2024-11-27
Il canone Rai spacca la maggioranza. Rinvio dell’acconto per le partite Iva
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
La Lega insiste con la richiesta di prorogare il taglio nel 2025, no di Fi. Il centrodestra diserta ancora la commissione Vigilanza.Gli emendamenti al dl Fisco dopo diversi rinvii ieri sera sono stati sottoposti all’esame della commissione Bilancio in Senato. Il dibattito interno alla maggioranza è rimasto incentrato sull’opportunità di confermare il taglio al canone Rai. A dimostrarlo i rinvii della commissione di ieri, dalla mattina fino al pomeriggio, per convocare l’ultima riunione alle 20, dopo la seduta in Aula. Il canone Rai – nodo ancora da sciogliere che oppone Lega e Forza Italia – nel pomeriggio di ieri «è stato accantonato per ulteriori verifiche, lo trattiamo per ultimo, vediamo in serata», ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a margine dei lavori. In quelle ore sembrava quindi essere esclusa l’ipotesi che il taglio del canone proposto dal Carroccio potesse essere «dirottato» in manovra. Alle 20 sia il Carroccio che Forza Italia sono arrivati piuttosto fermi sulle loro posizioni. Un emendamento della Lega chiede infatti di prorogare anche per il prossimo anno il taglio del contributo per il servizio pubblico da 90 a 70 euro. La misura fortemente voluta dalla Lega però è altrettanto duramente osteggiata da Forza Italia che argomenta così: «Sul canone Rai non cambia la posizione di Forza Italia, è quella di sempre, non ne facciamo un caso, abbiamo sottoposto la questione ai nostri colleghi di maggioranza, faremo quello che decideremo di fare tutti insieme» ha spiegato il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. «Non esiste il caso canone Rai, tra gli emendamenti è quello che probabilmente abbiamo considerato di meno, lo abbiamo fatto sull’Ires premiale sugli imprenditori, sull’aumento del quantum della pensione per arrivare a 1.000 euro a fine mese a fine legislatura, capisco il retroscena, ma deve prevalere la scena» ha concluso Bernini. Sul tema è stato più chiaro il senatore Dario Damiani, capogruppo di Forza Italia in commissione: «Senza il ritiro dell’emendamento voteremo contro» spiega. «Noi siamo irremovibili. La nostra è una posizione storica, sul resto siamo tutti d’accordo ma la responsabilità se si spacca la maggioranza non è nostra ma di chi porta avanti temi divisivi». «Noi siamo per abbassare le tasse, qualsiasi tassa sia». Così il senatore della Lega Marco Dreosto, anche lui componente della commissione Bilancio di Palazzo Madama. «Far risparmiare soldi agli italiani non può essere considerato un tema divisivo. È il momento di mettere da parte le divisioni e concentrarsi su ciò che conta davvero: migliorare la qualità della vita delle famiglie italiane attraverso azioni concrete e condivise».Nel momento in cui scriviamo è alto il rischio per la maggioranza di non avere i numeri. Diversi gli scenari: basta che due esponenti in Commissione non partecipino al voto per non far passare l’emendamento. Naturalmente dalle opposizioni c’è chi soffia sul fuoco e va raccontando in giro che dagli azzurri sarebbe arrivato l’invito alle forze politiche di opposizione di sostenere la linea di Forza Italia. Pubblicamente è il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia a esprimersi. «Si tratti del canone Rai o del payback non è possibile che l’incapacità di questo governo blocchi i nostri lavori. A questo punto serve che l’esecutivo venga in Senato a chiarire come intende procedere e forse è il caso che venga convocata una conferenza dei capigruppo per decidere come andare avanti. Il Senato non può essere schiavo di una maggioranza che a parole dice di essere unita ma che invece brancola nel buio». Con la Lega si schiera l’Unione nazionale consumatori: «Da sempre proponiamo di eliminare il canone Rai, continuando a finanziare il servizio pubblico con gli stessi importi ma attraverso la fiscalità generale» ha detto il presidente Massimiliano Dona, spiegando che «non è vero che si tratterebbe solo di una partita di giro, perché oggi il canone lo pagano tutti, indipendentemente dal reddito, in barba all’art. 53 della Costituzione sul criterio della capacità contributiva, mentre i 430 milioni arriverebbero dall’Irpef e da un sistema tributario più informato a criteri di progressività». Sulla Rai l’impasse si estende anche sul nodo presidenza, questa volta dovuto agli accordi con le opposizioni, a rimetterci però è ancora Forza Italia, o meglio, la loro candidata, nome condiviso da tutta la maggioranza, Simona Agnes. In attesa di un accordo il centrodestra ha deciso di disertare la riunione della commissione Vigilanza convocata per questa mattina. Non solo Rai nel dl Fisco. Si va verso un nuovo rinvio dell’acconto di imposte e tasse per le partite Iva, che potrà essere pagato anche a rate. È stato infatti riformulato dal governo, e depositato al Senato, l’emendamento proposto dalla Lega che prevede di rinviare da novembre a gennaio il pagamento dell’acconto per gli autonomi, che potrà essere pagato anche in cinque rate fino a maggio.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)