2025-02-24
Carissimo De Luca, da sceriffo a faraone al costo di 700 milioni
Caro Vincenzo De Luca, caro governatore della Campania, le scrivo questa cartolina per complimentarmi con lei: finalmente un progetto degno della sua fama. Cheope ebbe la sua piramide, Lenin il suo mausoleo, lei avrà il «Faro»: due megatorri piantate nel cuore di Napoli, una specie di astronave capace di rendere imperitura la sua memoria.Altro che terzo mandato, lei punta all’immortalità. «Nessuno altro in Europa ha un progetto di queste dimensioni», s’è vantato nel presentarlo, con la stessa sicurezza con cui gli anziani che imboccano contro mano l’autostrada dicono: «Non capisco perché nessun altro vada nella mia direzione». Quasi 100 metri di altezza, 25 piani, parcheggi sotterranei, auditorium da 1.000 posti, ponti sospesi e una montagna di acciaio e cemento con un filo di verde residuo: ma che importa? Si sa che lei non ha mai avuto un debole per l’ecologia. Preferisce l’egologia.Nel corso della sua carriera l’hanno soprannominata di volta in volta Pol Pot, Sceriffo, Re sole, Governatore del mondo. Ma oggi lei si merita il titolo di Faraone. O forse Faroone. Chi ci dà la luce? Il duce Vincenzo. Del resto chi è più illuminato di lei? Lei che durante il Covid invocava il lanciafiamme per chi andava a cena e il napalm per chi non si vaccinava; lei che definisce gli avversari politici «mezzapippa», «mescolanza di umano e pinguino», «chiattona», «procione», «bambolina imbambolata», «imbecilli, farabutti e disturbati mentali»; lei che definisce i giornalisti che osano farle domande «malviventi» o «camorristi» e il prete anticamorra don Patriciello «un Pippo Baudo con la frangetta», ebbene lei merita davvero di essere ricordato con un monumento straordinario che diventi il simbolo della città. C’era una volta il Maschio Angioino, adesso ci sarà il Maschio Vincenzino. Ovviamente l’opera essendo così straordinaria, non costerà poco: 700 milioni di euro. Soltanto lo studio preliminare degli architetti (Zaha Hadid Architects, gli stessi che progettarono la stazione marittima di Salerno) è costato 300.000 euro. Inoltre, per rendere il tutto più visibile, ha pensato bene di accompagnare il lancio dell’iniziativa con doppie paginate di pubblicità sui quotidiani nazionali, dal Corriere della Sera al Sole 24 Ore. Il tutto pagato, s’intende, con i soldi dei contribuenti. E qualcuno potrebbe chiedersi se con una sanità al collasso, i pronto soccorso nel caos, i trasporti che zoppicano, i campi flegrei che tremano, l’abusivismo che dilaga e le croniche difficoltà della regione fosse proprio il caso di usare 700 milioni per costruirsi una piramide a futura memoria. Ma lei tiri diritto e non si preoccupi: chi vuol essere faraone sia. Tutti gli altri sono mezzepippe. O procioni.Originario di Ruvo del Monte (Potenza), trapiantato a Salerno, 75 anni, laurea in filosofia, lei è nelle istituzioni da 35 anni. Correva l’anno 1990: c’era ancora l’Urss, Mark Zuckerberg andava all’asilo e lei aveva già una poltrona da assessore. Per quattro volte sindaco di Salerno, per due presidente della Campania, ora aspira al terzo mandato. E per questo, nonostante abbia già una condanna definitiva per danni erariali allo Stato, non esita a buttare altri soldi per annunciare in pompa magna quest’opera faraonica: spera di essere lui a inaugurarla, si capisce. Ma dimentica che tra il dire e il faro, c’è di mezzo il mare.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)