2019-12-21
Bonafede: «Processo per Salvini». E lui replica: «Disastroso»
Pentastellati pronti a votare contro l'ex titolare del Viminale. Ma Iv tende la mano. Davide Faraone: «Noi non siamo giustizialisti».«Il signor Alfonso Bonafede è coerentemente disastroso. Mentre con la sua “riforma" si prepara a tenere sotto processo a vita milioni di italiani, l'incapace Bonafede invoca il processo per Matteo Salvini. Condivido la richiesta avanzata dagli avvocati italiani a Bonafede: dimissioni!». Così il leader della Lega che ieri mattina ha prontamente risposto ad alcune dichiarazioni del ministro della Giustizia rilasciate in un'intervista radiofonica sul caso della nave Gregoretti della Guardia costiera. Infatti sulla scia del capo politico del M5s, Luigi Di Maio, che aveva annunciato il voto a favore dell'autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex ministro dell'Interno, il Guardasigilli ha ribadito: «Come ministro non posso commentare indagini in corso. Io posso constatare che per il M5s è una vicenda diversa da quella della Diciotti; e Di Maio ha già detto che ci sono presupposti per dare parere favorevole al processo». E alla domanda se ci fosse stata una decisione collegiale presa all'interno del Consiglio dei ministri, Bonafede ha aggiunto: «Confermo quello che ha detto Di Maio. C'erano presupposti diversi perché c'era la possibilità della redistribuzione nei diversi Paesi». Eppure, il ministro Bonafede dichiarava il 30 luglio (nel corso della trasmissione In Onda su La 7) che «c'è un dialogo tra i ministeri delle Infrastrutture, dell'Interno e della Difesa, la posizione del governo è sempre la stessa: vengono salvaguardati i diritti, le persone che dovevamo scendere sono scese, sono monitorate le condizioni di salute, ma del problema immigrazione deve farsi carico tutta l'Europa», aggiungendo: «Ringrazio il presidente Conte che continua a porre la questione nelle cancellerie d'Europa». Intanto Salvini ha ribadito che: «Se il caso della nave Gregoretti porterà a un processo, idealmente in quel tribunale ci saranno con me milioni di italiani. Andrò in tribunale con il sorriso, sarà una grande festa di libertà. Da ministro ho difeso i confini, la sicurezza di questo Paese e lo rifarò. Si rassegni il giudice: o mi arrestano o non mi fermo». E nei confronti degli ex alleati nel governo gialloblù ha aggiunto: «In questi mesi sto conoscendo la doppia faccia di Conte e Di Maio. Mi dispiace quando ci sono persone che perdono l'onore. È chiaro che per non litigare con il Pd loro si rimangiano tutto quello che avevano detto e fatto. Di Maio ha cambiato idea sui miei processi come l'ha cambiata su molte altre cose». E se Salvini ribadisce che la decisione di bloccare la nave fu presa collegialmente dal governo, esattamente come era avvenuto nel caso della Diciotti (quando fu negata l'autorizzazione a procedere), sono sempre fonti leghiste ad affermare che il leader avrebbe le carte che sbugiardano il governo. Si tratta di copia delle interlocuzioni scritte avvenute sul caso Gregoretti. Si tratta di numerosi contatti anche tra ministero dell'Interno, presidenza del Consiglio. ministero degli Affari esteri e organismi comunitari. Era stata contattata anche la Cei. Documentazione attualmente al vaglio dei legali dell'ex ministro dell'Interno e per ora non verrà diffusa. Una risposta «corposa» alla nota diffusa da Palazzo Chigi in cui si afferma che il Consiglio dei ministri non ha mai discusso del caso Gregoretti il 31 luglio 2019 o in altre riunioni. Accuse di tradimento sono arrivate ai pentastellati anche dal deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto: «Siamo nella stagione dei tradimenti, del cambiamento di opinione a seconda degli interessi del momento. È impensabile che sulla Gregoretti Di Maio e Conte non fossero a conoscenza di quanto stava accadendo, ed è vergognoso che oggi vi sia un atteggiamento diverso rispetto al caso Diciotti solo perché Salvini è all'opposizione». Comunque, il 20 gennaio la giunta per le immunità di Palazzo Madama, su richiesta del tribunale dei ministri di Catania, voterà l'autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex titolare del Viminale accusato di sequestro di persona per aver lasciato tre giorni a bordo della nave italiana 131 migranti. Contro di lui dovrebbero votare sei grillini, Anna Rossomando (l'unica esponente Pd), l'ex presidente del Senato, Pietro Grasso, e l'ex M5s Gregorio De Falco più i tre di Italia viva, Giuseppe Luigi Cucca, vicepresidente, Francesco Bonifazi e Nadia Ginetti. Totale 12 voti. Sul fronte opposto sono schierati Lega (5), Forza Italia (4), Fratelli d'Italia (1, il presidente della giunta Maurizio Gasparri) ai quali potrebbe aggiungersi l'esponente sudtirolese Luis Durnwalder. E farebbero 11. Un risultato che però i renziani potrebbero capovolgere come s'intravede dalle dichiarazioni di Davide Faraone: «Dal punto di vista umano e politico lo abbiamo già giudicato. Dal punto di vista giudiziario i nostri colleghi in giunta per le autorizzazioni leggeranno le carte e valuteranno nel merito cosa fare. Noi non siamo giustizialisti e non siamo abituati a utilizzare temi giudiziari per trarre benefici nella lotta politica». Matteo «grazia» Matteo?
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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