2023-09-10
Caso Santanchè, avvocato indagato: «Carte chieste a nome del ministro»
Il legale inviò una Pec per avere il certificato delle inchieste. Il giallo sulla firma.La vicenda dell’indagine per bancarotta e falso in bilancio a carico del ministro del Turismo, Daniela Santanchè, legata alla gestione della società Visibilia si sta trasformando in una spy story. Nei primi giorni di luglio, mentre impazzavano la polemica giornalistica e le dichiarazioni infuocate contro la Santanchè (che sosteneva di non essere indagata) da parte degli esponenti dell’opposizione che ne chiedevano le dimissioni, un avvocato milanese avrebbe tentato di ottenere illecitamente dalla Procura del capoluogo lombardo documentazione sull’indagine a carico del ministro. Riavvolgiamo il nastro. Tra la fine di giugno e i primi di luglio, una serie di articoli pubblicati su alcuni quotidiani mette sulla graticola la Santanchè, accusata di aver mentito riguardo alla sua iscrizione sul registro degli indagati. Nelle sue dichiarazioni, il ministro si fa forte del certificato delle iscrizioni rilasciato dagli uffici giudiziari nel 2022, che non riporta nessuna indagine a suo carico. L’iscrizione però, emergerà poi, non risulta sull’atto perché secretata dalla Procura per ragioni investigative. Il 5 luglio il ministro del Turismo interviene nell’Aula del Senato e continua a sostenere di non essere indagata: «Affermo, innanzitutto, sul mio onore, che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che, anzi, per scrupolo, ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi in proposito. E così mi è stato confermato. Ho anche estratto il certificato dei carichi pendenti, in cui risulta che non ci sono annotazioni per qualsivoglia procedimento nei miei confronti». Neanche il tempo di finire l’intervento e sulle agenzie di stampa arriva la conferma «da fonti della Procura», dell’indagine in corso. Un’apparente fuga di notizie che, alla luce degli sviluppi delle ultime ore, assume probabilmente un significato diverso. Nei primi giorni di luglio infatti, gli uffici della Procura di Milano ricevono una nuova richiesta per un certificato delle iscrizioni del ministro. La Pec proviene da un avvocato che lavora in uno studio associato, situato non lontano dagli uffici giudiziari. La richiesta, che è firmata dal ministro e accompagnata dalla copia di un suo documento d’identità, arriva al pm Maria Gravina, titolare insieme all’aggiunto Laura Pedio dell’indagine su Visibilia. Data la delicatezza della vicenda, che occupa tutti i giorni le prime pagine di un quotidiano, la richiesta finisce anche sul tavolo del procuratore Marcello Viola e per precauzione viene avviato un confronto con alcuni atti originali di Visibilia, firmati dalla parlamentare. Risultato: la firma è diversa. Le verifiche dell’indirizzo di posta elettronica da cui è partita la richiesta portano a un avvocato milanese al quale la Santanchè, convocata in Procura nei primi dieci giorni di luglio, dopo aver confermato che la firma non è sua, afferma di non aver dato mandato. Due giorni fa lo studio del legale è stato perquisito dalla Guardia di finanza, su ordine della Procura di Milano, che ha aperto un nuovo fascicolo, in cui il ministro è parte offesa, coordinata dalla pm Gravina e dall’aggiunto Pedio, con la supervisione del procuratore Viola. Il professionista al momento è indagato per falso e sostituzione di persona, ipotesi di reato che però vengono considerate «fluide», ossia che potrebbero essere modificate in base a quanto emergerà dalla documentazione sequestrata. In particolare gli inquirenti dovranno accertare chi ha apposto la firma che la Santanchè ha disconosciuto, le modalità con cui l’avvocato, privo di mandato, è venuto in possesso della copia della carta d’identità del ministro, e soprattutto chi o cosa lo avrebbe spinto a esporsi formalmente per ottenere, nel pieno della polemica sulla vicenda, il certificato che avrebbe attestato in maniera incontrovertibile che le affermazioni della Santanchè sull’indagine a suo carico erano smentite da un atto ufficiale.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)