2022-02-01
Canada, camionisti no pass in rivolta. Il premier fugge in un luogo segreto
Gli autotrasportatori assediano Ottawa per protesta contro la quarantena forzata per i non inoculati che entrano nel Paese. Donald Trump: «Siamo con loro». Justin Trudeau, positivo, lascia la città con la famiglia.In Canada è esplosa la protesta. Nonostante la temperatura particolarmente rigida, migliaia di manifestanti si sono riuniti a partire dal fine settimana ad Ottawa per contestare le restrizioni pandemiche introdotte dal governo. In particolare, la protesta ha preso il via la settimana scorsa, quando svariati camionisti hanno deciso di organizzare un convoglio da Vancouver verso la capitale. Non solo: alcuni loro colleghi avevano anche bloccato l’autostrada 4 nel sud dell’Alberta, interrompendo così il traffico alla frontiera degli Stati Uniti. La mobilitazione era originariamente partita contro il recente obbligo vaccinale imposto agli autotrasportatori che entrano in Canada proprio dagli Stati Uniti: autotrasportatori che - se sprovvisti di inoculazione - sono pertanto costretti alla quarantena. Ricordiamo che attualmente circa il 90% dei 120.000 camionisti canadesi transfrontalieri risulti vaccinato, mentre il 77% della popolazione complessiva del Paese ha ricevuto due dosi. Col passare del tempo, la protesta ha comunque allargato i suoi bersagli, concentrandosi contro le varie restrizioni imposte dal governo di Ottawa. Le manifestazioni sono proseguite nella giornata di ieri, creando blocchi nel centro della capitale. Del resto, gli organizzatori della mobilitazione avevano già fatto sapere nei giorni scorsi di non avere intenzione di andarsene senza che le loro richieste fossero prima state accolte. «Sono in corso diverse indagini penali per: profanazione del National War Memorial e della statua di Terry Fox; comportamenti minacciosi, illegali, intimidatori nei confronti della polizia, di lavoratori, cittadini e di altre persone; danni a un veicolo cittadino», ha dichiarato su Twitter la polizia di Ottawa domenica scorsa. Atti di vandalismo che sono stati duramente criticati anche dal ministro della Difesa canadese, Anita Anand. Al netto di questi episodi, la Canadian Broadcasting Corporation ha tuttavia riportato l’altro ieri che «a parte i clacson e le urla, la polizia afferma che le proteste sono state prevalentemente pacifiche con un solo arresto fino a domenica pomeriggio». Anche la National Public Radio ieri sera - poco prima che La Verità andasse in stampa - parlava di «manifestazioni in gran parte pacifiche». La questione ha avuto delle inevitabili ripercussioni politiche. Ieri, Justin Trudeau, trasferito insieme alla famiglia in un luogo segreto e sicuro, poi rivelatosi la residenza di Rideau Cottage, ha reagito con particolare durezza. Dopo aver annunciato di essere risultato positivo al Covid-19, il premier canadese, vaccinato con tre dosi, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha criticato i manifestanti, chiudendo di fatto ad ogni possibile mediazione. «Non siamo intimiditi da coloro che insultano i lavoratori delle piccole imprese e rubano cibo ai senzatetto», ha tuonato. «Non cederemo a coloro che sventolano bandiere razziste. Non cederemo a coloro che compiono atti vandalici. Non c’è posto nel nostro Paese per minacce, violenze o odio», ha aggiunto. Secondo la Bbc, il capo dell’opposizione e leader del Partito conservatore, Erin O’Toole, ha incontrato dal canto suo alcuni dei dimostranti e ha difeso il diritto a manifestare pacificamente, pur prendendo le distanze dagli «individui che dissacrano» i monumenti di Ottawa. «Sostengo il diritto di protestare pacificamente, ma ciò non deve essere confuso con una palese mancanza di rispetto per gli uomini e le donne che hanno servito, ispirato e protetto il nostro Paese», ha twittato domenica. Dal punto di vista politico, l’impatto di questa protesta ha ben presto superato i confini canadesi. I camionisti hanno infatti ricevuto l’endorsement di Donald Trump che, sabato scorso, durante un comizio in Texas, ha dichiarato: «Vogliamo che quei grandi camionisti canadesi sappiano che siamo con loro fino in fondo». Pur essendosi a più riprese espresso a favore dei vaccini, l’ex inquilino della Casa Bianca è infatti fermamente contrario agli obblighi: una posizione, questa, portata avanti anche da governatori repubblicani, come Ron DeSantis e Greg Abbott. Non è un caso che, nel medesimo comizio, l’ex presidente americano abbia criticato il successore, Joe Biden, per gli obblighi vaccinali introdotti dalla sua amministrazione: obblighi che hanno scatenato un nutrito numero di ricorsi legali (soprattutto dagli Stati a guida repubblicana). Ricordiamo a tal proposito che, pur avendo lasciato in vigore l’obbligo per gli operatori sanitari, la Corte Suprema degli Stati Uniti abbia bloccato quello per i lavoratori delle aziende con oltre 100 dipendenti. Contro Trudeau si è espresso anche il magnate Elon Musk che, commentando le affollate manifestazioni di Ottawa, ha twittato: «Sembrerebbe che la cosiddetta “minoranza marginale” sia in realtà il governo». Una risposta a quanto il premier canadese aveva dichiarato pochi giorni fa, quando aveva appunto definito i dimostranti una «piccola minoranza marginale».
