2023-12-07
Redbird cerca un miliardo per tenere il Milan
Missione nel Golfo di Gerry Cardinale: l’obiettivo è trovare un socio disposto a ripagare il prestito da 550 milioni, più gli interessi, di Elliott (che chiede il rientro) e la liquidità per finanziare lo stadio. Pif e Investcorp non sono disponibili a entrare in minoranza.Per capire cosa sta succedendo e cosa potrebbe accadere in casa Milan, è utile partire da un numero messo nero su bianco nell’ultimo bilancio di Acm Bidco Bv, il veicolo olandese attraverso il quale Redbird, il fondo americano di Gerry Cardinale, controlla il Milan. Le passività a giugno 2023 ammontavano a circa 585 milioni di euro, si tratta del prestito del venditore al compratore (vendor loan) con il quale l’altro fondo Usa, Elliott, aveva «facilitato» il passaggio di mano del club a fine agosto del 2022. Un prestito da circa 550 milioni del quale non sono state mai rese note ufficialmente le caratteristiche, ma che guardando anche gli interessi maturati, prevede il pagamento del 7% all’anno e secondo quanto risulta a questo giornale anche dell’8% Pik (cioè non in contanti, ma interessi pagati come titoli) più warrant (azioni del Milan in base all’aumento di valore del club). Un prestito triennale e quindi con scadenza agosto 2025, grazie al quale Redbird, aggiungendo 257 milioni di euro (attraverso il suo Fund IV Intermediate) più altri 325 milioni aveva chiuso l’operazione da poco più di 1,1 miliardi di euro. Se non c’è certezza sulle caratteristiche del prestito, non c’è certezza neanche su eventuali clausole legate al vendor loan, fatto sta che secondo quanto risulta alla Verità, il fondo Elliott e Gordon Singer, il figlio del fondatore Paul che siede nel cda, avrebbero impresso un’accelerazione restituzione dei 550 milioni più interessi concessi a Redbird un anno e mezzo fa, questo è il motivo dei viaggi in terra araba di Gerry Cardinale, insieme all’amministratore delegato del Milan, l’ex manager dello stesso Elliott, Giorgio Furlani, alla ricerca di un socio di minoranza. Sul piatto c’è appunto il subentro per una quota da circa 600 milioni che darebbe diritto al 49% del Milan. Secondo quanto risulta alla Verità, ma fonti vicine al fondo parlano di semplice routine e smentiscono contatti con Investcorp, l’ex banker di Goldman Sachs avrebbe incontrato sia rappresentanti del fondo Pif che di Investcorp. Ma in entrambi i casi l’affare non è decollato. Motivi? Innanzitutto perché si parla di una quota di minoranza. E sia Investcorp, ma soprattutto Pif, non hanno intenzione di entrare senza avere la certezza di comandare. Per il fondo degli investimenti pubblici dell’Arabia Saudita ci sarebbe anche un problema di multiproprietà, dall’ottobre del 2021 ha la maggioranza del Newcastle, anche se la recente storia (si veda lo stesso Redbird con le proprietà di Tolosa e Milan) ci ha insegnato che le strade per gli escamotage rispetto ai regolamenti Uefa sono infinite. Per Investcorp ci sarebbero inoltre ragioni di carattere personale. I vertici del fondo del Bahrein non hanno dimenticato quanto successo a inizio 2022, quando l’acquisto del Milan sembrava chiuso e invece alla fine è saltato con l’arrivo a sorpresa di Redbird e di Cardinale. Resta nella storia grazie all’ex Twitter, il cinguettio di Mohammed Al-Ardhi, presidente esecutivo di Investcorp, che a metà aprile dello scorso anno si era spinto fino a fare i complimenti al Milan per la vittoria con il Genoa, come se fosse già il nuovo proprietario. Perché, certo, gli affari sono affari, ma anche nelle storie tra fondi l’aspetto personale ha un valore spesso non secondario. Il punto è che Gerry Cardinale non ha intenzione di uscire dal Milan. Perché? Uno dei motivi, probabilmente il più concreto, è quello che fa riferimento alla valorizzazione del club. L’ex Goldman Sachs con origini italiane sa benissimo che il club rossonero ha un valore con l’operazione stadio avviata e un altro valore senza. Il progetto San Donato (l’area dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto) è partito, ma anche i più ottimisti (l’ad Furlani per esempio) non ipotizzano l’esordio prima del 2028. E in cinque anni di scogli più o meno insormontabili ne possono sorgere tanti. Il più evidente al momento è quello economico. Le attuali stime parlano di un progetto da quasi un miliardo che oltre allo stadio prevede la costruzione di alberghi, ristoranti, uffici, musei, negozi ecc. Un miliardo che avendo un po’ di contezza di come funzionano i progetti edilizi, dai più tradizionali per arrivare fino ai piani più avveniristici, è destinato a lievitare di almeno un 20-30%. Ma non è questo il punto. Il punto è la liquidità. Anche solo fino allo scorso anno, pensare di poter finanziare l’intera operazione con un prestito di un pool di banche sarebbe stato fattibile, oggi le condizioni di mercato sono cambiate. E serve una parte consistente di equity per portare a termine il progetto. Equity che Cardinale sta cercando di trovare sul mercato. Insomma, al momento, per portare avanti il progetto Milan, al fondatore di Redbird serve un miliardo. Ecco perché le missioni in terra araba e non solo sono destinate a proseguire: portando a casa qualche risultato in più.
L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri Kaja Kallas (Ansa)
(Ansa)
Il Comando ha ringraziato i colleghi della Questura per il gesto e «la cortesia istituzionale dimostrata in questo tragico momento». A Gorizia invece un giovane di 20 anni ha reso omaggio ai caduti, deponendo un mazzo di fiori davanti all'ingresso della caserma. Il giovane ha spiegato di aver voluto compiere questo gesto per testimoniare gratitudine e rispetto. Negli ultimi giorni, rende noto il Comando isontino, sono giunti numerosi messaggi di cordoglio e attestazioni di affetto da parte di cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni.
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