2022-12-08
Caos municipalizzata. Tommasi insiste e fa fuori i risanatori
Il sindaco di Verona cambia i dirigenti Agsm-Aim («colpevoli» di voler far risparmiare) con uomini graditi al Pd. Cda diviso.Aveva promesso che l’avrebbe cacciato e così è stato. Ieri pomeriggio Damiano Tommasi, sindaco di Verona, ha revocato la fiducia a Stefano Casali, presidente della municipalizzata Agsm-Aim, azienda da 1,9 miliardi di fatturato, reo di volere evitare all’azienda di gettare al vento una cinquantina di milioni di euro. La clamorosa cacciata, annunciata da giorni, è legata a un’operazione controversa: l’acquisizione del 35% della società milanese Compago, per la quale era stato sottoscritto un accordo per una somma poi ritenuta eccessiva. Il presidente Casali e il consiglio di amministrazione sono intervenuti bloccando l’operazione e togliendo deleghe al suo artefice, l’amministratore delegato Stefano Quaglino. Ma l’azionista di Casali, cioè il sindaco ex calciatore, ha ribaltato la situazione. Invece che fare fronte comune, si è risentito per non essere stato interpellato e perché, con il demansionamento di Quaglino, sono stati alterati gli equilibri tra i poteri assegnati a Verona e Vicenza. Così si è arrivati alla revoca nonostante che il numero uno di Agsm-Aim abbia agito nell’interesse dell’azienda e quindi, in definitiva, dello stesso Tommasi.La resa dei conti si è compiuta ieri pomeriggio durante l’assemblea dei soci di Agsm-Aim. Che poi sono soltanto due: il Comune di Verona con il 62% e quello di Vicenza con il 38. Tuttavia, prima di decapitare la società, Tommasi si è preoccupato di mettere al sicuro i dividendi. Nei giorni scorsi ha incontrato il collega vicentino Francesco Rucco in un faccia a faccia molto teso. Alle questioni operative si sovrappone infatti il risvolto politico: Tommasi guida una giunta di centrosinistra mentre Rucco è di centrodestra. Tra i due il confronto è stato serrato perché l’azienda rischia di finire impantanata in interminabili contenziosi giudiziari. Tuttavia un punto di contatto è stato trovato, e riguarda i soldi. Di solito era il consigliere delegato a comunicare gli utili agli azionisti. Ma con Quaglino dimezzato, è toccato proprio a Casali gestire la pratica assegnando 25 milioni a Verona e 15 a Vicenza.Alle 15 si è poi riunita l’assemblea dei soci. In quella sede Tommasi ha ufficializzato la richiesta di far fuori Casali e anche l’altra consigliera di amministrazione veronese, Francesca Vanzo. Entrambi erano stati designati dal predecessore di Tommasi, l’ex sindaco Federico Sboarina. Casali è di Fratelli d’Italia mentre Vanzo è leghista. Durante la riunione Casali ha prodotto i risultati di tre perizie a lui favorevoli sul caso Compago, mentre Quaglino ha presentato un’autodifesa. Al termine della discussione si è votato. Al primo punto c’era la revoca e l’azione di responsabilità a carico di Quaglino: Rucco favorevole, Tommasi no. Il primo cittadino di Verona, socio di maggioranza, ha ritenuto non sufficienti, dal suo punto di vista, le risultanze delle perizie commissionate dalla società, né quelle dei pareri legali sul tema. E così Quaglino è rimasto. Quando poi si è trattato di votare sulla revoca di Casali e Vanzo, le parti si sono invertite: Tommasi a favore, Rucco contrario. Così i due risanatori sono stati silurati. A quel punto, il sindaco di Verona doveva procedere al reintegro del cda, con una manovra targata centrosinistra. Con una mossa irrituale, Tommasi aveva aperto la raccolta delle candidature mentre quei posti erano ancora occupati. In realtà, i giochi erano già fatti. Il presidente designato è Federico Testa, ex vicepresidente di Agsm (prima della fusione con Aim), ex presidente dell’Enea ed ex deputato del Pd, uno dei pezzi da novanta della sinistra veronese. L’altro nome è quello di Angela Broglia, ordinario di economia aziendale all’università di Verona, il cui nome è stato presentato dall’assessore Marta Ugolini, anch’essa docente all’ateneo veronese. Questa designazione nasconde un braccio di ferro nella maggioranza che amministra Verona: Broglia è considerata un tecnico di area Tommasi mentre il Pd avrebbe preferito una terza docente universitaria, Paola Zanolli, vicina ad Alessia Rotta, ex deputata del Pd non rieletta lo scorso 25 settembre.Dalla giornata di ieri Agsm-Aim esce con le ossa rotte. Tommasi ha ottenuto i suoi obiettivi, cioè confermare i poteri di Quaglino e cacciare gli amministratori di centrodestra. Ma il prezzo pagato è altissimo. Due amministratori allontanati per avere tentato di impedire di gettare 50 milioni di euro. Gli azionisti, cioè i due sindaci, in disaccordo totale. Il consiglio di amministrazione spaccato. Si profila un’interminabile coda di ricorsi e controricorsi, già annunciati da Casali e Vanzo mentre anche Quaglino, sia pure confermato, potrebbe rivalersi su chi aveva cercato di estrometterlo. L’azione di responsabilità contro Quaglino potrebbe comunque essere sollecitata dal collegio sindacale. L’azienda sfibrata potrebbe essere preda di speculazioni.