2023-06-17
Bruxelles punta sul fisco digitale per intascare direttamente l’Iva
Il sistema prevede anche pass sanitario ed euro virtuale per tracciare ogni movimento.All’Ecofin di ieri si è discusso anche di Iva digitale. Sulla proposta della Commissione europea circa la riforma dell’Iva «siamo fiduciosi che i progressi realizzati possano preparare la strada per l’adozione della proposta sotto la presidenza spagnola» nel secondo semestre del 2023, ha commentato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo nella sessione pubblica della riunione a Lussemburgo. Giorgetti ha spiegato di sostenere «l’orientamento verso uno snellimento e una digitalizzazione del sistema Iva, rendendoli più resistenti e resilienti ai rischi di frode. Le norme europee sulla fatturazione elettronica potrebbero offrire vantaggi», ha segnalato, invitando però ad avere attenzione a «una piena armonizzazione anche senza oneri supplementari per i contribuenti e le amministrazioni tributarie. Siamo d’accordo sulla necessità di rafforzare il ruolo delle piattaforme digitali per la raccolta», ha segnalato Giorgetti. «Penso sia ragionevole concentrarsi su alcuni settori nelle prime fasi, come trasporto passeggeri, gli alloggi e poi sosteniamo il passaggio verso un meccanismo di registrazione». Sullo sportello unico «dobbiamo essere consapevoli che le amministrazioni tributarie hanno bisogno di tempo a sufficienza per adottare i cambiamenti infrastrutturali necessari per garantire che il nuovo meccanismo possa funzionare in modo adeguato», è stato quindi l’invito del ministro. Di certo, il dibattito sull’Iva digitale è legato a doppio filo con quello sul futuro del pass sanitario introdotto nel giugno 2021 e con quello dell’euro digitale. Come ha scritto più volte La Verità, infatti, da attestato sanitario, la card potrà diventare uno strumento di censimento digitale. La sua tecnologia si basa sulla blockchain, utilizzabile anche per tracciare in tempo reale gli scambi tra contribuenti, come auspicato dalla Ue. A dicembre 2020 il libro bianco di Bruxelles «Tax harmonization in the Eu: intelligent tax administration» suggeriva di muoversi su tre pilastri: scambi tra contribuenti tracciati in tempo reale, portafogli fiscali crittografati, versamento dell’Iva in tempo reale. Adesso non esiste un vero e proprio accentramento dei sistemi di raccolta, ogni Stato si muove da sé e a scoppio ritardato tramite i sostituti d’imposta. Se un domani il Fisco europeo dovesse applicare il modello blockchain, i governi potranno raccogliere le imposte in tempo reale e senza alcun intermediario. Nei documenti del febbraio 2020 di Bruxelles sull’evoluzione digitale dei governi si legge che tale struttura dovrà essere allargata al maggior numero possibili di attività pubbliche fino all’utilizzo dell’euro digitale. Già a partire dal 2009 la Bce si è messa a studiare il modello di piattaforma su cui far circolare la propria valuta digitale. Ora, se si sovrappone lo schema studiato dalla banca centrale alla blockchain che tiene in piedi il green pass, si nota che sono perfettamente sovrapponibili. La valuta digitale per poter diventare efficace deve essere anonimizzata e al portatore. Solo così potrà sostituire il contante. Serviva un grande evento per trasformare i cittadini in utenti digitali e munirli di un portafoglio virtuale. E quel grande evento è diventato, casualmente, la pandemia che ha consentito con il pass di piantare i paletti necessari a creare il più grande sistema di tracciamento fiscale. Basterà collegarli con un filo virtuale. Secondo una bozza di proposta trapelata e visionata dal sito Euractiv, la Commissione europea vuole implementare un euro digitale accessibile gratuitamente. La proposta di regolamento per l'introduzione dell’euro digitale dovrebbe essere presentata il 28 giugno. Dovrà poi essere approvata sia dal Parlamento europeo che dai governi degli Stati membri in seno al Consiglio dell’Ue. Il documento suggerisce che la Commissione voglia rendere accessibile l’euro digitale non solo alle banche, ma soprattutto al pubblico in generale come opzione di pagamento al dettaglio. L’euro digitale avrebbe corso legale, il che significa che gli operatori economici dovranno accettare pagamenti in euro digitale, anche se sono previste eccezioni, ad esempio per le microimprese con meno di 10 dipendenti e meno di 2 milioni di euro di fatturato annuo. La Commissione avrebbe, inoltre, incaricato la Bce di «sviluppare strumenti per limitare l'uso dell'euro digitale come riserva di valore». Questo potrebbe significare che la Bce istituirebbe dei limiti alla quantità di euro digitali che ogni individuo può detenere.«I cittadini chiedono equità fiscale e un’azione forte contro la frode e l’evasione fiscale», aveva detto il commissario Ue dell’Economia, Paolo Gentiloni, a dicembre 2022 presentando il nuovo pacchetto di iniziative Ue per allineare il sistema fiscale con il mondo digitale e migliorare e digitalizzare l’Iva per le imprese. Ma anche l’alibi della lotta all’evasione fiscale non regge: un conto è perseguire i delinquenti e un conto è limitare la libertà di tutti gli altri per inseguire i delinquenti. Inoltre, dovremmo presupporre che lo Stato non sbagli mai. Ma sappiamo che non è così.
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