2023-06-07
Maldini silurato per tre motivi. Cardinale fa traballare anche Pioli
Gerry Cardinale e Paolo Maldini (Getty Images)
Il proprietario del Milan non ha digerito il flop dei 50 milioni dell’ultimo calciomercato, le frasi dopo il ko Champions e la richiesta di budget: gli piace il metodo «tutto dati» del baseball. Criptica la nota sull’allenatore.Una faccina che si massaggia il mento. L’emoticon della perplessità sparato su Twitter non è solo lo stato d’animo di Rafael Leao, ma di tutto il Milan e dei suoi 4,2 milioni di tifosi italiani dopo il siluramento a sorpresa di Paolo Maldini e Ricky Massara. Al proprietario Gerry Cardinale sono bastati 35 minuti nell’hotel di Porta Venezia per mandare al diavolo il responsabile dell’area sportiva e l’uomo mercato. E per azzerare la stagione della semifinale di Champions e dell’Europa confermata con il quarto posto, evidentemente traguardi non soddisfacenti per il numero uno di Redbird, sbarcato a Milano per dare il benservito a un monumento. Lo ha fatto con un comunicato: «Ringraziamo Maldini per il suo contributo al ritorno in Champions e alla vittoria dello scudetto 2022. Le sue responsabilità saranno assegnate a un gruppo di lavoro integrato che opererà a stretto contatto con il coach della prima squadra». Nessun nome, non è detto che sia Stefano Pioli. Il finale di stagione del Milan si è trasformato in un incubo. E se il ritiro di Zlatan Ibrahimovic era nell’aria per raggiunti limiti di età, l’uscita di scena di Maldini crea una fibrillazione infinita per il ruolo centrale (oggi si direbbe iconico) del pilastro di un ventennio di trionfi. L’emoticon di Leao ha senso: fu Ibra ad appenderlo all’attaccapanni dello spogliatoio quando era una promessa indolente e a trasformarlo giorno dopo giorno in uno dei più forti fantasisti d’Europa. Ed è stato il carisma di Maldini a indurlo a siglare il rinnovo del contratto fino al 2028, turandosi le orecchie di fronte alle avances di Barcellona, Manchester United, Bayern Monaco.Ragionamenti dadaisti per il padrone americano. Il fascino antico non fa parte della sua cultura sportiva improntata al futuro, e come fa trapelare un suo collaboratore «per lui il passato non fa gol». Cardinale, che ha promesso una maggiore presenza a Milano, è convinto di dover applicare al club il metodo «Moneyball» inventato da Billy Beane, il guru dell’algoritmo che ha cambiato la storia del baseball con i trionfi di Oakland Athletics, andando a ingaggiare giocatori sottovalutati, selezionati in base ai dati immessi in un computer. Il sistema è raccontato nel film di 12 anni fa, L’arte di vincere, con Brad Pitt protagonista. È del tutto legittimo che Maldini, mentre l’altro snocciolava la sua teoria, lo abbia guardato con aria «digito-interrogativa». Il football, dove un rigore sul palo può farti perdere un mondiale, è meno scientifico e più ruspante dell’unico sport al mondo in cui si gioca in pigiama. Al di là delle filosofie e delle battute, Cardinale imputa al Paolo Nazionale tre errori letali. 1) Avere investito male i 50 milioni dell’ultimo calciomercato, con acquisti impalpabili come Charles De Ketelaere (zero gol e un assist in 40 presenze), Divock Origi (2 gol in 36 presenze), Yacine Adli, Aster Vranckx, Serginho Dest (mai pervenuti) e il solo Malick Thiaw a riscattarsi negli ultimi scampoli di stagione. 2) Avere forzato la mano alla proprietà con le dichiarazioni dopo l’eliminazione subìta dall’Inter, specie quel «per arrivare a certi livelli bisogna investire e gli americani lo sanno». Le personalità debordanti possono mettere in imbarazzo i board. 3) Essersi presentato con una richiesta di budget per il mercato attorno ai 100 milioni, molto superiore ai 50 ricavati dall’Uefa.Quest’ultima istanza ha marcato l’abisso programmatico fra un vertice tecnico che riteneva (giustamente) di dover investire in calciatori già pronti per puntare di nuovo a scudetto ed Europa, e un proprietario che fonda le proprie aspirazioni sulla valorizzazione dei giovani, degli underdog e sulla sostenibilità finanziaria. Quando Cardinale ha scoperto che il Milan sta trattando Domenico Berardi (29 anni) e Marko Arnautovic (34) ha capito che la comunione d’intenti è inesistente e ha agito brutalmente all’americana. A sfavore di Maldini c’era anche la vecchia richiesta di «maggior potere decisionale», alla base del rinnovo fino al 2025 del contratto di Pioli, non così benvisto da Redbird come il mainstream mediatico vorrebbe far credere. Cardinale fatica a digerire la qualificazione Champions arrivata solo dopo la penalizzazione della Juventus. Cominciano già a circolare voci su Antonio Conte e sull’immediato rientro di Ibrahimovic nei quadri dirigenziali. Ora la situazione è fluida. La squadra è perplessa, Brahim Diaz torna al Real Madrid (fine prestito). Dovranno essere i nuovi dirigenti (Giorgio Furiani - già manager del fondo Elliott - nel ruolo di ad, Geoffrey Moncada ed Hendrick Amstadt per il mercato) a guarire i mal di pancia di Leao, Ismael Bennacer e Theo Hernandez, i più affezionati a Maldini. E subito dopo a programmare l’ultimo salto di qualità, perché il patron non sposta di un millimetro gli obiettivi. Intende accelerare sullo stadio, con opzioni Rozzano e Sesto San Giovanni per liberarsi della morsa mefitica della giunta di Beppe Sala. E da imprenditore vincente non rinuncia a sognare la luna. In un’intervista, Cardinale ha ribadito dove vuole arrivare mostrando la muscolarità del miglior Silvio Berlusconi: «Investiamo nello sport da oltre 20 anni. Ho 20 anni di lavoro alle spalle per dimostrare che il nostro modello ha funzionato. Tutti vogliono vincere ma nessuno è più competitivo di me. Voglio uno scudetto e voglio vincere la Champions league ogni anno». Ogni anno. Senza Maldini ma con il Moneyball. Questa sì sarebbe una diabolica rivoluzione.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.