Uno studio Fabi rivela: gli interessi, già più alti della media europea, presto arriveranno al 5% per colpa delle politiche della Bce. Confcommercio rincara: per la luce spendiamo il 70% in più di Parigi e il 27% di Madrid. Le imprese non reggeranno la concorrenza.
Uno studio Fabi rivela: gli interessi, già più alti della media europea, presto arriveranno al 5% per colpa delle politiche della Bce. Confcommercio rincara: per la luce spendiamo il 70% in più di Parigi e il 27% di Madrid. Le imprese non reggeranno la concorrenza.Facciamo finta di essere in un bar, in un ristorante o in un negozio di generi alimentari. La scena è la seguente: da una parte i clienti, i consumatori hanno meno soldi in tasca per il costo del gas e dell’elettricità e, ora, come se non bastasse, anche per gli aumenti non da poco delle rate dei mutui, dall’altra si trova il barista, il ristoratore o l’alimentarista che è nel mezzo di un bel casino: far fronte al costo dell’energia senza aumentare i prezzi perché quei clienti, a loro volta, son strozzati dall’energia e dai mutui.Non ci stiamo inventando nulla. Stiamo facendo una sintesi, amara, molto amara di quanto emerge da due documenti diffusi il primo dalla Fabi, il sindacato dei bancari, e l’altro dalla Confcommercio. Il primo ci dà alcuni dati sulla situazione dei mutui e delle famiglie che ne hanno acceso uno e su quelle che lo vorrebbe fare. Anzitutto i tassi dei mutui italiani stanno per raggiungere il 5% e sono già quasi il doppio di quelli francesi. Questo perché la Banca centrale europea, per tenere a bada l’inflazione, ha alzato a sua volta i tassi di interesse. Ma perché in Italia i tassi sono saliti più che in Francia? Forse la Francia non fa parte del consiglio della Bce? Forse non hanno l’euro e battono ancora il franco francese? Certo, Parigi ha meno debito pubblico di noi, ma questo basta a spiegare perché da noi le rate costano di più? Non c’entra anche il sistema bancario italiano? Certamente, almeno in questo caso l’energia c’entra poco o vogliamo farla entrare anche qui dalla finestra perché fa più comodo come spiegazione? Deve essere chiaro a tutti che con questo rialzo delle rate dei mutui c’è veramente poco da scherzare perché con delle famiglie già in ginocchio a causa del costo dell’energia si rischia che succeda un disastro simile a quello del 2008, ricordate la crisi dei subprime americani e tutto quello che ne seguì? Ebbene le famiglie italiane gravate da questo aumento potrebbero vedere messa in gioco la loro capacità di rimborsare le rate del mutuo e questo potrebbe riguardare molte centinaia di migliaia di risparmiatori. Ha detto bene Lando Maria Sileoni della Fabi suggerendo al governo di rafforzare il fondo di garanzia per aiutare i giovani a comprare la prima casa, ma forse la raccomandazione va estesa anche a chi la casa l’ha già comprata. Una crisi di questo tipo, infatti, porterebbe giù, come la piena di un grande fiume, di tutto e a valle si troverebbero solo macerie. In quegli esercizi commerciali che abbiamo detto all’inizio i clienti sarebbero sempre di meno e quelli che vi entrerebbero spenderebbero meno di prima.Va ricordato che nello statuto della Bce sono indicati due pilastri della propria azione. Il primo, e principale, è quello del controllo dell’inflazione e delle attività necessarie a mantenerla al 2% come obiettivo desiderabile. Ma ce n’è anche un altro che riguarda più in generale le condizioni economiche dei Paesi membri: la lotta contro l’inflazione - in altri termini - non può essere senza se e senza ma. Deve tenere conto degli effetti nelle diverse situazioni economiche che si presentano in periodi diversi. Questo è un tempo in cui aumentare i tassi? A dire dai risultati viene più che qualche dubbio.Se poi ci spostiamo sul versante di chi dovrebbe vendere invece che acquistare, gli esercenti di pubblici esercizi, allora ci imbattiamo in un dato che riassume molto. Nel 2022 il governo ha stanziato 40 miliardi a favore