Campagna choc, maxi manifesti contro Pdl Omotransfobia

Campagna choc, maxi manifesti contro Pdl Omotransfobia

«Lo sai che rischi una condanna per omotransfobia se credi che si nasca maschio e femmina e se lo insegni ai tuoi figli? Con l'emergenza coronavirus, la mancanza di letti negli ospedali, l'economia in caos, la priorità per la nostra maggioranza è una legge liberticida? No grazie, #Restiamoliberi è il nostro hashtag, #Restiamoliberi è il nostro appello contro chi vuole toglierci la libertà». È il grido d'allarme di Pro Vita e Famiglia, che proprio mentre sono in corso le audizioni in Commissione Giustizia sulle Pdl di contrasto all'omotransfobia e dopo la notizia che dal 30 marzo si passerà direttamente alla discussione sul testo in Aula, alla Camera e poi al Senato, ha lanciato la nuova campagna choc per sensibilizzare l'opinione pubblica contro i pericoli nascosti per la libertà di ognuno nella proposta Zan. L'Onlus, organizzatrice anche del Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona, ha predisposto le affissioni dei cartelloni a Roma e successivamente su tutto il territorio nazionale. Tra i casi eclatanti riportati nei manifesti, anche quello di un pasticcere che è stato condannato per essersi rifiutato di fare una torta di nozze per una coppia gay (caso realmente accaduto a Denver negli USA). Per Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia «Zan e i suoi compari, col pretesto di voler proteggere le persone omosessuali o transessuali modificando gli articoli 604 bis e ter del Codice penale, in realtà toglieranno la libertà di pensiero e di parola alla maggioranza degli italiani e a quanti si battono contro l'ideologia gender insegnata nelle scuole ai nostri bambini, a quanti credono che i nascituri nascono da e hanno bisogno di mamma e papà, a quanti credono che i sessi sono due, maschio e femmina«. Perché creare una «categoria protetta privilegiata», di persone da tutelare in base al proprio comportamento sessuale, violando palesemente il principio costituzionale di uguaglianza di tutti i cittadini?». Per Pro Vita & Famiglia, infatti, «esistono tantissime discriminazioni: o basate sull'età; o basate sulla disabilità; o politiche; o sindacali; o sessuali; o basate sulle condizioni sociali; o basate sulla lingua; o basate sulle caratteristiche fisiche, sui tratti somatici, sull'altezza, sul peso; o basate sullo stato di salute; o basate sulle convinzioni personali. Perchè le discriminazioni dovrebbero essere solo contro omosessuali e trans o di genere? Che facciamo creiamo una legge per ogni categoria?». Per PV&F infine «la legge tutela ogni persona. Una cosa è la protezione dalla violenza altra cosa è la censura: in questo caso si arriverà a sanzionare persino con la reclusione ogni manifestazione di non approvazione o di contrasto alle posizioni LGBT, interpretabile come istigazione alla discriminazione omotransfobica. E' un vero e proprio scandalo».

Sette Procure aprono inchieste sulla «vigile attesa» di Speranza
Roberto Speranza (Imagoeconomica)
Il pm di Roma Giorgio Orano raccoglie la denuncia dei parenti delle vittime, chiedendo ai colleghi di altre città d’Italia di lavorare sui fascicoli di competenza dei loro uffici. Chiamati in causa l’ex ministro, il vice Pierpaolo Sileri e i vertici Aifa.
Oggi si incontrano Erdogan e Meloni. Alla firma nuove intese commerciali
Recep Tayyip Erdogan (Ansa)
  • Summit a Roma tra i due presidenti, dopo quello di Ankara nel 2022, per espandere le relazioni nei settori chiave. In contemporanea si terrà un forum imprenditoriale alla presenza di 500 aziende italiane e turche.
  • Dazi, netto il segretario al Tesoro americano: «Tocca ai cinesi ridimensionare lo scontro in atto sulle tariffe». Washington e Delhi verso l’intesa. Xi nervoso, Ursula attendista.

Lo speciale contiene due articoli.

Altra minitregua in Ucraina. Trump: «Sia permanente». L’Ue si desta e loda il tycoon
Donald Trump (Ansa)
  • Putin: 72 ore di cessate il fuoco dall’8 maggio per ricordare la vittoria sul nazifascismo. Bruxelles apprezza il pressing Usa sullo zar. Kiev «più calma» apre sulla Crimea.
  • I soldati inglesi temono un Iraq 2.0. Ma Londra: «Non chiederemo deroghe dalla Cedu».

Lo speciale contiene due articoli.

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