2023-11-13
Caro Guccini, che stecca su Fazio «oppresso»
Fabio Fazio e Francesco Guccini (Ansa)
Caro Francesco Guccini, ti scrivo questa cartolina perché sono contento che tu abbia pubblicato un nuovo album a 83 anni. Nel giugno 2022 dicevi: «Non sopporto più la musica». Evidentemente hai cambiato idea, e questo non può che renderci felici. Nel rilasciare dichiarazioni e interviste per il lancio dell’album, hai tenuto a dire che «tu stai con le vittime». E noi che ti conosciamo da tempo, lo sappiamo bene: tu, da sempre, stai con le vittime. Tu stai con le vittime di Auschwitz, tu stai le vittime della primavera di Praga, tu stai con le vittime della bomba atomica, tu stai con le vittime di ogni crudeltà. E per questo, adesso, tu non puoi che stare con Fabio Fazio. È lui in effetti, la vera vittima della crudeltà dei nostri giorni. Io chiedo come può l’uomo uccidere un suo fratello (con un contratto da 10 milioni di euro).In attesa della ballata sul lager in cui è rinchiuso il conduttore (il canale televisivo Nove), in un freddo giorno d’inverno appena riscaldato dallo stipendio d’oro, tu, caro maestro Guccini, ti limiti a cantare le gesta del tuo nuovo eroe in un’intervista al Corriere della Sera. Prima esprimi solidarietà alle donne iraniane, oppresse dal regime degli ayatollah dell’Iran, e poi a Fabio Fazio, oppresso dal regime degli ayatollah della Rai. Li metti sullo stesso identico piano. Dici: «Gli oppressori sono anche da noi. E per sapere chi sono basta chiederlo a Fazio». Proprio così: Fazio oppresso come le donne dell’Iran. E noi ci crediamo per due buoni motivi almeno. Il primo è che in effetti anche il conduttore deve portare sempre un velo, anche se è solo quello dell’ipocrisia. Il secondo è che il tuo album si chiama Canzoni da osteria. E all’osteria capita spesso di confondere Roma per toma e conduttori tv per oppressi. Soprattutto quando il vino è buono.Ci tenevo a scriverti questa cartolina, caro Francesco, perché per quanto strano ti possa apparire, sono un tuo fan da sempre. Conosco a memoria le tue canzoni, da ragazzo venivo ai tuoi concerti, e ancora adesso quando sono in auto mi capita di mettere i tuoi dischi per cantare con te Dio è morto o Il pensionato. Del resto, quando in passato ti hanno detto che fra i tuoi seguaci c’erano anche delle persone che magari non ti stanno molto simpatiche, tu hai risposto: «Anche Dante è stato letto da cani e porci». Nel caso tu saresti Dante e io, nel mio piccolo, un cane o un porco. Mentre Fabio Fazio, ça va sans dire, resta un oppresso.Ora, però, come tuo fan desidererei che tu dedicassi una canzone anche al povero conduttore. Per esempio potresti rieditare Poveri bimbi di Milano: Poveri bimbi di Savona così fragili, così infelici, coi vestiti comprati all’Upim, derubati pure della speranza (ma non della diretta tv). Del resto, come disse Gaber, uno come te che ha scritto tredici strofe su una locomotiva può fare di tutto. Anche celebrare Fazio come vittima dei nostri tempi. Ho solo un dubbio, caro Francesco: com’è che non sei sulla montagna a combattere come avevi promesso? «Se vince il centrodestra faremo la resistenza come i partigiani», dicevi. Invece, anziché con le armi in pugno, ti trovo intervistato a giornali unificati, con un nuovo disco in rampa di lancio e tutti ad omaggiarti. Si potrebbe persino dire che sembri felice, se non sapessimo l’angoscia che provi per gli oppressi come Fabio Fazio.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)