2025-09-20
Berlino sconta già i dazi americani: surplus commerciale giù del 15%
L’eccesso di export tedesco verso gli Usa è sceso a 34,6 miliardi, record negativo dal 2021.Ci volevano i dazi del presidente Donald Trump per far scendere il surplus commerciale della Germania, da sempre uno dei temi nel dibattito economico europeo. Anzi, l’inversione di tendenza si è manifestata ben prima dell’introduzione ufficiale delle tariffe, quando ancora si stava definendo lo scenario. Veniamo ai dati. Il surplus commerciale della Germania con gli Stati Uniti è stato di 34,6 miliardi di euro da gennaio a luglio 2025 toccando il livello più basso registrato nei primi sette mesi dell’anno dal 2021, cioè nel pieno della crisi Covid. Significa, come dice l’Ufficio federale di Statistica Destatis, che c’è stato un calo di 6,2 miliardi di euro pari al 15,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’istituto di rilevazioni statistiche ricorda che da oltre 30 anni la Germania registra un surplus delle esportazioni nel commercio con gli Stati Uniti. Nell’interscambio internazionale di merci il surplus di Berlino è diminuito di 32,7 miliardi di euro pari al 21,2% attestandosi a 121,3 miliardi di euro. Il che fa emergere l’effetto dazi, anche se in questa prima parte dell’anno la politica tariffaria era ancora in definizione. Quindi è bastato l’effetto annunciato da parte della Casa Bianca per invertire una tendenza consolidata nei decenni. Nel dettaglio, le esportazioni tedesche verso gli Stati Uniti sono diminuite del 5,3% attestandosi a 89,9 miliardi mentre le importazioni sono aumentate del 2,2% posizionandosi a 55,3 miliardi di euro. Quindi gli Usa sono rimasti il partner commerciale con cui la Germania ha registrato il maggior surplus che però è in diminuzione. Al contrario le vendite verso la zona euro sono cresciute del 2,5% e del 2,6% verso i Paesi fuori dell’eurozona. Nel frattempo, le importazioni sono diminuite dello 0,1% a 115,4 miliardi di euro, invertendo il rialzo del 4,1% registrato a giugno.Il calo è stato principalmente guidato da minori importazioni dai Paesi non Ue (-1,3%), mentre quelle verso i Paesi Ue sono aumentate dell’1,1%.Gli effetti non si limitano agli Stati Uniti. Il surplus di esportazioni verso la Francia è diminuito, anche se leggermente, dello 0,2% su base annua attestandosi a 30,4 miliardi di euro nei primi sette mesi del 2025 ed è stato inferiore di soli 4,2 miliardi rispetto al commercio con gli Usa. Da gennaio a luglio 2024 era stato più del doppio, posizionandosi a 10,3 miliardi.Al netto dei dati dell’interscambio con gli Usa bisognerà vedere se le misure di sostegno all’economia tedesca che il cancelliere Friedrich Merz ha in cantiere (un piano di stimolo e di rilancio del sistema produttivo di oltre 1.000 miliardi), potranno riequilibrare la bilancia commerciale di Berlino verso gli altri partner europei, a cominciare dall’Italia e come si è visto con la Francia. O invece favoriranno il tentativo di compensare le minori esportazioni verso gli States con maggiori vendite verso altri mercati compreso quello europeo. Una prospettiva che deve rafforzare l’impegno del nostro sistema Paese nella tutela della competitività del sistema produttivo. Per l’Italia è un tema di grande interesse perché la Germania è il primo partner commerciale davanti a Stati Uniti e Francia. Va sempre ricordato che le imprese esportatrici italiane nel 2024, sono state oltre 136.000 con le prime 500 che hanno realizzato da sole oltre il 50% del valore totale delle vendite all’estero. È importante anche il ruolo delle Pmi e delle micro imprese che rappresentano oltre il 60% delle aziende esposte verso l’estero ma incidono per meno del 10% del valore esportato. Ciò indica un grande potenziale che va aiutato e sostenuto. Il nostro Paese è costantemente collocato nel gruppo dei primi sei a livello mondiale per volume dell’export e al quarto posto per quanto riguarda le merci. La Germania continua ad essere alla terza postazione per vendite a livello globale.