2024-04-12
Ai boss vicini ai dem i ristori per il Morandi
Le imprese della famiglia Pasqua, coinvolte nell’inchiesta sui rapporti tra ’ndrangheta e esponenti pd, non solo continuano a lavorare nel porto di Genova nonostante l’interdittiva antimafia, ma beneficiano dei fondi stanziati dopo il crollo del Ponte.Le imprese della famiglia Pasqua, coinvolta nell’indagine torinese sui rapporti tra ’ndrangheta ed esponenti del Pd, hanno ricevuto ristori destinati agli autotrasportatori in seguito al crollo del ponte Morandi di Genova. Le due imprese, Autotrasporti Claudio sas e Mmr srl, erano tra le imprese accreditate a lavorare nell’area del Porto di Genova e avrebbero avuto accesso ai ristori proprio in virtù di questo. Seppure di importo limitato – alcune decine di migliaia di euro per le due società – secondo le indagini della procura di Torino le due ditte avrebbero continuato a lavorare nell’area del porto di Genova anche nel periodo nel quale erano state colpite dall’interdittiva antimafia, utilizzando una serie di escamotage per aggirare i i divieti imposti dall’interdittiva. Come già riferito da questo giornale, le imprese dei Pasqua avrebbero lavorato anche nel cantiere della ricostruzione del ponte Morandi.Secondo quanto ricostruito, alle imprese dei Pasqua sono andati circa 30.000 euro di ristori incassati nel 2021. La Autotrasporti Claudio ha ricevuto 19.200 euro di ristori, mentre la Mmt ha potuto ricevere 11.500 euro.Nell’ordinanza dello scorso 5 aprile, i pm scrivono tra l’altro che «sebbene la notifica del provvedimento interdittivo antimafia inibisse ai mezzi dei Pasqua l’accesso all’area portuale, questi ultimi continuavano a eseguire tali lavorazioni sino al termine del contratto con la società committente». Sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, i Pasqua lavorano nell’area del porto in virtù dei rapporti con il gruppo Gavio. Fino al 2018 come fornitore della AutospedG e a partire dal 2019 della Truck Rail Container srl. I contratti prevedevano l’accesso delle motrici all’interno dell’area del porto per il prelievo e lo spostamento dei containerQuando scatta l’interdittiva, nel marzo del 2021, qualche problema per la Autotrasporti Claudio al porto c’è. A un loro autista viene negato l’accesso all’area del porto perché la tessera che consentiva il transito dei camion è scaduta. Ma Domenico Claudio Pasqua non aveva chiesto il rinnovo, perché tra i requisiti necessari c’era la certificazione antimafia, «ma per entrare nei porti devi avere una white list in regola», commenta una segretaria intercettata riferendosi all’elenco della prefettura delle aziende che possono partecipare a gare e appalti. Ma un altro autista, Pietro La Rocca (dipendente della Mmt) continua a entrare regolarmente perché la sua tessera è ancora valida: «Non è scaduta. Quindi non gli chiedono i documenti». Quando scade l’autorizzazione, il problema viene aggirato facilmente. A suggerire la soluzione è un ex dipendente del gruppo Gavio, passato alla Coop Paratori Genova. «Mi ha detto», dice Claudio Pasqua intercettato, «ma che cazzo glielo mandi a loro, mandalo a Paratori che così non vuole manco l’antimafia no?». Secondo quanto scrive il gip di Torino nell’ordinanza, «nonostante l’intervento dell’interdittiva antimafia, la Mmt ha continuato a eseguire trasporti per conto del cliente Truck Rail Container da e per l’area del porto di Genova, quantomeno fino al mese di luglio 2021». Tra maggio e luglio dello stesso anno, anche la Autotrasporti Claudio ha lavorato nell’area del porto, per conto in questo caso della Servizi Trasporti srl.Ma qui c’è un passaggio non molto chiaro. Nel senso che la Mmt, costituita a gennaio del 2021, secondo quello che emerge dagli atti dell’inchiesta, mandava già al porto di Genova il suo autista nei mesi immediatamente successivi. Ma la dichiarazione d’inizio dell’attività arriverà solo a fine luglio.Una possibile spiegazione arriva proprio guardando alle tempistiche dei ristori per il ponte Morandi. I ristori per le imprese di autotrasporto che avevano subito danni dal crollo del ponte erano stati decisi dal governo Conte I con il cosiddetto decreto Genova del 28 settembre 2018, un mese e mezzo dopo il crollo del ponte, convertito in legge il 16 novembre successivo con i decreti attuativi arrivati a tempo record, il 24 dicembre dello stesso anno. Lo stanziamento complessivo è stato di 20 milioni di euro per il solo periodo che va dal 15 agosto al 31 dicembre del 2018 e tra i maggiori beneficiari figurano sia la Coop Paratori (2,7 milioni di euro) che varie società del gruppo Gavio, compresa la Truck Rail Container con 2,1 milioni. In totale, la misura ha assorbito 180 milioni di euro di fondi pubblici: oltre ai 20 milioni della prima fase, sono arrivati 80 milioni all’anno per il 2019 e 2020. I ristori, con un emendamento al decreto sostegni bis del 2021, sono stati esclusi dal calcolo della tassazione. Con grande tempismo, nel gennaio del 2019 i Pasqua vanno davanti al notaio per costituire - come già detto - la Mmt, che affiancherà la Autotrasporti Claudio nell’attività di famiglia. Il termine per accreditarsi al sistema che dava accesso al ristoro scadeva il 23 aprile del 2019. Il 23 luglio, terminata una breve istruttoria, è arrivato il via libera all’accesso ai fondi stanziati dal decreto Genova. Il 26 luglio, Claudio Pasqua ha depositato in Camera di commercio la dichiarazione d’inizio dell’attività.
Jose Mourinho (Getty Images)