2024-08-09
A Bristol rinchiusi con il coprifuoco mentre fuori le bande si scontrano
All’ora del tè la città si blinda: le strade sono lasciate a manifestanti anti immigrati e a milizie islamiche. La polizia: «Vi arrestiamo anche per un retweet». Un laburista invoca il taglio della testa per i fascisti.È un tranquillo giovedì di paura qui a Bristol. Si aspetta il «consiglio» che è diventato un ordine: restate a casa. Evitate il centro, il lungo Avon, l’harbor. Si sentono sporadiche sirene della polizia, basta un «urlo» del camion dei pompieri - oggi tre incendi - per sussultare. Le strade sono presidiate da agenti in tenuta anti sommossa; dalla città vecchia sono spariti gli spacciatori pakistani, restano i «fatti», non di cronaca, quelli che non si reggono in piedi da tanta roba hanno in corpo. Stanno accampati a Castle Park trasformato in un ghetto senza tetto né legge dove dopo il tramonto entrano in azione le sentinelle islamiche per «difendersi dai bianchi» mentre i facchini nepalesi sbaraccano in fretta dal Saint Nicholas Market e le studentesse indiane scivolano lungo i muri uscite dall’università. I bangladini no; quelli continuano a vendere la qualunque h24. Di solito alle 5 del pomeriggio in Inghilterra si offre il tè; da cinque giorni servono il coprifuoco. I receptionist sono inflessibili, sprangano le porte automatiche; resto in albergo in attesa che passi questa buriana di proteste contrapposte: prima gli anti immigrati, ma forse è solo gente impoverita che non si sente garantita, stufa dello spaccio sotto casa, che non ne può più di dover gestire uno strisciante conflitto sociale per la casa, il posto in ospedale o all’asilo; poi gli antirazzisti che si lavano la coscienza gridando «accoglienza, accoglienza» ma anche «morte ai razzisti» facendo il segno «peace and love». Entrambi sono sfilati e si sono menati - è successo sabato scorso con alcuni negozi sfasciati - sotto i murales di Banksy che a Bristol ha cominciato e ha un itinerario turistico dedicato ai suoi «quadri urbani». Forse il buonismo alla Bansky c’entra qualcosa con questo smarrimento tra politicamente corretto, arroganza woke ed esasperazione «bianca». Sotto un cielo di piombo c’è una città di colpo divenuta trincea. È l’eruzione di un vulcano sociale; il magma del malcontento sono la sinistra che ha abbandonato la difesa dei ceti operai per darsi ai «diritti», sono i conservatori inglesi incapaci durante e soprattutto dopo il Covid, sono le città fuori mercato per chi ci lavora, la dipendenza, anche dai cellulari, di giovani senza più rotta. Bristol è l’archetipo di queste contraddizioni che covano in Inghilterra e tutta Europa. Una delle attrazioni turistiche è la SS Great Britain: il più grande piroveliero, mai costruito. Ha trasportato schiavi, poi carbone; sempre «merce» nera! Quelli che mercoledì hanno sfilato a migliaia contro i cosiddetti razzisti e qualcuno si è anche lanciato nella «caccia al bianco» senza che la polizia muovesse un dito, sono i nipoti degli schiavisti: adorano Bansky e si lavano la coscienza. Quelli che sabato hanno sprangato gli spacciatori, hanno assaltato la polizia che nulla ha fatto per evitare lo scontro, vogliono levarsi dalla coscienza di essere stranieri a casa loro. Tutto è iniziato dall’arresto di Axel Rudakubana, 17 anni di origine ruandese, che due lunedì fa ha ucciso a coltellate a Southport, vicino Liverpool, tre bambine in una scuola di danza. Il processo si farà forse a fine ottobre. Complice la solita omertà della polizia, si è sparsa la notizia (falsa, pare) che fosse di fede islamica e da quel giorno è stata un’escalation di manifestazioni: oltre cento. Sabato a Liverpool oltre mille di opposte fazioni si sono affrontate: ci sono andati di mezzo i poliziotti. A Belfast sembrano tornati i giorni dell’Ira, a Sunderland è stata assaltata una moschea. Martedì la replica in una cinquantina di città, mercoledì la risposta dei sedicenti antirazzisti. La polizia dice che a gonfiare le proteste sono le fake news e ci va giù dura con gli arresti: 428, sei già condannati, 120 gli incriminati. Secondo fonti del fronte anti-migranti si stanno scarcerando condannati per reati comuni per far spazio nelle galere. La polizia ha diffuso un suo post su X con le pene per i reati commessi dai manifestanti: «Sommossa fino a 10 anni, disturbo violento e danni fino a 5, istigazione all’odio razziale fino 7 anni». L’ultimo punto è eloquente: dato che «odio razziale» è l’ombrello sotto cui ricade ogni critica all’immigrazione, la polizia sta avvertendo solo una delle parti in causa. L’odio degli altri pare avere legittimazione, dunque.Ecco perché la polizia è accusata di doppio standard: durissima con i bianchi, tollerante con chi incita alla guerra santa in Palestina. E lascia che nei quartieri multietnici siano gli islamici a organizzare l’ordine pubblico. Entrare nella città vecchia a Bristol dopo il tramonto per un bianco cattolico non è saggio. Il neo premier laburista Keir Starmer ha schierato seimila agenti e convocato i vertici dei social media intimando: anche chi indirettamente incita alla violenza «conoscerà il severo volto della legge». Le autorità britanniche derapano: pure ritwittare un contenuto «razzista» porterà all’arresto, avvertono. In un video girato a Walthamstow si vede un consigliere laburista, Ricky Jones (poi sospeso dal partito e arrestato), gridare a una manifestazione contro l’estrema destra: «Dobbiamo tagliargli la gola e sbarazzarci di tutti loro». Il clima è tesissimo, ma Brexit non c’entra, c’entrano gli ingressi incontrollati. Il leader conservatore Rishi Sunak voleva dirottare gli immigrati irregolari in Ruanda. Passando per Cambridge si vede il prato del Royal College, la più austera «scuola» del Regno unito, occupato da una tendopoli: sventolano bandiere palestinesi, cartelli inneggiano all’intifada e alla cancellazione d’Israele. A Starmer non è venuto in mente di chiedersi se incitano all’odio razziale, intanto gli studenti ebrei sono fuggiti dai college.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».
Ecco #DimmiLaVerità del 6 novembre 2025. L'ex ministro Vincenzo Spadafora ci parla del suo movimento Primavera e della situazione nel centrosinistra.