2023-03-10
Brusaferro obbediva a Speranza: forse deve andarsene
Macché politica ispirata dalla scienza, era l’opposto: lo stop a scuole e funerali fu deciso da Roberto Speranza. E, malgrado il disaccordo in seno al Cts, Silvio Brusaferro eseguì. Ora che l’asservimento è dimostrato dalle indagini, all’Istituto di sanità serve un cambio di guida.La figura di Silvio Brusaferro, direttore dell’Istituto superiore di sanità, si staglia in tutta la sua grandezza nelle conversazioni, avute in piena pandemia, con l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, e trascritte dalla Procura di Bergamo nel fascicolo d’indagine a carico di Giuseppe Conte e compagni. Infatti, leggendo quegli scambi di messaggi si capisce che non era Brusaferro a consigliare il titolare della Salute, suggerendo le misure da prendere per contrastare la diffusione del virus, ma il contrario. A differenza di quanto ci era stato fatto credere, non c’era la Scienza a ispirare le decisioni, ma la Politica. Nelle fasi concitate dell’epidemia, era Speranza che ingiungeva al numero uno dell’Iss di «non dare troppe aspettative positive» se «vogliamo mantenere misure restrittive». E sempre l’ex assessore all’urbanistica di Potenza, consigliava il presidente dell’Iss se andare o non andare in una trasmissione tv, ma soprattutto suggeriva che cosa mettere all’ordine del giorno delle riunioni del Cts, comitato tecnico scientifico, che avrebbe dovuto dettare le linee guida per affrontare il Covid. Il ministro si diceva convinto di dover chiudere le scuole e l’altro, quello che avrebbe dovuto stabilire se il provvedimento fosse utile o meno, si adeguava in fretta: «Vuoi metterlo già domani all’ordine del giorno?». Detto, fatto, anche se all’interno del Cts non tutti erano d’accordo. Il giorno dopo Brusaferro riferisce a Speranza l’aria che tira. «Per chiusura scuola Cts critico». Risposta del signor ministro: «Così ci mandate a sbattere. Non si può dare un segnale d’incertezza, altrimenti si perde ogni credibilità». E infatti le scuole chiusero. Non perché il Cts ne sentisse l’urgenza, ma perché ad aver fretta di lasciare a casa gli studenti era Speranza. Quello stesso giorno in cui il presidente dell’Iss e il ministro si scambiavano i messaggi, su Repubblica era comparso un articolo che svelava l’orientamento del Comitato tecnico scientifico contrario a sospendere le lezioni. Si spiegava che non c’erano motivazioni scientifiche che giustificassero un blocco come misura preventiva per impedire la circolazione del virus. Letto l’articolo, i Bibi&Bibò della Sanità commentano. Dice Speranza: «Per questo serve una dichiarazione secca», cioè una chiusura delle scuole senza tentennamenti. E Brusamolle si adegua all’istante: «Le misure del dpcm vanno nella direzione di un forte contenimento e rallentamento della diffusione dell’infezione da coronavirus». E poi, come uno scolaretto chiede il voto al ministro. «Che ne dici?» «Ottimo. Avviso Conte» replica Speranza. «Va bene. Mando alle agenzie» risponde sull’attenti il presidente dell’Iss, aggiungendo: «Domani bisognerà pensare a illustrare come il parere riporti principi ed elementi di letteratura e modellistica, lasciando al Consiglio dei ministri le scelte». Cioè, domani dobbiamo trovare le basi scientifiche per giustificare la decisione. Non è finita: il giorno dopo aver chiuso le scuole, Speranza vuole proibire i funerali: «Sono pericolosissimi». E secondo voi che cosa ha fatto il Cts dopo che Speranza ha definito le esequie un pericoloso focolaio? Ovvio, le ha vietate, adeguandosi a direttive che non erano scientifiche ma politiche, al punto che alcuni esponenti del Cts se ne lamentano fino a definire la situazione «una commistione pericolosa», con gli esperti allineati gioco forza a ciò che vuole la politica, mentre dovrebbero mantenere la propria indipendenza. Manco a dirlo, il più accondiscendente è proprio Brusamolle, che anziché dare suggerimenti sulla linea da adottare, la subisce. Dopo la diffusione delle trascrizioni allegate all’inchiesta della Procura di Bergamo, ovviamente i vertici dell’Istituto superiore della sanità hanno fatto quadrato attorno al loro capo: non sia mai che quella confidenza così poco scientifica con il ministro della pandemia porti a un cambio alla guida dell’Iss. Così tutti i direttori dell’ente che vigila sulla nostra salute hanno firmato una lettera di pieno sostegno e solidarietà a Brusaferro, giustificando «le fasi complicatissime e convulse di quel periodo», segue testimonianza «dell’instancabile impegno» del numero uno dell’Istituto. Invece, quelle trascrizioni dovrebbero far riflettere il nuovo ministro, perché l’Iss così asservito al potere politico non ne esce bene. Brusaferro ha già attraversato troppe stagioni e forse quella che arriva dovrebbe prevedere un po’ di aria nuova. Nominato nel 2019 da Giulia Grillo, dimenticabile ministro grillino nel governo gialloblu, è stato confermato da Speranza e, a quanto pare, rimasto in carica anche con il cambio dello scorso mese. Ma dopo aver letto come sono state prese le decisioni anti Covid, forse sarebbe il caso di ripensarci. Perché se un luminare si fa sussurrare da Speranza, non c’è proprio speranza.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)