2024-11-28
Burioni sui social fa il «maschio tossico» e bullizza le donne
La virostar ignora i manuali antiviolenza del suo ateneo e insulta la giornalista Martina Pastorelli su X: «Prega che Dio ti tolga la parola».Il virologo Roberto Burioni conferma il suo imprinting di avversione al genere femminile, sfoderando un odioso attacco proprio nei giorni in cui i riflettori sono puntati sulla violenza contro le donne. Questa volta se l’è presa con la giornalista Martina Pastorelli, fondatrice del progetto di comunicazione Catholic Voices Italia, per un post uscito lunedì su X. La nostra collega, firma della Verità, aveva seguito domenica sera Che tempo che fa, la trasmissione di Fabio Fazio sulla Nove, dove tra gli ospiti c’era il vice direttore della Stampa, Annalisa Cuzzocrea, che rivelava: «Mi fa molta paura il fatto che sia Robert Kennedy Jr. a occuparsi della salute», nel nuovo governo Trump. Lo definiva «personaggio folkloristico» e spiegava: «L’ho visto in azione a Siena, mentre davano la laurea honoris causa a Anthony Fauci, al più importante immunologo del mondo. Kennedy era lì, a protestare in piazza con i no vax perché vuole mettere in prigione Fauci. E Fauci in questo momento rischia di essere incriminato per aver difeso gli Stati Uniti dal Covid, come li ha difesi dall’Aids […]. Possiamo sentirci tranquilli in un mondo dove Anthony Fauci deve avere paura?». Sconcertata da una simile affermazione, come lo siamo in molti, la Pastorelli aveva scritto: «Dove Fauci diventa “il più importante immunologo del mondo” che ha (ben) gestito la crisi del Covid. Parafrasando Cuzzocrea (“possiamo sentirci tranquilli in un mondo dove Fauci deve avere paura?”): possiamo sentirci tranquilli in un mondo dove i giornalisti dicono queste cose?». La virostar Burioni, in perenne astinenza da attenzione mediatica, pronta si è tuffata con malanimo a commentare il post: «Sei cattolica prega perché dio ti tolga la parola ma ti restituisca il senno». Nella scala di valori del professore del Vita-Salute San Raffaele di Milano, la venerazione per Fauci svetta di gran lunga sulla devozione (zero) al Signore, che nemmeno merita una maiuscola. Ma pazienza, del Burioni credente o meno ci importa assai poco. È l’uomo che odia le donne, il vero problema. Il virologo da salotto ha bloccato due anni fa l’accesso della Pastorelli ai suoi profili social, dimostrando incapacità di affrontare conflitti o difficoltà emotive. Però continua a curiosare nella sfera digitale della giornalista, a riprova che l’interruzione di ogni interazione è solo una pagliacciata, una scusa per essere lui solo il controllore della comunicazione. Nella forma e nella sostanza, a una voce sola.Al suo insulto contro una donna, con violenza e prepotenza non lascia spazio di replica. Chissà che cosa ne penseranno le studentesse e le docenti dell’Università dove insegna. «Oggi, per la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, abbiamo deciso di condividere alcune red flags che non sono divertenti, ma che anzi dovremmo prendere tutti molto, molto sul serio», pubblicava lunedì su Instagram l'Università Vita-Salute San Raffaele (Unisr). Al quarto posto, tra i segnali che qualche cosa non va nelle interazioni interpersonali, c’era proprio la «Svalutazione», il togliere «valore a te e ai tuoi meriti tramite offese e denigrazioni, anche pubbliche». Proprio quelle che fanno parte del repertorio del professor Burioni. Preferibilmente nei confronti delle donne, da odiatore seriale. Nel luglio del 2022 se l’era presa con Alessia, che su X aveva affermato: «Sono orgogliosa che nella Lega ci siano persone come Alex Bazzaro», consigliere comunale di Venezia e allora deputato, colpevole per Burioni di aver detto che non avrebbe fatto la quarta dose. La giovane è disabile e la nobile risposta del professore fu la condivisione di uno screenshot dell’immagine del profilo della ragazza con il commento: «Capisco». Una vergognosa mancanza di rispetto, un’irrisione che rivela la pochezza umana della virostar. Venne giustamente tacciato di body shaming, intervenne anche Giorgia Meloni chiedendo: «A cosa alludi Burioni? Ha qualcosa di sbagliato quella foto? Rimuovi il tweet e chiedi scusa».Il vizietto però non lo perde, il professore. Un mese fa attaccava una collega universitaria, Ilaria Muller, professoressa associata di Endocrinologia alla Statale di Milano, per una sorta di schema critico della gestione della pandemia che la professoressa aveva ricondiviso sui social, ricordando il terzo «anniversario» dell’introduzione del green pass. «Bestialità che denotano una ignoranza di profondità immensa e una somaraggine degna del più fanatico novax», postò il virologo, insinuando pure che la Statale aveva «messo la dottoressa Muller in cattedra» premiandola per le posizioni assunte. Anche in quell’occasione l’attacco fu violento, odioso.Dopo quel latrato, sommerso da nuove critiche fu costretto a fare marcia indietro: «La Muller, oggettivamente, ha un curriculum di tutto rispetto nel suo settore specifico. Lavori su giornali importanti e pure riconoscimenti prestigiosi. In altre parole, è una brava ricercatrice». Burioni blocca sui social chi gli risponde per le rime, ma si ritiene in diritto di offendere, dileggiare le sue vittime, scelte sui social mentre dovrebbe almeno fingere di occuparsi di scienza. «Se sei una studentessa Unisr, l’ateneo ha messo a disposizione insieme a Fondazione Libellula la possibilità di avviare una procedura di segnalazione in forma riservata a una consigliera di fiducia», avvisa le potenziali vittime di violenza l’opuscolo universitario pubblicato il 25 novembre. Magari serve una segnalazione anche dei docenti, con pericolose inclinazioni da red flags.
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