2021-11-29
Bonetti, per che famiglia lavora?
Caro ministro della Famiglia, mi scusi ma sento il bisogno di tornare a scriverle. Mi ha molto colpito nella pubblicazione delle intercettazioni sul caso Renzi, la telefonata con cui lei accolse la sua nomina. Era il settembre 2019 e stava nascendo il Conte II. Lei non se l'aspettava. Al massimo sperava di diventare sottosegretario («Matteo mi aveva detto che poteva fare il mio nome come sottosegretario», dice), poi invece la sorpresa in quota boyscout.Anche l'annuncio passa attraverso parole di lupetto: Renzi chiama l'ex presidente dell'Agesci, Matteo Spanò, che a sua volta la chiama. E lei, cara Bonetti, non sta più nella pelle: «Ti rendi conto? Questo incarico mi cambia la vita».Ci sono anche altre telefonate fra ex boyscout, come sempre improntate alla condivisione dei nobili valori («L'unica cosa che ti dico è che ci devono essere i sordi», cioè i soldi, le dice per esempio Spanò). Ma a me quello che è rimasto impresso è quella frase là: «Quest'incarico mi cambia la vita». In effetti, come darle torto? Prima del colpo di fulmine con il renzismo lei era un'anonima professoressa di matematica dell'Università. Adesso è ministro della Repubblica. Va in Parlamento. Va in Tv. Ha preso il suo pezzo di potere. La vita le è cambiata. In meglio. Ne siamo felici. Anche se ci viene un dubbio: anche la vita delle famiglie italiane, da quando lei è ministro, è cambiata in meglio?Ecco: abbiamo l'impressione di no. Prendiamo l'ultima vicenda, quella dell'assegno unico che lei strombazza in giro come un grande successo. Rischia invece di essere un disastro. Intanto dal primo gennaio tutti i dipendenti che avevano le detrazioni direttamente in busta paga se le vedranno sparire. Dovranno fare domanda all'Inps (buona fortuna) sperando che si degni di rispondere. L'erogazione non avverrà prima di giugno. Dunque: ciò che finora si aveva automaticamente in anticipo, dal prossimo anno si avrà su richiesta e dopo mesi. E per di più rischia di essere penalizzante: secondo l'ufficio studi Uila-Uil molte famiglie potrebbero subire addirittura decurtazioni tra i 41 e i 134 euro al mese. «Abbiamo messo una clausola di salvaguardia», risponde lei, caro ministro. Ma non dice che quella clausola sarà al 100 per cento solo per il 2022, poi andrà calando. E nel 2025 sparirà.Le sembra bello? Ci perdoni: noi siamo tra coloro che pensano ancora che un ministro debba migliorare la vita dei cittadini. Non la sua. Siamo degli illusi? Può darsi. Perciò continuiamo a seguire con ammirazione la sua carriera politica: il suo primo mandato da ministro fu così insignificante che persino 17 donne del Pd le scrissero una lettera («Diamoci una mossa») per cercare di svegliarla. Niente da fare: non si svegliò. Nel governo Conte II non combinò niente di buono. Per questo Renzi l'ha confermata nel governo Draghi. Con lo stesso incarico. E lei ne ha approfittato per continuare a non combinare nulla di buono. A parte una gaffe sulle donne candidate a sindaco («non all'altezza») e una polemica di altissimo livello con il Tapiro d'oro sul caso Ambra, il resto non pervenuto. Le famiglie dunque possono continuare a soffrire in silenzio. Tanto è chiaro, caro ministro: quello che doveva cambiare era la sua vita. Mica la loro.