Federico Cafiero De Raho (Ansa)
(Totaleu)
Lo ha detto l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Paolo Inselvini alla sessione plenaria di Strasburgo.
Giornata cruciale per le relazioni economiche tra Italia e Arabia Saudita. Nel quadro del Forum Imprenditoriale Italia–Arabia Saudita, che oggi riunisce a Riyad istituzioni e imprese dei due Paesi, Cassa depositi e prestiti (Cdp), Simest e la Camera di commercio italo-araba (Jiacc) hanno firmato un Memorandum of Understanding volto a rafforzare la cooperazione industriale e commerciale con il mondo arabo. Contestualmente, Simest ha inaugurato la sua nuova antenna nella capitale saudita, alla presenza del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
L’accordo tra Cdp, Simest e Jiacc – sottoscritto alla presenza di Tajani e del ministro degli Investimenti saudita Khalid A. Al Falih – punta a costruire un canale stabile di collaborazione tra imprese italiane e aziende dei Paesi arabi, con particolare attenzione alle opportunità offerte dal mercato saudita. L’obiettivo è facilitare l’accesso delle aziende italiane ai mega-programmi legati alla Vision 2030 e promuovere partnership industriali e commerciali ad alto valore aggiunto.
Il Memorandum prevede iniziative congiunte in quattro aree chiave: business matching, attività di informazione e orientamento ai mercati arabi, eventi e missioni dedicate, e supporto ai processi di internazionalizzazione. «Questo accordo consolida l’impegno di Simest nel supportare l’espansione delle Pmi italiane in un’area strategica e in forte crescita», ha commentato il presidente di Simest, Vittorio De Pedys, sottolineando come la collaborazione con Cdp e Jiacc permetterà di offrire accompagnamento, informazione e strumenti finanziari mirati.
Parallelamente, sempre a Riyad, si è svolta la cerimonia di apertura del nuovo presidio SIMEST, inaugurato dal ministro Tajani insieme al presidente De Pedys e all’amministratore delegato Regina Corradini D’Arienzo. L’antenna nasce per fornire assistenza diretta alle imprese italiane impegnate nei percorsi di ingresso e consolidamento in uno dei mercati più dinamici al mondo, in un Medio Oriente considerato sempre più strategico per la crescita internazionale dell’Italia.
L’Arabia Saudita, al centro di una fase di profonda trasformazione economica, ospita già numerose aziende italiane attive in settori quali infrastrutture, automotive, trasporti sostenibili, edilizia, farmaceutico-medicale, alta tecnologia, agritech, cultura e sport. «L’apertura dell’antenna di Riyad rappresenta un passo decisivo nel rafforzamento della nostra presenza a fianco delle imprese italiane, con un’attenzione particolare alle Pmi», ha dichiarato Corradini D’Arienzo. Un presidio che, ha aggiunto, opererà in stretto coordinamento con la Farnesina, Cdp, Sace, Ice, la Camera di Commercio, Confindustria e l’Ambasciata italiana, con l’obiettivo di facilitare investimenti e cogliere le opportunità offerte dall’economia saudita, anche in settori in cui la filiera italiana sta affrontando difficoltà, come la moda.
Le due iniziative – il Memorandum e l’apertura dell’antenna – rafforzano dunque la presenza del Sistema Italia in una delle aree più strategiche del panorama globale, con l’ambizione di trasformare le opportunità della Vision 2030 in collaborazioni concrete per le imprese italiane.
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