delle famiglie che, anche se potrebbero essere considerati tanti in sé, sono nulla a confronto dei 77 miliardi di perdita del potere di acquisto da parte delle famiglie nei soli primi sei mesi dello stesso anno, quello in corso. Questo è il risultato di due fattori: il primo certamente dovuto ai costi dell’energia: o ci si svaga e si mangia o si pagano le bollette; il secondo fattore è che, anche nel caso in cui qualcuno possa spendere qualcosa, ci pensa su due volte visto il clima di incertezza che speriamo il nuovo governo riesca ad attenuare con qualche provvedimento che faccia rivedere qualche spiraglio di luce. La sola spesa elettrica da noi è costata il 70% in più rispetto alla Francia e il 27% in più rispetto alla Spagna. È vero che noi avevamo già il record in Europa per quanto riguarda i costi dell’energia, ma la situazione ora è insostenibile. Tutto dipende dalle nostre scelte sbagliatissime del passato quando non abbiamo differenziato né i fornitori di energie, né tanto meno le fonti di energia: trivelle, carbone, eccetera. In questo caso, nell’immediato ci vogliono dei soldi, molti soldi. Se la Germania ha destinato 200 miliardi ai tedeschi contro il caro energia, e sono 80 milioni di abitanti, a noi - facendo una semplice proporzione - essendo 60 milioni di abitanti, ce ne vorrebbero 150. Ne abbiamo ricevuti circa 60. Ci vuole certamente uno sforzo ulteriore del governo, ma è altrettanto certo che sarà ben difficile farcela da soli senza un aiuto dell’Europa. La questione è in mano al governo. Vedremo cosa riuscirà a fare. I programmi andrebbero in questo senso, stiamo a vedere.
Stephen Miran (Ansa)
L’uomo di Trump alla Fed: «I dazi abbassano il deficit. Se in futuro dovessero incidere sui prezzi, la variazione sarebbe una tantum».
È l’uomo di Donald Trump alla Fed. Lo scorso agosto, il presidente americano lo ha infatti designato come membro del Board of Governors della banca centrale statunitense in sostituzione della dimissionaria Adriana Kugler: una nomina che è stata confermata dal Senato a settembre. Quello di Stephen Miran è d’altronde un nome noto. Fino all’incarico attuale, era stato presidente del Council of Economic Advisors della Casa Bianca e, in tale veste, era stato uno dei principali architetti della politica dei dazi, promossa da Trump.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 10 novembre con Carlo Cambi
Martin Sellner (Ansa)
Parla il saggista austriaco che l’ha teorizzata: «Prima vanno rimpatriati i clandestini, poi chi commette reati. E la cittadinanza va concessa solo a chi si assimila davvero».
Per qualcuno Martin Sellner, saggista e attivista austriaco, è un pericoloso razzista. Per molti altri, invece, è colui che ha individuato una via per la salvezza dell’Europa. Fatto sta che il suo libro (Remigrazione: una proposta, edito in Italia da Passaggio al bosco) è stato discusso un po’ ovunque in Occidente, anche laddove si è fatto di tutto per oscurarlo.
Giancarlo Giorgetti e Mario Draghi (Ansa)
Giancarlo Giorgetti difende la manovra: «Aiutiamo il ceto medio ma ci hanno massacrati». E sulle banche: «Tornino ai loro veri scopi». Elly Schlein: «Redistribuire le ricchezze».
«Bisogna capire cosa si intende per ricco. Se è ricco chi guadagna 45.000 euro lordi all’anno, cioè poco più di 2.000 euro netti al mese forse Istat, Banca d’Italia e Upb hanno un concezione della vita un po’…».
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dopo i rilievi alla manovra economica di Istat, Corte dei Conti e Bankitalia si è sfogato e, con i numeri, ha spiegato la ratio del taglio Irpef previsto nella legge di Bilancio il cui iter entra nel vivo in questa settimana. I conti corrispondono a quelli anticipati dal nostro direttore Maurizio Belpietro che, nell’editoriale di ieri, aveva sottolineato come la segretaria del Pd, Elly Schlein avesse lanciato la sua «lotta di classe» individuando un nuovo nemico in chi guadagna 2.500 euro al mese ovvero «un ricco facoltoso».






