consulente legale per 24.000 euro. Filippo Pompei (39.953 euro), che si occupava di trasparenza. Gli ultimi della lista sono Elisa Cagnizi (3.960 euro), professoressa «che fa lezioni di italiano del marocchino», spiega Franco, e Fatima Guella (4.400 euro), che, spiega Franco, «faceva prestazioni estetiche alla Boda. I soldi che le sono stati dati erano un aiuto alla famiglia». Anche a lei ci pensava Bianchi di Castelbianco.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco