2021-03-10
«Buttiamo via le dosi». I medici di famiglia dell’Emilia Romagna svelano lo scandalo
«Fuori dal coro» scopre la falla: gli operatori non riescono a organizzare 11 somministrazioni di fila. E sprecano le fialeNella rossa Emilia Romagna non solo vaccinano gli insegnanti quando le scuole sono chiuse, ma si sprecano dosi non utilizzate. Ci sono categorie fragili, come i malati oncologici, i pazienti in dialisi, gli over 70 non ancora immunizzati, i disabili che attendono la prima somministrazione, ma i medici di famiglia sono concentrati a distribuire il vaccino Astrazeneca al personale scolastico. Con grosse difficoltà, come documentato ieri dalla trasmissione Fuori dal coro, condotta da Mario Giordano su Rete 4. Nel servizio si vedono medici di base che mostrano fiale di vaccino aperte e non completamente utilizzate. «Ho ancora tre insegnanti in attesa, ma devo avere altri otto pazienti prima di aprire una fiala, altrimenti sono costretto a buttarla», spiega uno dei dottori interpellati. Da ciascun flaconcino Astrazeneca si ricavano facilmente undici dosi, però una volta aperto il prodotto deve essere utilizzato entro 48 ore se conservato in frigorifero, o in un arco di tempo massimo di sei ore se a temperatura ambiente. L'inviata di Mediaset, Maria Letizia Modica Alliata, ha sentito una quarantina di medici di base tra Bologna, Casalecchio, Imola e ha potuto verificare quanta disorganizzazione ancora esista nella vaccinazione. «Ho avuto difficoltà a trovare undici persone per volta che venissero in studio», dichiarava la dottoressa Maria Pia Casatello nel servizio mandato in onda ieri sera. Un altro medico assicurava: «Non ho alcuna intenzione di buttare vaccini di mia iniziativa, perciò dovrò chiedere all'Igiene pubblica un avvallo. Spero che non succeda, sarebbe davvero un peccato». Lo stesso dottore si dichiarava non convinto che in Italia ci siano insegnanti «tutti multipli delle dosi Astrazeneca arrivate». Perciò il suo commento è stato: «Qualche vaccino è andato a puttane». Ma come? Meno di due settimane fa Paolo Bordon, direttore dell'Ausl Bologna, dichiarava: «Con la vaccinazione del personale scolastico, grazie alla piena collaborazione offerta dai medici di medicina generale, che hanno aderito massicciamente all'invito della Regione Emilia Romagna, entriamo ora in una nuova fase importante nella diffusione dell'immunizzazione dei cittadini». L'assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, ai primi di marzo parlava di «60.000 dosi nella disponibilità dei medici di base per il personale scolastico», che tra maestri, professori, educatori e collaboratori fanno circa 120.000 persone. In Emilia Romagna i medici di medicina di assistenza primaria generale sono poco più di 2.900, a oggi sono stati vaccinati 28.764 tra docenti e non, quindi facendo una suddivisione grossolana, ciascun dottore ha somministrato Astrazeneca a 9,9 pazienti in 15 giorni. Molti di loro avevano ricevuto due flaconi di vaccino da undici dosi, quindi potevano fare in totale 22 pazienti. Una miseria, ma nemmeno a dieci sarebbero arrivati. Dati sconfortanti, anche se l'autentica vergogna sono quelle fiale aperte, lasciate in frigorifero, come abbiamo visto ieri sera in ambulatori medici o studi privati, perché non c'erano abbastanza professori e bidelli in fila per undici a ricevere il vaccino. Qualcuno ha raccontato di aver chiesto se poteva utilizzare le dosi rimaste per somministrarle ai familiari, ma il divieto è tassativo. Qualcun altro si è lasciato sfuggire di aver buttato il flaconcino non del tutto svuotato e potrà giustificarsi dicendo di aver deciso secondo coscienza, perché dopo alcune ore il farmaco aperto non può essere inoculato. Ma perché sprechiamo vaccino prezioso? Ieri in Emilia Romagna risultavano vaccinati soprattutto gli ultraottantenni (114.522) e i cittadini in una fascia di età tra i 50 e i 59 anni (88.886), mentre quelli tra i 70 e 79 anni sono appena 19.144 e 46.956 quelli tra i 60 e i 69 anni. «Si stanno vaccinando soggetti più giovani, sia pure di categorie essenziali, ma non i malati cronici che sono molto più a rischio», denunciava tre giorni fa Silvestro Scotti, segretario nazionale Fimg, la Federazione dei medici di famiglia. Che Astrazeneca possa essere somministrato anche agli over 65 è stata definita «un'ottima notizia dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini. «Ci permetterà di coprire maggiormente categorie dove le vaccinazioni sono già iniziate», ha poi aggiunto. La Verità però continua a documentare la presenza di 3 milioni di dosi lasciate in frigorifero, in Italia, perché mancano vaccinatori e un piano articolato. In Emilia Romagna, secondo i dati del ministero della Salute, il 4 marzo nove dosi su dieci di Astrazeneca erano ancora nel refrigeratore. Adesso scopriamo che i vaccini si aprono e vengono sprecati, perché i medici di famiglia non riescono a mettere insieme undici persone nello stesso giorno, anzi in 48 ore. «Siamo in difficoltà, non sappiamo come partecipare» alle vaccinazioni, dichiarava ieri in chiusura del servizio televisivo Giandomenico Savorani, uno dei medici di base. Se così accade anche nelle altre Regioni, questa campagna rischia di diventare una farsa ai danni delle categorie più fragili.